Opere pubbliche a Taormina tra sogni, promesse e illusioni - QdS

Opere pubbliche a Taormina tra sogni, promesse e illusioni

Opere pubbliche a Taormina tra sogni, promesse e illusioni

mercoledì 06 Aprile 2022

Il Piano triennale rappresenta una tappa obbligata nel percorso di risanamento dei conti avviato dal Comune, ma nel documento vi sono tanti interventi che difficilmente vedranno mai la luce

TAORMINA (ME) – Una delle tappe propedeutiche e obbligatorie – almeno sulla carta – lungo il percorso intrapreso, volto al risanamento dei conti e al rilancio economico del Comune, si chiama Piano triennale delle opere pubbliche. Leggendolo, scopriamo così che la Giunta del sindaco Mario Bolognari ha approvato il solito libro dei sogni (delibera numero 76 del 29 marzo), sulle scorte di un elenco pressoché immutato da diversi anni, che prevede ancora oggi la realizzazione di ben 139 opere, che andrebbero completate entro il 2023, di cui 15 inserite nell’elenco annuale.

In particolare, le aree di intervento riguardano la ristrutturazione del patrimonio, la manutenzione della rete fognante – gestita in maniera consorziata con i Comune di Castelmola, Letojanni e Giardini Naxos – interventi sulla viabilità (nell’eterna attesa della Ztl), e progetti di finanza pubblica, il cui più rappresentativo riguarda la ristrutturazione e la conseguente gestione del Palazzo dei Congressi. Si tratta di investimenti che, a compimento dei tre anni, andrebbero a toccare quota 339 milioni e 731 mila euro.

La maggior parte delle opere non verranno portate a compimento

Tuttavia, come già detto, andando a scorrere l’elenco si tratta per lo più di opere che verranno difficilmente portate a compimento, soprattutto nel tempo stabilito. Fermandoci per esempio alla sola prima annualità, ovvero al 2021, è evidente che per tutte e 15 le opere previste il tempo è già scaduto, ma la maggior parte non sono neanche iniziate. Pensiamo per esempio al progetto di un nuovo asilo nido nella frazione di Trappitello, fermo al decreto di finanziamento della Regione siciliana per 500 mila euro, oppure ai lavori di adeguamento e sicurezza per tutte le scuole, sia del centro che delle frazioni, necessari ma mai intrapresi, o del cantiere fermo alla vecchia scuola elementare Vittorino Da Feltre. Stessa sorte toccata al Palazzo dei Congressi, che dopo la maxi spesa del Governo nazionale, per oltre 4 milioni di euro serviti a riqualificarlo in occasione del G7 nel 2017, resta ancora fermo al bando per assegnare altri 231 mila euro di lavori, riguardanti l’impiantistica e l’innovazione tecnologica. Senza dimenticare che sul Palacongressi l’obiettivo finale rimane appunto il project financing, che ne includa la gestione finale.

Qualche spiraglio sul fronte della viabilità

Qualche spiraglio è arrivato proprio in questi giorni, invece, sul fronte della viabilità. Il Comune ha annunciato lo stanziamento di quarantamila euro per andare avanti sul sistema integrato di controllo per la Zona a traffico limitato, probabilmente in vista dell’installazione dei varchi elettronici che chiuderanno il centro storico ai veicoli. Dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, inoltre, altri 2,2 milioni di euro sono stati intercettati per recuperare alcuni antichi sentieri pedonali, come via dei Saraceni e Madonna delle Grazie, anch’essi inseriti nel Piano annuale delle opere pubbliche.

Nessuna novità su altri interessanti progetti, come quello sul recupero ambientale del torrente Sirina o un altro sull’ammodernamento della strada ex San Vincenzo. Unica opera incompiuta, ufficialmente riconosciuta come tale nel Piano, rimane la costruzione di una Casa albergo per anziani, prevista per 1,7 milioni di euro, mentre quella mai avviata ma impossibile da riproporre perché soggetta al ritiro del finanziamento, è il consolidamento post frana del costone Don Lappio, per un valore di 915 mila euro.

Insomma davvero un labirinto che rimane di difficile comprensione e da cui diventa complicato districarsi. D’altro canto, si tratta di un Piano necessario per tornare a far quadrare i conti, nel lavoro che stanno portando avanti i commissari mandati a Palazzo dei Giurati dopo la dichiarazione di dissesto finanziario, per azzerare i debiti accumulati fino al 2020. La previsione delle opere pubbliche segue infatti il Piano degli immobili potenzialmente in vendita, già approvato a febbraio e analizzato da queste colonne, contenente una lista di altri 15 beni dai quali si potrebbero ricavare circa 23 milioni di euro.

Twitter: @MassimoMobilia

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