Dopo i guai legati alla Tecnis, la D’Agostino Costruzioni è pronta a realizzare l’importante opera. La struttura di Giardini Naxos pensata per intercettare un’imponente fetta di mercato
MESSINA – A fine ottobre saranno state 116 le navi da crociera che, da maggio in poi, avranno ancorato a largo della baia di Naxos per consentire ai crocieristi di raggiungere e visitare Taormina. Un mercato imponente per il comprensorio taorminese, sottolineato anche dai report del Sole 24 Ore che hanno classificato Giardini Naxos, già dallo scorso anno, quale punto strategico di toccata del turismo crocieristico.
Peccato però che per sbarcare sulla terra ferma, in assenza di un approdo attrezzato, è necessario organizzare ogni volta i transfer con imbarcazioni più piccole. Stesso problema per tutte le altre centinaia di barche che, nel corso dell’ultima stagione estiva, si sono avvicinate alle meravigliose coste taorminesi, senza trovare un porticciolo per rifornirsi, scendere direttamente dall’imbarcazione e visitare la Perla dello Ionio anche per soggiornarci qualche giorno.
In realtà sappiamo che per il Comune di Taormina, il progetto di porto turistico, dopo essere stato al centro di un dibattito ventennale, è ormai un capitolo chiuso da tempo, ribadito più volte anche dall’attuale Amministrazione del sindaco, Mario Bolognari, eletta lo scorso anno con un programma che ne escludeva chiaramente l’idea. D’altronde sono passati tre anni e mezzo da quando il Consiglio Comunale aveva definitivamente bocciato lo storico progetto presentato dal gruppo alberghiero Russottifinance, che includeva anche gli ascensori di collegamento fino al centro storico. Motivo del diniego: avrebbe deturpato l’ambiente e determinato una speculazione edilizia, presentando “un elevato aumento delle volumetrie rispetto al consentito”.
Allora di porto a Taormina “perché dovremmo tornare a parlarne?”, si è chiesto di recente Bolognari, in risposta ad alcune associazioni di categoria, come la Confesercenti di Messina, che hanno riaperto il dibattito sulla necessità del porticciolo per potenziare il turismo. Ma oltre a bocciare il progetto, Palazzo dei Giurati ha anche confermato l’inserimento della baia di Villagonia nel Piano delle Spiagge presentato al demanio regionale, rimanendo convinti che la qualità del turismo taorminese si possa alzare anche senza costruire un proprio approdo turistico. Meglio guardare a Naxos come unico porto comprensoriale.
E qui il dibattito si sposta di qualche chilometro più a Sud, dove il Comune di Giardini Naxos è, al contrario, impegnato a salvare il progetto che punta a realizzare il marine nell’enclave di Schisò, partendo dal molo già esistente. Un investimento di circa 50 milioni di euro, dei quali 40 in project financing, per creare 366 posti barca (221 da diporto, 112 per uso pubblico e 33 per la pesca), con la possibilità di scalo anche per navi da crociera e aliscafi, servizi di ristoro e diversi punti commerciali. Progetto finito nel dimenticatoio a causa dei problemi avuti con la giustizia dalla Tecnis spa, che si era aggiudicata il ruolo di general contractor, poi finita in amministrazione controllata a causa di indagini della Procura di Roma sugli appalti Anas.
Problemi adesso superati dopo che la ditta campana D’Agostino Costruzioni Srl ha rilevato la Tecnis, e con essa anche l’impegno a portare avanti il progetto del porticciolo di Naxos, bloccato infine soltanto dalla Regione siciliana sul fronte autorizzazioni Via-Vas (valutazione impatto ambientale e valutazione ambientale strategica), ferme all’assessorato Territorio e Ambiente dai tempi di Rosario Crocetta. L’Amministrazione del sindaco Nello Lo Turco ha avviato i contatti con la nuova ditta e punta a chiudere l’ingorgo burocratico prima delle prossime elezioni amministrative, previste in primavera, che potrebbero portare inquilini nuovi a Palazzo dei Naxioti. Una volta ottenute le Via-Vas bisognerà soltanto convocare l’ultima Conferenza dei servizi per programmare l’avvio dei lavori.