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Giornata mondiale Pistacchio: il 26 febbraio si celebra l’oro verde di Bronte

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Il 26 febbraio si celebra il World Pistacchio Day, la giornata dedicata al frutto secco tra i più amati al mondo. Alimento assai pregiato, per il suo sapore aromatico e gradevole è molto ricercato in pasticceria, in gelateria e in generale in cucina per aromatizzare e insaporire molte pietanze. Per la Sicilia, il pistacchio di Bronte Dop, rappresenta una eccellenza e uno degli alimenti più ricercati nel mondo, per questo motivo è stato ribattezzato “oro verde“.

La storia del pistacchio

L’Oro Verde ha origini molto antiche: fu portato in Italia dai Romani e diffuso successivamente nel brontese dagli Arabi. Presente inoltre alle corti di faraoni, re e regine, venne nominato anche nel Vecchio Testamento (Genesi 43:11). La pianta del pistacchio ha origine nel Mediterraneo orientale ed era già nota e coltivata dagli antichi ebrei (7000 a. C), che ritenevano preziosi i suoi frutti.

Il valore del pistacchio si può notare anche dal fatto che in Cina rappresenta un dono diffuso durante il Capodanno Cinese come simbolo di felicità, fortuna e salute.

Quali sono i benefici del pistacchio

E a proposito di salute, i pistacchi contengono solo 3-4 calorie per frutto e offrono oltre trenta diverse vitamine, minerali e fitonutrienti. Hanno proprietà diuretiche, anticolesterolo, antinfettive. Recenti studi hanno dimostrato che mangiare una moderata quantità di pistacchi al giorno (30 – 50 grammi) può aiutare a mantenere il cuore sano.

Il pistacchio in Sicilia, origini e l’oro verde di Bronte

Furono gli Arabi, strappando la Sicilia ai Bizantini, a promuovere e a diffondere la coltura del pistacchio in Sicilia e, a conferma di ciò, basta considerare l’affinità etimologica del nome dialettale dato a questo frutto col corrispondente termine arabo. Frastuca (il frutto) e Frastucara (la pianta) derivano, infatti, dai termini arabi “fristach”, “frastuch” e “festuch”, derivati a loro volta dalla voce persiana “fistich”.

La specie ha avuto particolare sviluppo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento nelle province di Caltanissetta, Agrigento e Catania. In quest’ultima, ai piedi dell’Etna, nel territorio di Bronte, conobbe la massima espansione, tanto che nel 1860 interi pascoli e terreni incolti furono trasformati in pistacchieti e il pistacchio divenne il fulcro di tutto il sistema agricolo ed economico dell’area.

La varietà italiana coltivata a Bronte è una tra le più pregiate ed è tutelata dal marchio Dop.

Ogni anno, si celebra una sagra interamente dedicata al prezioso alimento, con degustazione di prodotti realizzati solo con il pistacchio.

L’oro verde di Bronte, il segreto del successo del pistacchio marchio Dop

Se il pistacchio di Bronte è chiamato ancora oggi “oro verde”, è oltre che per il colore smeraldo, per quelle caratteristiche organolettiche, derivate da un microclima irripetibile, che ne fanno un frutto d’alto pregio, eccellente per forma e sapore rispetto ai pistacchi provenienti da altri Paesi.

Perché si raccoglie il pistacchio di Bronte Dop solo negli anni dispari

Sull’Etna la raccolta avviene a settembre, preceduta da una leggera pioggia, che non manca in questo periodo e gonfia i frutti. Per prendere i pistacchi ci si deve arrampicare lungo mulattiere, sulla terra nera, tra i 400 e i 1000 metri di altezza.

Si raccoglie ogni due anni.

Solo così la pianta ha il tempo di assorbire dal terreno lavico tutte quelle sostanze nutritive che rilasciano al frutto poi il suo inconfondibile aroma e profumo. Sono circa 10mila le persone che si trasferiscono a Bronte nel momento della raccolta.

Quanto costa il pistacchio di Bronte Dop

I prezzi dei pistacchi rimangono alti: quelli smallati e sgusciati si aggirano tra i 30 e i 50 euro al chilo alla “Borsa del pistacchio” – ovvero la piazza cittadina, dove ancora produttori e compratori si incontrano per la trattativa – per arrivare oltre i 100 euro al dettaglio.

Bronte rappresenta, con i territori di Adrano e Biancavilla, la più estesa area di produzione di pistacchi in Europa e insieme a quella di Raffadali (che sta facendo richiesta dell’Igp), le uniche due nel continente. In un anno di buona produzione si raccolgono dai 4 ai 4,5 milioni di kg. La denominazione Pistacchio di Bronte Dop nasce il 9 giugno 2006 e tutt’oggi è l’unica presente in Europa e copre 1% della produzione mondiale, dove Iran, California e Turchia rappresentato i principali esportatori (gli altri Paesi sono Afganistan, Israele, Tunisia, Messico, Pakistan e Siria). Ma il nostro prodotto è una nicchia d’eccellenza.

Come riconoscere il pistacchio Bronte Dop

Il pistacchio di Bronte Dop ha una particolare forma allungata, con chicchi quasi appuntiti. La pellicina della buccia ha un colore che tende al violaceo, con riflessi verde chiaro, a causa della mineralità del sottosuolo, molto ricco di olio. Spaccato, il frutto ha un colore di un verde vivido, mai giallo, e ha un gusto inimitabile, in quando si nutre del terreno vulcanico alle falde dell’Etna, dove lo sbalzo termico tra giorno e notte favorisce la crescita e la dolcezza dei frutti. L’80% del raccolto è destinato alla Dop, garantita dalla dicitura “Pistacchio verde di Bronte Dop”, il resto è pistacchio di Sicilia.

Il pistacchio nel resto del mondo

Nonostante ciò, Turchia, Siria e Grecia sono importanti produttori di pistacchio, nonostante il primato per la produzione commerciale mondiale sia degli Stati Uniti: in particolare la California vanta grandi coltivazioni, grazie al clima caldo e secco, agli inverni moderatamente freddi e al suolo fertile che rendono gli ambienti di crescita ideali. Produce circa 140 mila tonnellate di pistacchio, quasi il 98% del raccolto nazionale. La Cina è il primo consumatore di pistacchi al mondo, con un media annua di 80 mila tonnellate. Seguono gli Stati Uniti con 45 mila, la Russia con 15 mila e l’India con 10 mila tonnellate.