Una visita a Torre Faro per dire "no" alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Giuseppe Conte incontra i cittadini coinvolti.
Una visita a Torre Faro per dire “no” alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Con questo intento, poco dopo le 17, l’ex premier e attuale leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte ha incontrato nella punta nord orientale della Sicilia i cittadini coinvolti nel piano espropri presentato dalla Stretto di Messina Spa. “Sono qui per confermare l’impegno del Movimento Cinque Stelle contro questa infrastruttura che non è di nessuna utilità pubblica. Ci siamo già espressi nel merito in diverse occasioni. Non diciamo un no ideologico, diciamo no per l’assoluta inutilità di quest’opera per la Sicilia”, ha detto Conte proprio nel punto in cui dovrebbero ricadere i piloni siciliani del ponte sullo Stretto.
Le ultime sul ponte
Dopo l’incontro delle scorse settimane con Elly Schlein, l’atteso arrivo in città di Giuseppe Conte nella zona di Torre Faro rimarca il fronte compatto dell’opposizione di governo per contrastare un’opera che prevede un esborso pubblico superiore ai 14 miliardi di euro. Ad attendere Conte oltre duecento cittadini che, nonostante le avverse condizioni meteo, hanno aspettato che l’ex premier prendesse una netta posizione nei confronti della realizzazione del ponte. Un timing non casuale quello dell’arrivo in città dell’attuale leader del Movimento: il 13 aprile scorso sono infatti scaduti i termini entro i quali era possibile presentare le osservazioni al procedimento di valutazione d’impatto ambientale. Nel frattempo, sul sito del ministero dell’Ambiente, è stato pubblicato l’avviso riguardante la nomina delle Commissioni Via – Vas.
Saranno 70 i commissari tra professori universitari, ricercatori ed esperti, chiamati a far parte delle Commissioni per la valutazione dell’impatto ambientale dell’opera. Domani, invece, la giornata nella quale Messina sarà presente al tavolo della Conferenza dei servizi attraverso il sindaco Federico Basile per presentare le criticità sottolineate anche dai tecnici comunali.
Per Conte “la realtà delle cose è che qui si sta progettando in modo avventato e superficiale una infrastruttura rispolverando un progetto del 2011 che è stato aggiornato in tutta fretta e che rivela le stesse criticità del passato e ulteriori criticità sul piano ingegneristico, ambientale e trasportistico”. Tutto stagliato nell’ambito del piano espropri. Proprio qui a Torre Faro e Ganzirri è prevista la parte più consistente di terreni e abitazioni espropriate o asservite. In città, poi, si parla soprattutto dei cantieri che dovrebbero insistere da nord a sud di Messina, provincia tirrenica inclusa, con le relative manifestazioni e gli esposti in procura che negli ultimi giorni sono stati presentati sulle due sponde dello Stretto.
Le parole di Briguglio sull’opera
Per chiarire gli aspetti concernenti il progetto definitivo, che dovrà però ancora ricevere l’approvazione da parte del Cipess e delle Commissioni Via – Vas per l’impatto ambientale, ad accompagnare Giuseppe Conte nella sua visita a Capo Peloro, anche l’avvocato Carmelo Briguglio, vicino ai comitati no ponte presenti con bandiere e magliette al seguito. “Se discutiamo nel merito dell’utilità e del risparmio di tempo che si può ottenere facendo il ponte, sappiamo che lo si può raggiungere attraverso altre soluzioni che il precedente governo aveva già codificato, finanziandole con 510 milioni. Fondi che però il ministro Salvini ha fatto sparire”, spiega Briguglio incitato al megafono dalla folla.
La voce dei residenti
Prima una passeggiata su via Circuito, poi l’ingresso in un complesso adiacente il vecchio motel Faro ormai abbandonato da oltre un decennio. Qui, villette che dovrebbero essere del tutto rase al suolo proprio per la presenza dei piloni del ponte, e l’incontro con gli abitanti di questa zona.
“Abbiamo investito i sacrifici di una vita per poter riuscire a vivere qui con le nostre famiglie – spiegano ai microfoni del Qds chiedendo di restare anonimi – l’unica cosa che vorremmo e poter vivere in pace in un piccolo angolo di paradiso come lo Stretto di Messina. Dei risarcimenti economici non ce ne facciamo niente. Qui si parla di distruggere il quartiere con la qualità di vita di gran lunga migliore della città”, aggiungono.
Il “no” dei Cinque Stelle, tiene a sottolineare Conte a più riprese nel corso della visita tra i terreni che dovrebbero essere oggetto di esproprio, non è una negazione di tipo ideologico: “Riteniamo necessario puntare più sulle infrastrutture per la Sicilia e la Calabria. Non è pensabile sottrarre anche fondi a per lo sviluppo a queste due regioni come invece sta accadendo con la realizzazione del ponte. Un governo serio si impegna a realizzare le infrastrutture viarie delle due regioni interessate e poi pensare a velocizzare, eventualmente l’attraversamento nello Stretto”.