Ponte sullo Stretto, Floridia: "I soldi non ci sono", il post - QdS

Ponte sullo Stretto, Floridia: “I soldi non ci sono, parliamo del nulla”

Ponte sullo Stretto, Floridia: “I soldi non ci sono, parliamo del nulla”

Redazione  |
lunedì 24 Aprile 2023

"Non posso più tacere, quella del Governo è semplice propaganda": così esordisce la neo-presidente della Commissione di Vigilanza RAI parlando della discussa infrastruttura.

“Non posso più tacere. So bene che quella del Ponte sullo Stretto, per il Governo, è semplice propaganda”: inizia così un duro e lungo post Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza RAI, nota per la sua attività politica come senatrice del Movimento 5 Stelle.

Per Floridia non ci sarebbero i fondi. Ma la neo-presidente della Commissione di Vigilanza RAI ha espresso dubbi anche sui progetti e sulle recenti dichiarazioni relative alla fattibilità dell’infrastruttura. Ecco il contenuto del messaggio.

Floridia: “Sul Ponte sullo Stretto solo propaganda”

“So bene che quella del Ponte sullo Stretto di Messina, per il Governo, è semplice propaganda. E la propaganda va sempre bene a chi la fa. La propaganda politica è buona in ogni stagione. Ma, visto che le persone, alla fine, rischiano di credere alla propaganda, è giusto che sappiano la verità. Le persone meritano rispetto e verità”, esordisce.

“Preciso che, se non avessi sentito parlare di questo Ponte da quaranta anni, se non fossi messinese prima ancora che siciliana, se non conoscessi lo stato delle strade che dal mio paese, Venetico, conducono fino a Messina, sarei anche rimasta in silenzio, come per scelta, spesso, faccio davanti alle assurdità. Ma la mia provenienza, il mio ruolo e lo studio del Decreto Ponte mi obbligano a intervenire, sicuramente in forma emendativa e formale prima ma oggi, con questo post, finalmente anche in forma pubblica e d’opinione”.

“Si parla solo della società Stretto di Messina S.p.A”, il fatto

Parlando del famoso Decreto Ponte, Floridia commenta: “Nel Decreto Ponte NON si parla di fare o non fare il Ponte sullo Stretto di Messina, bensì di resuscitare la società Stretto di Messina S.p.A. (che fino ad oggi ci è già costata oltre 300 milioni di euro), di creare nuove poltrone per consiglieri d’amministrazione e membri di comitati scientifici, di definire contenziosi già vinti in primo grado e di mantenere l’affidamento all’impresa che ha fatto causa allo Stato. Non di fare il ponte”.

Sul progetto, la presidente della Commissione di Vigilanza RAI aggiunge: “Inoltre nel Decreto, e questo per me è molto grave, si decide di affidare a un progettista il compito di restaurare (vale a dire rendere attuale!) un progetto del ponte approvato nel lontano 2011 e che già all’epoca aveva incassato ben 223 richieste di integrazioni della Commissione speciale di Valutazione di Impatto Ambientale. Per la serie … aggiustiamo un progetto vecchio, neanche finito, per realizzare un’opera faraonica e delicata“.

Ponte sullo Stretto, parola agli esperti

Barbara Floridia cita anche i contributi tecnici di alcuni esperti sulla costruzione dell’opera e sulle difficoltà di realizzazione. In particolare:

  • Il professor Federico Massimo Mazzolani, professore emerito di Tecnica delle costruzioni all’Università Federico II di Napoli, “ha spiegato chiaramente che non solo non esiste al mondo un ponte sia stradale che ferroviario dalla campata unica lunga come quella che si vorrebbe per il Ponte sullo Stretto di Messina (3,3 km), ma che quelli più lunghi ad oggi costruiti risultano inferiori ai 2 km e non è mai accaduto nella storia delle costruzioni che si pensasse alla realizzazione di opere così diverse da quelle già realizzate e dunque confrontabili, verificabili e monitorabili”.
    “In buona sostanza, il Professore ci dice che dei progetti sulla carta non ci può essere alcuna garanzia perché l’opera che si sta immaginando è completamente diversa da qualsiasi altra opera già esistente e anche i fenomeni fisici che la interesserebbero potrebbero non essere prevedibili”, dice Floridia.
  • Il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dello Stretto, Mario Mega, ricordando che il progetto in discussione prevede un’altezza libera al di sotto del ponte di 65 metri, “ha rappresentato il concreto rischio che molte navi che già oggi raggiungono altezze similari (figurarsi nei prossimi anni) preferiscano – o siano costrette – a evitare le rotte che prevedono il passaggio attraverso lo Stretto di Messina, per recarsi altrove, con perdita di passeggeri e merci”.
  • “Da numerosi altri interventi – scrive Barbara Floridia – è altresì emerso che la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina non interromperà affatto la necessaria presenza dei traghetti, che dovranno sempre mantenersi in servizio per consentire gli spostamenti dei pendolari tra le città di Messina e Reggio Calabria (il ponte a loro non servirebbe a nulla), per costituire l’alternativa del collegamento tra la Sicilia e il continente in qualsiasi momento il Ponte dovesse risultare inservibile e che, forse, da molti continueranno ad essere preferiti perché probabilmente saranno più economici del pedaggio del ponte”.

“I soldi non ci sono”

Parlando del Ponte sullo Stretto, Barbara Floridia passa poi alla “spinosa” questione dei costi. “I soldi non ci sono, qui parliamo del nulla”, scrive nel suo post su Facebook.

“Gli unici soldi che si sono trovati e sono stati stanziati sono altri 320 milioni (e siamo a 620 milioni) per l’ennesima messa in moto della macchina, poi si vedrà. Ma quanti soldi servirebbero? A dircelo è il Documento di Economia e Finanza, appena presentato, che chiaramente indica che l’opera costerebbe 14,6 miliardi, più i soldi che servirebbero ad ANAS per i collegamenti (parliamo di decine e decine di km in centri abitati). I soldi che servirebbero sarebbero tanti e per di più non ci sono. Ma Salvini afferma che li troverà. Dove? Nei fondi delle Regioni Calabria e Sicilia, nella prossima Legge di Bilancio e da fonti di finanziamento europee”.

“L’Assurdo”

“Per tranquillizzare i cittadini, il ministro Salvini vorrebbe far intendere che la maggior parte delle risorse le metterebbe proprio l’Europa ma non è così”, dichiara Barbara Floridia.

“Non si tratta di decidere tra ponte si e ponte no. Qui si parla di un Governo che dice che dovrà restituire i soldi del PNRR perché incapace di realizzare i progetti entro i termini e, nelle stesse ore, firma assegni in bianco ipotecando soldi dei cittadini ( non dell’Europa) senza alcuna certezza di ciò che verrà.
Ma ci sono o ci fanno? E per quali fini?”, conclude.

Immagine di repertorio

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