Ponte sullo Stretto, tra costi raddoppiati e copertura finanziaria "assente" nel Def: è polemica - QdS

Ponte sullo Stretto, tra costi raddoppiati e copertura finanziaria “assente” nel Def: è polemica

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Ponte sullo Stretto, tra costi raddoppiati e copertura finanziaria “assente” nel Def: è polemica

Redazione  |
sabato 15 Aprile 2023

I dati emersi in merito ai costi e alla realizzazione dell'infrastruttura nel Def 2023 fanno discutere.

È polemica sui contenuti del Def (Documento di economia e finanza), approvato negli scorsi giorni dal Governo Meloni, in merito al Ponte sullo Stretto. Secondo il documento, il costo sarebbe di oltre 14 miliardi e al momento non ci sarebbe la “copertura finanziaria” per garantire i fondi per la sua realizzazione.

I fondi andranno trovati con la Legge di Bilancio prevista per il prossimo autunno. Ecco cosa si legge il documento in merito alla discussa infrastruttura per collegare la Sicilia al resto d’Italia, da tempo oggetto di scontri politici e dibattiti sociali.

Ponte sullo Stretto, cosa dice il Def

Un allegato al Documento di Economia e Finanza per l’anno 2023 rivela: ” Il costo dell’opera oggetto di concessione, pertanto, dagli aggiornamenti svolti, risulta di 13,5 mld di euro. Le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con RFI, si stima avranno un costo di 1,1 mld di euro”. Circa 14 miliardi quindi, una cifra ancora in aggiornamento ma quasi raddoppiata rispetto a quella annunciata dal ministro Salvini non molte settimane fa.

Il leader della Lega, in uno dei suoi discorsi sul progetto dell’infrastruttura, diceva che il Ponte sullo Stretto costerebbe “meno di un anno di reddito di cittadinanza”, 8 miliardi di euro circa. La differenza tra quanto emerso dal Def sui costi di realizzazione e le parole del ministro non è di certo passata inosservata ed è al centro dei dibattiti sui social in queste ore.

Come sarà il Ponte

Si parla di Ponte sullo Stretto, a fasi alterne, dagli anni Settanta. Tra pro e contro, ritardi e contenziosi, l’infrastruttura non è mai stata realizzata. Il Governo Meloni, però, ha messo l’opera di collegamento al centro dei suoi progetti in termini di infrastrutture e continua a considerare il Ponte “un’opera prioritaria e di preminente interesse nazionale“, la cui realizzazione non può più essere rimandata.

Sui progetti di realizzazione, nel Def si legge anche: “L’attraversamento stabile sullo stretto di Messina è stato progettato secondo lo schema del ponte sospeso. Il progetto tecnico attualmente disponibile consiste in circa 8.000 elaborati progettuali e prevede una lunghezza della campata centrale di 3.300 metri, a fronte di 3.666 metri di lunghezza complessiva comprensiva delle campate laterali, 60,4 metri larghezza dell’impalcato, 399 metri di altezza delle torri, 2 coppie di cavi per il sistema di sospensione, 5.320 metri di lunghezza complessiva dei cavi, 1,26 metri come diametro dei cavi di sospensione, 44.323 fili d’acciaio per ogni cavo di sospensione, 65 metri di altezza di canale navigabile centrale per il transito di grandi navi, con volume dei blocchi d’ancoraggio pari a 533.000 metri-cubi”.

“Manca la copertura finanziaria”

Il via libera della Commissione Trasporti dell’Unione Europea per il progetto del Ponte sullo Stretto ha fatto ben sperare tutti coloro che attendono da decenni la realizzazione del collegamento. Le tempistiche sono in fase di definizione, così come le modalità di esecuzione e di semplificazione dei lavori (il cui avvio sarebbe previsto per l’estate del 2024). Ci sono dei progetti. In primis, il Governo – si legge nel Def – mira alla “riattivazione del rapporto concessorio, dei contratti e del recupero del progetto, con i necessari adeguamenti, contestualmente alla chiusura dei contenziosi aperti con gli aggiudicatari”. Poi a tutto il resto.

Tuttavia, manca la copertura finanziaria. I fondi. Così almeno si legge nel Def, dove si specifica: “Ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio. Al finanziamento dell’opera si intende provvedere mediante:

  • le risorse messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione;
  • l’individuazione, in sede di definizione della legge di bilancio 2024, della copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato;
  • i finanziamenti all’uopo contratti sul mercato nazionale e internazionale: saranno a tal fine considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti;
  • l’accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility – CEF (partecipazione al bando entro settembre 2023)”.

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