I ministri Catalfo e Provenzano hanno assicurato un intervento su tutto il settore dei call center. Garantita la cassa integrazione al 35% ai 1.600 dipendenti della sede palermitana
PALERMO – “Abbiamo evitato il licenziamento di 1.600 lavoratori garantendo la Cassa integrazione al 35% fino a marzo 2020”. Al termine del vertice su Almaviva Palermo che si è tenuto qualche giorno fa presso il Dicastero di via Vittorio Veneto la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo si è detta ottimista sul futuro della vertenza.
Alla riunione hanno preso parte anche il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano, il sottosegretario allo Sviluppo economico Alessandra Todde, il sottosegretario al Lavoro Stanislao Di Piazza, i rappresentanti dell’Assemblea regionale siciliana e del Comune di Palermo, i vertici dell’azienda e le organizzazioni sindacali. “Sono molto soddisfatta dei risultati raggiunti al tavolo da me convocato”, ha proseguito Catalfo sottolineando che l’intesa sulla Cassa integrazione al 35% “sarà sancita dall’accordo tra azienda e parti sociali nei prossimi giorni”.
Attualmente i 1.600 dipendenti lavoratori della sede palermitana del colosso del settore dell’outsourcing ricevono un sostegno al reddito attraverso il Fondo d’integrazione salariale (Fis), la cui scadenza è prevista per il prossimo 30 novembre 2019. “Ma non solo – ha annunciato la ministra – infatti, per lunedì 14 ottobre, ho deciso di convocare insieme al Mise un tavolo sui call center per fare il punto su un settore che oggi in Italia occupa circa 80mila persone e trovare soluzioni per il futuro. È fondamentale puntare al cuore del problema e affrontare i temi della delocalizzazione, della contrazione dei volumi, del costo del lavoro, della riqualificazione degli addetti e del dumping salariale. Un fenomeno, quest’ultimo, sul quale il Ministero attiverà da subito le necessarie tipologie di controllo. Parallelamente lavoreremo per dare tutela ai lavoratori del sito Almaviva di Palermo”.
Oltre all’impiego dell’ammortizzatore sociale straordinario previsto per il settore call center che, al momento, è già finanziato e utilizzabile, dunque, Catalfo ha rilanciato l’atavico tema della riorganizzazione di un settore in crisi da anni. Concetto ribadito dal ministro Provenzano: “Palermo, la Sicilia, il Sud non possono permettersi ulteriori perdite occupazionali. Le condizioni per trovare una soluzione ci sono, a partire da quanto emerso in questo tavolo, con l’impegno da parte dell’azienda di evitare di assumere iniziative che avrebbero complicato il percorso e l’impegno da parte dei sindacati e delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno già subito enormi sacrifici per salvare la prospettiva del lavoro. Ma Almaviva dovrà inserirsi nel quadro di un impegno generale per affrontare i nodi strutturali del settore dei call center che, soprattutto nel Mezzogiorno e in particolare in Sicilia, hanno un’importanza strategica”.
“Per questo – ha concluso – il tavolo che si aprirà presso il ministero dello Sviluppo economico dovrà verificare lo stato di attuazione del Protocollo sui call center e un suo eventuale aggiornamento, la rigorosa applicazione dei contratti dignitosi in primo luogo nelle committenze pubbliche e lavorare in sede europea sulla sostenibilità economica e sociale delle tariffe, per fermare la competizione al ribasso sul costo del lavoro”.
Per il sottosegretario Todde “è un settore che impiega circa 80 mila addetti e che non possiamo lasciare senza un piano di riconversione anche dal punto di vista delle nuove tecnologie e della formazione”.