Il medico dovrà rispondere alle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici.
È cominciato ieri pomeriggio, 24 gennaio 2023, il processo a Alfonso Tumbarello, il medico di Campobello di Mazara imputato per avere redatto numerosi certificati che consentirono all’allora boss latitante Matteo Messina Denaro di potersi curare sotto il falso nome di Andrea Bonafede.
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Durante il processo, Alfonso Tumbarello dovrà rispondere alle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici.
Le accuse mosse a Alfonso Tumbarello
A rappresentare l’accusa è il pm della Dda Gianluca De Leo, mentre a difendere Tumbarello sono gli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo.
L’Ordine dei medici della provincia di Trapani, alcune associazioni antimafia, i Comuni di Campobello di Mazara e di Castelvetrano, fin dall’inizio del processo a Alfonso Tumbarello, hanno ribadito la richiesta di costituzione di parte civile. È la prima volta che l’Ordine dei medici di Trapani si costituisce contro un proprio iscritto.
La difesa si è opposta a quasi tutte le richieste di costituzione di parte civile, tranne che per il comune di Campobello di Mazara. Sull’eccezione difensiva il Tribunale di Marsala deciderà il 12 febbraio.
Le prescrizioni a Matteo Messina Denaro
Alfonso Tumbarello, presente in aula, è stato arrestato lo scorso 7 febbraio con l’accusa di avere avuto un ruolo determinante nella latitanza di Messina Denaro.
“Le cure assicurate personalmente da Tumbarello – ha scritto il gup Montalto nell’ordinanza con cui dispose la custodia cautelare – hanno garantito a Messina Denaro non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie sofferte ma, soprattutto per quel che qui rileva, la riservatezza sulla sua reale identità, e dunque continuare a sottrarsi alle ricerche, restare a Campobello di Mazara, e gestire l’associazione mafiosa”.
Il medico a processo Alfonso Tumbarello si sarebbe occupato delle prescrizioni per la cura del cancro di Messina Denaro, intestate però al prestanome dell’identità al boss, il geometra Andrea Bonafede. Quest’ultimo è nato nel 1963 ed è omonimo di un cugino nato nel 1968 (anche lui arrestato).
Secondo l’accusa, il medico avrebbe visitato personalmente Matteo Messina Denaro e sarebbe stato consapevole della sua identità.