I pubblici ministeri Gianluca De Leo e Piero Padova hanno aggravato l'accusa mossa nei confronti di Andrea Bonafede.
La Procura di Palermo ha chiesto la condanna a 13 anni di Andrea Bonafede, l’uomo che avrebbe agevolato l’ex boss Matteo Messina Denaro fornendogli l’identità e avendo quindi un ruolo determinante nella latitanza.
Le accuse a Bonafede
Inizialmente, l’accusa era di favoreggiamento aggravato ma nel corso delle indagini sarebbero emerse nuove prove a carico dell’operaio comunale di Campobello di Mazara. Per questo motivo, i pubblici ministeri Gianluca De Leo e Piero Padova hanno apportato delle modifiche, aggravando l’accusa con l’associazione mafiosa.
In base all’accusa, Bonafede avrebbe fatto avere a Matteo Messina Denaro prescrizioni mediche e ricette compilate dal medico Alfonso Tumbarello, anch’egli indagato, per provvedere alle cure contro il cancro.
Inoltre, Bonafede avrebbe fornito al boss recentemente deceduto dei cellulari e delle sim card utilizzate dallo stesso Matteo Messina Denaro.