Arance rosse, il coronavirus fa saltare la missione in Cina - QdS

Arance rosse, il coronavirus fa saltare la missione in Cina

Michele Giuliano

Arance rosse, il coronavirus fa saltare la missione in Cina

martedì 18 Febbraio 2020

L’allarme sanitario ha imposto lo stop all’azione di incoming organizzata dal Distretto Agrumi di Sicilia. Si tenterà per un rinvio a breve, nel frattempo si va avanti con altre iniziative di internazionalizzazione

PALERMO – Troppo rischioso al momento pensare di ospitare giornalisti e buyer cinesi in Sicilia. L’emergenza sanitaria dichiarata dal governo nazionale non ammette deroghe: alla luce dei recenti avvenimenti legati alla diffusione del Coronavirus che ha portato anche alla chiusura dei voli da e per la Cina, l’azione di incoming di buyer e giornalisti cinesi volta a promuovere le arance rosse siciliane è stata rimandata.

Il Distretto Agrumi di Sicilia ha preso atto senza repliche della comunicazione ricevuta dall’Ice, Istituto del Commercio Estero che, d’accordo con il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha ritenuto di rinviare l’iniziativa prevista dall’8 all’11 febbraio. “Abbiamo lavorato con grande impegno al successo dell’iniziativa – afferma Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia che si è fatto promotore del progetto insieme con il Consorzio di tutela dell’Arancia rossa di Sicilia Igp e con il coinvolgimento dell’Assessorato regionale all’Agricoltura – ma l’emergenza sanitaria internazionale ha consigliato saggiamente di rimandare ad altro momento. La filiera agrumicola è consapevole che prima di ogni altra cosa bisogna prevenire qualsiasi rischio per la salute pubblica. Vedremo se sarà possibile posticipare l’azione di un solo mese, garantendo l’invio in Cina di prodotto con adeguate caratteristiche organolettiche. Se questo non fosse ancora possibile, chiederemo al Maeci di riproporre l’azione nella prossima campagna agrumicola”.

Lo stop dell’Ice è giunto quando era già definito il programma e la lista di buyer e giornalisti che sarebbero venuti in Sicilia a visitare il territorio e le aziende di produzione delle arance rosse, attività a cui sarebbe poi seguito un momento di promozione e presentazione degli agrumi siciliani in Cina, in corrispondenza del lancio di una campagna promozionale sul mercato cinese.

Il Distretto ha già provveduto a informare le aziende accreditate per l’export verso il mercato cinese del rinvio dell’operazione. “In ogni caso – aggiunge Argentati – ci faremo trovare pronti per quando l’emergenza CoronaVirus sarà terminata, nel frattempo andiamo avanti con altre iniziative di internazionalizzazione».

Dal 30 marzo al 3 aprile, infatti, nell’ambito del progetto Social Farming 3, realizzato dal Distretto Agrumi e Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation, è in programma una visita studio in Tunisia per conoscere da vicino il comparto agrumicolo del paese africano. Il Distretto sta invitando le imprese associate a partecipare alla visita studio, avendone già definito le tappe e le iniziative in loco, col supporto dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi, dell’Inat (Istituto Nazionale dell’Agrumicoltura di Tunisi) e con la collaborazione del Gal Eloro.

“L’obiettivo – spiega Argentati – è approfondire la conoscenza dell’agrumicoltura tunisina per eventuali sinergie su specifici argomenti di interesse comune, quali le problematiche legate all’utilizzo consapevole dell’acqua, la logistica, la valorizzazione delle produzioni ed in generale per creare una connessione tra la filiera agrumicola siciliana e quella tunisina”.

La missione studio è rivolta a imprenditori, tecnici e portatori di interesse della filiera agrumicola siciliana, ed è previsto un numero massimo di 30 partecipanti ai quali il Distretto Agrumi di Sicilia garantirà il coordinamento generale, una serie di servizi trasversali durante il soggiorno e l’organizzazione di un momento istituzionale di confronto presso l’Ambasciata italiana a Tunisi, per approfondire la conoscenza reciproca e creare eventuali connessioni sia tra imprese e le loro rappresentanze sia tra le figure istituzionali e del mondo della ricerca scientifica dei due paesi.

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