Gli studenti fuori sede dell'Università di Palermo hanno manifestato contro i rincari davanti alla sede dell'Ersu. "Studiare è un diritto o un lusso?", si chiedono.
Anche gli studenti universitari pagano le conseguenze del caro affitti e del caro bollette. E studiare, per molti di loro, diventa più un lusso che un vero diritto. Per questo, questa mattina è stata organizzata una protesta all’Università di Palermo contro i rincari per gli studenti.
La manifestazione degli studenti si è tenuta davanti agli uffici dell’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio universitario.
Protesta all’Università di Palermo, vita impossibile con i rincari
“Quanto costa il nostro futuro?”, chiedono gli studenti in protesta. Molti non riescono più a permettersi di pagare gli affitti e le bollette e neanche l’Ersu riesce ad assicurare la copertura economica a tutti gli studenti che ne hanno bisogno.
“È una battaglia antica all’università di Palermo, è quella degli idonei non assegnatari di borse di studio e posti letto”, spiegano i manifestanti.
“Le speculazioni delle multinazionali dell’energia dimostrano che, come sempre, i costi delle crisi vengono interamente scaricati verso il basso fino a impedirci di accedere al nostro diritto allo studio, schiacciati dai sacrifici che noi studenti e le nostre famiglie dovremo compiere”. Sono le parole di Giovanni Castronovo, fuori sede di Palma di Montechiaro e tra i fondatori della campagna “Studenti in lotta – Noi non paghiamo“.
“Caro affitti, caro bollette, tasse universitarie e le spese (tutte a carico nostro) per il trasporto urbano e per i materiali didattici”. Sono solo alcune delle spese sostenute dagli studenti universitari, molti dei quali hanno partecipato alla protesta all’Università di Palermo.
Lo scorso 23 settembre l’Ersu di Palermo ha pubblicato le graduatorie con gli studenti assegnatari di posto letto. Tantissimi, secondo Castronovo, sono risultati “idonei non assegnatari”. In parole povere, avrebbero diritto al posto letto ma non lo otterranno.
“L’Ersu, che dopo tre anni accademici in pandemia in cui gli studentati erano vuoti e gli enti preposti al diritto allo studio avevano la possibilità di richiedere finanziamenti di diverso tipo per la ripresa dalla crisi post pandemica, anche quest’anno presenta la procedura di sfratto a molti studenti che non risultano più assegnatari di posto letto (nonostante siano idonei) e devono lasciare le proprie camere in una settimana. Ci chiediamo se studiare sia ancora un diritto o sia piuttosto diventato un lusso“, conclude Castronovo.
Fonte immagine: Facebook, Studenti in lotta – Noi non paghiamo. La foto risale a una protesta dello scorso 28 settembre.