I trattori irrompono nel centro storico di Ragusa. Agricoltori stritolati da siccità e strapotere Gdo - QdS

I trattori irrompono nel centro storico di Ragusa. Agricoltori stritolati da siccità e strapotere Gdo

I trattori irrompono nel centro storico di Ragusa. Agricoltori stritolati da siccità e strapotere Gdo

sabato 03 Febbraio 2024

Non si ferma la “rivolta delle campagne” partita da Francia e Germania. Regione istituisce tavolo di crisi

PALERMO – La protesta degli agricoltori partita da Francia e Germania non si ferma. Neanche in Sicilia, con i trattori che hanno “raggiunto” anche il ragusano. Ieri mattina un corteo di macchine agricole ha invaso il centro storico del capoluogo ibleo, con in testa un trattore che trasportava una bara con sopra la riproduzione in plastica di una mucca. “Presidente batti un colpo se ci sei” è il motto degli agricoltori e allevatori che protestano per l’assenza di aiuti di fronte alla stagione di crisi che sta interessando il settore primario a causa dell’assenza d’acqua, del caro gasolio e dei rincari che continuano a interessare l’agricoltura.

La risposta della Regione siciliana non è mancata

Ieri il governo regionale ha istituito l’Unità di crisi sull’agricoltura. A presiederla sarà l’assessore regionale al ramo, Luca Sammartino. La prima riunione è prevista per martedì 6 febbraio alle 15 a Palazzo d’Orléans, alla presenza del presidente della Regione, Renato Schifani. “Siamo vicini al mondo dell’agricoltura – ha detto il presidente Schifani – che rappresenta un settore chiave dell’economia, con grandi potenzialità, soprattutto in Sicilia, regione che vanta eccellenze che ci vengono riconosciute in tutto il mondo. Siamo consapevoli che i problemi che attanagliano gli agricoltori spesso hanno cause endogene. Le politiche europee, infatti, non sono state all’altezza di valorizzare le produzioni italiane, soprattutto quelle meridionali, e la globalizzazione ha fatto il resto. Ma – continua Schifani – come governo regionale siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario per affiancare gli agricoltori e gli allevatori”.

Istituita l’Unità di crisi

“Ringrazio il presidente Schifani per la tempestività d’intervento – ha aggiunto l’assessore Sammartino – La costituzione dell’Unità di crisi ci consentirà di monitorare al meglio le aree più colpite e di approntare risposte rapide ed efficaci e di confrontarci costantemente con associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, produttori e imprenditori agricoli”.

Gli agricoltori chiedono un confronto con la grande distribuzione

Gli agricoltori, tra l’altro, chiedono un confronto con i rappresentanti della grande distribuzione e l’applicazione di norme a salvaguardia del comparto agricolo. Un incontro con la grande distribuzione era stato chiesto, a livello nazionale, anche da Conflavoro. L’associazione ha evidenziato infatti “costi alti e ricavi bassi” dalle vendite. “Prima della Pac, delle norme europee, del carburante e della burocrazia, c’è un problema storico che attanaglia il settore, da risolvere una volta per tutte – ha spiegato Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro – è lo strapotere contrattuale che esercita la Gdo sulle piccole imprese agricole”. “La Gdo – prosegue – compra un prodotto a 30-50 centesimi al chilo e lo rivende al consumatore a 4-6 euro. Dunque per i produttori i costi sono troppo alti e i ricavi troppo bassi. Il ministro apra un dialogo tra le parti per stabilire un prezzo minimo sotto il quale la Grande distribuzione non può acquistare dall’agricoltore: è una questione di equità per i nostri imprenditori, di sostenibilità per il settore e anche di tutela per il consumatore”.

“Serve un Tavolo anche per la dovuta trasparenza del mercato – ha aggiunto il presidente di Conflavoro Agricoltura, Rosario Previtera – i consumatori devono essere consapevoli del valore dei prodotti che acquistano e dell’impatto delle loro scelte. Bisogna arrivare a sostenere l’economia locale dei piccoli produttori incentivando l’acquisto dei prodotti agricoli e agroalimentari italiani, proteggendoli dalla concorrenza sleale”.

Intanto la protesta degli “Agricoltori traditi” – che al momento non è appoggiata dalle associazioni di categoria, impegnate a Bruxelles per ottenere norme a supporto del settore -, prosegue anche nelle province di Enna, Catania, Palermo e Trapani. Le proteste arrivano dai produttori di vino e arance, quest’ultimi in maggioranza nell’ennese e nel catanese. Non mancano i produttori di vino. In Sicilia il movimento ha preso il nome di “Sicilia alza la voce” con presidi che si stanno moltiplicando sul territorio per chiedere tutela della produzione e provvedimenti contro la siccità che sta mettendo in ginocchio il comparto.

Il grande problema della siccità

A quest’ultimo proposito, in poco più di un mese la Regione siciliana, tramite l’Osservatorio regionale sugli utilizzi idrici, è passata dal confermare una criticità “media” sul monitoraggio delle risorse idriche, a proporre lo stato di calamità. “I volumi d’acqua negli invasi siciliani sono sotto il livello di guardia e la Sicilia è flagellata dalla siccità – ha detto Sammartino -. Gennaio è il quinto mese consecutivo che fa registrare precipitazioni inferiori alla norma del periodo, con un deficit di circa 200 millilitri di acqua”.

Dallo scorso mese l’emergenza comprende davvero tutta la Regione. “Nel mese in corso, nonostante qualche pioggia, si registra una marcata differenza territoriale tra le aree costiere e le aree interne del Palermitano, del Nisseno, dell’Ennese e della piana di Catania. La fotografia complessiva è preoccupante, si passa da zone colpite da fenomeni di siccità estrema ad aree interessate da fenomeni di siccità severa”. La richiesta di calamità è necessaria anche secondo le opposizioni, che però addossano al governo regionale la responsabilità per non essere intervenuta prima.

“Giusto, anzi doveroso, essere al fianco degli agricoltori dimenticati dall’Europa e in crisi per la perdurante siccità – ha spiegato Stefania Campo del M5S -. Ci sta bene la richiesta di Sammartino a Schifani di dichiarare lo stato di calamità naturale, ma la Regione non si assolva. In questa vicenda ha colpe grosse come una casa, non lo dimentichiamo, e sono targate centro-destra ed espressamente Musumeci, il cui governo nel 2021 riuscì nell’incredibile operazione da Guinness dei primati di farsi bocciare da Roma tutti i 31 progetti per l’ammodernamento, coi fondi del Pnrr, dei disastrati sistemi irrigui dei consorzi di bonifica siciliani”.

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