Quante fake news sul Ponte sullo Stretto di Messina - QdS

Quante fake news sul Ponte sullo Stretto di Messina

Quante fake news sul Ponte sullo Stretto di Messina

giovedì 23 Gennaio 2025

Dall’accusa del mancato coinvolgimento dell’Ingv al falso accoglimento del ricorso al Tar, i maldestri tentativi di screditare la grande opera

CATANIA – La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina continua a essere bersaglio di polemiche, accuse e disinformazione, spesso amplificate dai media. L’ultima controversia riguarda un’inchiesta trasmessa da Report il 19 gennaio 2025, definita dal Gruppo Webuild e dal consorzio Eurolink come una “finta inchiesta giornalistica volta a screditare il valore del lavoro condotto per anni da migliaia di ingegneri e tecnici” che stanno lavorando alla costruzione di una struttura attesa da cinquant’anni.
Webuild ha reso pubbliche nove pagine di documenti che smentiscono le affermazioni diffuse da Report.

Tra le principali “bufale” smascherate figura quella riguardante il mancato coinvolgimento dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) nella valutazione della sismicità dell’area. Contrariamente a quanto dichiarato dal Presidente dell’INGV, Carlo Doglioni, durante la trasmissione, la multinazionale italiana ha pubblicato l’accordo formale stipulato tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza (DST) e l’INGV, che conferma la partecipazione attiva dell’Istituto nello studio delle caratteristiche geologiche e strutturali dello Stretto. Il documento include un riesame critico delle faglie attive, l’analisi delle coste di Calabria e Sicilia e l’uso di dati geologici e geodetici aggiornati.

I pagamenti relativi a queste attività, come chiarito da Webuild, sono stati effettuati direttamente all’INGV e non a singoli ricercatori, a ulteriore conferma del coinvolgimento formale e istituzionale dell’Istituto. Nell’accordo, sottoscritto dal Presidente dell’INGV, si specifica che due ricercatori con esperienza consolidata nell’area dello Stretto hanno operato per conto dell’Istituto, secondo i termini previsti dall’allegato tecnico. L’accordo, inoltre, stabilisce che il DST riconosce all’INGV un contributo omnicomprensivo per le figure professionali impiegate, le missioni del personale e i dispositivi utilizzati.

Webuild ha rinforzato la propria posizione condividendo i documenti con tutti i pareri forniti dall’INGV, sia i risalenti al 2011, in fase di redazione del progetto, sia nel 2024 per il suo aggiornamento. Sono documentati conservati negli archivi della società, insieme alle evidenze contabili relative ai pagamenti regolari effettuati.

Webuild, leader del consorzio Eurolink, ha deciso di procedere per vie legali contro i giornalisti della trasmissione di Rai 3 e contro Doglioni, ritenuti responsabili di aver diffuso informazioni false e lesive per l’immagine dell’azienda e dei suoi collaboratori. L’Amministratore delegato Pietro Salini ha sottolineato come tali accuse rappresentino un attacco ingiustificato alla professionalità di un gruppo con oltre 120 anni di esperienza nella costruzione di opere infrastrutturali di eccellenza, come il Ponte Genova San Giorgio e i ponti sul Bosforo.

Ulteriore disinformazione è stata diffusa riguardo al ricorso presentato dalle amministrazioni comunali di Reggio Calabria e Villa San Giovanni al Tar. Non è vero, documenti alla mano, che il Tar di Roma ha accolto il ricorso presentato dalla città metropolitana di Reggio Calabria e il Comune di Villa San Giovanni. Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina, ha chiarito che la rinuncia alla fase cautelare da parte dei ricorrenti ha confermato l’assenza dei presupposti di urgenza richiesti per la sospensione del parere Via.

“La ricostruzione fornita dei fatti non è assolutamente coerente con lo svolgimento dell’udienza. In particolare, diversamente da quanto ricostruito, l’avvocato incaricato dalle due amministrazioni ha rinunciato alla fase cautelare da lui stesso richiesta, con conseguente cancellazione dal ruolo della causa disposta dal Presidente della sezione”. È quindi falso, spiega Stretto di Messina nella comunicazione del 16 dicembre scorso, che il Tar abbia “dichiarato ammissibile l’impugnazione del parere della commissione Via Vas” e non abbia accolto l’istanza del Ministero delle Infrastrutture e di Stretto di Messina”.

“Ciò che è avvenuto processualmente – ha spiegato ancora Pietro Ciucci – è la rinuncia alla fase cautelare del giudizio da parte dei ricorrenti, che comporterà la fissazione di una nuova udienza di merito da parte del Tribunale Amministrativo”. “Nessuna istanza del Mit e della società è stata respinta, al contrario – ha spiegato l’ad – la rinuncia alla fase cautelare da parte dei ricorrenti conferma la correttezza dell’eccezione sollevata dal Mit e dalla società circa l’assenza dei presupposti di urgenza per la richiesta di sospensione del parere Via”.

La Società dello Stretto risponde punto per punto

In una lunga nota, la Società Stretto di Messina ha deciso di rispondere, punto per punto, ad alcune delle questioni che riguardano il Ponte sullo Stretto, dando la sua versione dei fatti. Ne riproponiamo di seguito alcuni stralci

Costi sostenuti dalla Stretto di Messina

La Stretto di Messina dal 1981 a tutt’oggi ha svolto investimenti pari circa 300 milioni, come risulta dal bilancio societario del 2023, per la ricerca, gli studi di fattibilità sulle 3 soluzioni di attraversamento, lo sviluppo e la verifica delle tre fasi di progettazione (di Massima, Preliminare e Definitiva), l’esperimento di quattro gare internazionali nonché le attività per il riavvio del 2023. Un importo assolutamente in linea con parametri internazionali nonostante il ponte sia un’Opera con caratteristiche eccezionali.

Le 68 prescrizioni Comitato Scientifico

Ad esito dell’attività collegiale di studio e analisi per ciascuna disciplina contenuta nella Relazione del progettista riguardante l’aggiornamento del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, il Comitato Scientifico ha rilasciato all’unanimità parere favorevole. Le 68 osservazioni, che in parte riprendono quelle del precedente Comitato Scientifico, non sono da intendersi in contraddizione con l’espressione di un parere positivo, ma riguardano aspetti da approfondire in sede di progettazione esecutiva, legati all’evoluzione delle conoscenze tecniche e dei materiali e all’evoluzione normativa in tutti gli ambiti di interesse. Il ponte è uno dei progetti più studiati al mondo con un patrimonio di dati formidabile e la ricerca continuerà fino all’apertura dei cantieri e durante tutta la fase realizzativa dell’opera.

Franco navigabile

Il ponte sullo Stretto di Messina è alto 72 metri sul livello del mare per un corridoio di larghezza pari a 600 metri e raggiunge i 70 metri con pieno carico delle corsie stradali e due treni passeggeri in contemporanea. Questa altezza è il cosiddetto franco navigabile che è stato misurato in condizioni estreme di temperatura. Non ci saranno effetti sul traffico navale, perché l’altezza del ponte sullo Stretto di Messina risponde alle norme internazionali.In particolare, nell’ambito del Coordinamento del Tavolo Tecnico per la sicurezza della navigazione nello Stretto di Messina, è stato confermato che: “Il tema del franco navigabile del ponte è stato ampiamente analizzato attraverso un approfondito esame del traffico degli ultimi anni nello Stretto di Messina, suddiviso per le diverse imbarcazioni. Nessuna nave in transito nel 2023 sarebbe stata impossibilitata a passare con il ponte”. Le grandi navi portacontainer che attraversano il Mediterraneo provenienti dal Canale di Suez transitano sotto l’Al Salam Bridge, il cui franco navigabile è di 70 metri, in linea con quello previsto per il ponte sullo Stretto di Messina. La stessa considerazione è valida per le navi che, arrivando dal Mar Nero passano sotto i ponti costruiti sul Bosforo. Inoltre, riducendo il traffico dei traghetti che attraversano lo Stretto si avrà una maggiore facilità e sicurezza di attraversamento in direzione sud-nord.

Il sistema di sospensione e i cavi

Esistono molti ponti sospesi con 4 cavi. I ponti newyorchesi George Washington, Verrazzano, il ponte 25 de Abril sul Tago in Portogallo sono equipaggiati con 4 cavi e sono in esercizio da molti decenni. La distribuzione dei carichi su ogni singolo cavo è stata ampiamente valutata. Le “prove di tenuta” sono in realtà prove di fatica da sfregamento utili unicamente a definire dettagli progettuali, non la tenuta. Una nuova proposta del progettista, relativa alla sella di alloggiamento dei cavi, le ha rese inutili. L’eventuale adozione di nuovi acciai non comporta assolutamente il rifacimento del progetto “da capo”, ma valutazioni in sede di progettazione esecutiva. La metallurgia ha reso disponibili nuovi acciai che sono già stati utilizzati con successo su alcuni ponti sospesi, tra i quali l’attuale ponte record del mondo, Canakkale in Turchia, che ha lo stesso progettista del ponte di Messina (COWI).

Esecutivo per fasi

L’iter di progettazione di grandi opere prevede varie fasi che identificano un approfondimento crescente della progettazione. La progettazione esecutiva è la fase nella quale si determinano i dettagli costruttivi e viene svolta quando la fattibilità di un’opera è già stata accertata. La fattibilità tecnica del ponte sullo Stretto di Messina è stata già accertata con il progetto di fattibilità, confermata con il progetto preliminare e con il progetto definitivo e non è mai stata messa in discussione. E’ stata comprovata da anni di ricerche e prove con il coinvolgimento di primari istituti scientifici e dei massimi esperti che hanno realizzato i maggiori ponti sospesi in tutto il mondo. L’adozione della progettazione esecutiva sviluppata per fasi costruttive è in linea con le best practice internazionali e, al contrario dei timori espressi, ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi.

Faglia Cannitello

I punti di contatto con il terreno del ponte sullo Stretto di Messina sulla base degli studi geosismotettonici eseguiti, sono stati individuati evitando il posizionamento su faglie attive. In particolare per quanto riguarda le faglie di Cannitello e di Pezzo presenti nel catalogo ITHACA, occorre precisare che l’Inventario delle Faglie Attive e Capaci in Italia (Catalogo ITHACA a cura di ISPRA) è un prodotto di sintesi a carattere meramente bibliografico che, come specificato nel disclaimer del catalogo stresso, “fornisce una prima indicazione sull’eventuale presenza di faglie attive e capaci in un determinato territorio, ma non può essere utilizzato per la loro caratterizzazione di dettaglio”. Lo stesso disclaimer rimanda per un maggiore approfondimento alle banche dati specifiche, in particolare, al DISS (Database of Individual Seismogenic Sources) nel quale le faglie di Cannitello e Pezzo non sono censite, in quanto non in grado di generare terremoti. Quindi il Catalogo ITHACA può rappresentare uno strumento conoscitivo per un approccio preliminare alla progettazione, ma non è strumento idoneo alla progettazione vera e propria che, come da raccomandazioni ISPRA, deve essere preceduta da approfondimenti sul campo mediante indagini ed esami in sito, soprattutto per opere di una certa rilevanza. Ed è esattamente ciò che ha fatto Stretto di Messina, con studi geologici approfonditi in tutte le fasi progettuali, fino ai recenti ultimi aggiornamenti, compresi quelli effettuati in riscontro alle richieste della commissione VIA, nel 2024. Per quanto riguarda le cosiddette faglie Cannitello-Gioia Tauro e Pezzo (ID 37400 e 37401 del DataBase), va sottolineato che le stesse, come riportato da ITHACA, sono identificate da studi svolti nel 1983 e nel 1994, quindi molto datati, ampiamente superati dagli studi, ben più dettagliati, svolti per conto della Stretto di Messina durante la progettazione preliminare e definitiva, e recentemente aggiornati.

Sisma e accelerazione

Si premette che la definizione dell’azione sismica per il progetto del Ponte è stata oggetto di grandissima attenzione sin dalle fasi iniziali degli studi di progettazione, considerata la particolarità dello Stretto di Messina sotto il profilo delle problematiche geosismotettoniche. Come noto l’energia liberata da un terremoto in un sito (magnitudo) è strettamente legata alle dimensioni delle strutture tettoniche (faglie) lì presenti e gli studi eseguiti per lo Stretto di Messina hanno concluso che le strutture sismogenetiche presenti possono dare luogo a eventi sismici di magnitudo non superiori a magnitudo 7,1 Richter. Il Ponte è stato pertanto progettato per resistere, con margine sicuro, al più forte sisma attendibile nell’area dello Stretto, cioè un evento simile al terremoto di Messina del 1908, classificato da studi pubblicati sulle riviste più autorevoli del settore, come un evento estremamente raro la cui probabilità di accadimento resterà molto bassa per svariati secoli (il periodo di ritorno è infatti stato determinato in 1500-2000 anni). Qualora il Ponte fosse investito da un terremoto così raro non subirebbe alcun danno, poiché le sue strutture sono state progettate per rimanere in campo elastico, mantenendo ulteriori margini di resistenza anche oltre la soglia prevista.

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