Reddito di libertà, zero domande dalla Sicilia - QdS

Reddito di libertà, zero domande dalla Sicilia

Patrizia Penna

Reddito di libertà, zero domande dalla Sicilia

sabato 27 Novembre 2021

Violenza sulle donne, l’Inps: “Un dato che ci preoccupa”. La Regione, intanto, istituisce una Cabina di regia. La deputata Zafarana: “Finalmente un coordinamento e più somme alle case di accoglienza"

ROMA – Trentesimo appuntamento con la pagina dedicata all’universo donna. Qualche giorno fa, ampio spazio avevamo dedicato al Reddito di Libertà, un nuovo strumento che lo Stato ha messo a disposizione delle donne vittime di violenza allo scopo di offrire loro un supporto, un contributo alla loro indipendenza economica, senza la quale voltare pagina sarebbe impossibile.

Oltre alle vittime di abusi e violenza, il Reddito viene quindi riconosciuto anche alle donne che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità o povertà al fine di favorirne l’indipendenza economica e rimane comunque compatibile con altri strumenti di sostegno come il Reddito di cittadinanza.
Nonostante il nobile obiettivo che si pone, dall’Inps arriva come una doccia fredda la notizia che dalla Sicilia non è giunta neanche una richiesta. Lo ha detto Maria Sciarrino, direttore centrale inclusione e invalidità civile dell’Inps: “Mi ha colpito – ha detto Sciarrino – il fatto che da Sicilia, Molise e Valle d’Aosta siano arrivate zero domande per il Reddito di libertà. è una cosa che ci preoccupa, visto che la procedura per fare domanda è molto semplice”.

La fotografia desolante scattata dall’Inps la dice lunga sul fatto che, nonostante i buoni propositi, la strada da percorrere sia ancora molto lunga. Una fotografia, ancora, che ci restituisce il senso della distanza siderale tra vittime e istituzioni.

Proprio quest’ultime dovrebbero avviare una seria riflessione in tal senso e attivarsi affinché le vittime di violenza escano dal buio e dal silenzio che li avvolge e diventino finalmente consapevoli che gli strumenti di tutela ci sono.

Un passo importante in tal senso lo sta facendo la Sicilia che ha finalmente istituito la “Cabina di regia per il contrasto alla violenza di genere” che -ha spiegato la deputata regionale del M5s, Valentina Zafarana – “darà a tutti gli attori coinvolti nelle attività di tutela e sostegno delle donne che subiscono violenza un alto grado di coordinamento, garantendo così protocolli certi e, di conseguenza, l’attivazione di interventi rapidi ed efficaci”.

Il decreto che istituisce la Cabina di regia è “figlio” di una legge regionale approvata a luglio del 2020 e di cui Zafarana è prima firmataria.
“Saranno quasi raddoppiate – comunica ancora Zafarana – le rette che la Regione riconosce alle Case di accoglienza per gestanti e donne con figli. La misura arriva dopo averla proposta attraverso numerosi interventi legislativi, chiesta e ribadita nelle numerose interlocuzioni portate avanti con gli assessorati competenti. La retta riconosciuta passerà dai circa 32 € al giorno attuali a circa 62 €. In questo stesso ambito, però, sono rammaricata per la lentezza burocratica della Regione, che anche per erogare i fondi ordinari ha impiegato un anno e mezzo: da aprile 2020, quando è stato emesso il bando regionale per assegnare i fondi messi a disposizione dal governo nazionale per il 2019, il decreto di impegno delle somme è arrivato solo pochi giorni fa, il 22 novembre. Un ritardo eccessivo, se pensiamo che si tratta di strutture che operano con impegni gravosi a tutela di soggetti estremamente fragili”, conclude Zafarana.

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