Spoglio concluso a 30 giorni esatti dalle elezioni. Trasmessi a Palermo i due verbali con i candidati più votati. Ma probabili scorrimenti delle liste
A distanza di un mese lo spoglio in Sicilia può dirsi concluso. Nelle ultime ore, infatti, i due verbali con gli eletti nelle due circoscrizioni che mancavano, ovvero Catania e Messina sono stati trasmessi all’Ufficio regionale della Corte d’appello. L’ultima tappa è l’attribuzione del listino collegato al presidente eletto. Da domani, invece, scatterà il termine dei 20 giorni entro cui bisognerà convocare la prima seduta d’insediamento dell’Assemblea siciliana per l’inizio della XVIII legislatura.
Nelle prossime 48 ore i 21 eletti nelle due circoscrizioni saranno convocati dai rispettivi Tribunali per il ritiro degli attestati.
Ars, gli eletti a Catania
I deputati eletti a Catania sono Ludovico Balsamo e Davide Vasta (lista De Luca sindaco di Sicilia), Luca Sammartino (Prima l’Italia) i pentastellati Jose Marano e Nuccio Di Paola, i dem Anthony Barbagallo e Giovanni Burtone, l’autonomista Giuseppe Lombardo, i meloninani Gaetano Galvagno e Dario Daidone, i forzisti Marco Falcone e Nicola D’Agostino e Andrea Messina (nuova Dc).
Ma il quadro non è ancora definitivo, perché restano le incognite legate alla scelta del referente regionale di M5s Nuccio Di Paola eletto anche a Caltanissetta e Trapani e del segretario regionale del Pd Antony Barbagallo eletto alla Camera. Le liste scorreranno perchè Gaetano Galvagno e Giuseppe Lombardo sono nel listino del presidente Schifano, dunque ciò determinerà l’ingresso a Sala d’Ercole dei candidati che si sono piazzati alle loro spalle, ovvero Giuseppe Zitelli e Giuseppe Castiglione.
Ars, gli eletti a Messina
Definitivi gli otto eletti a Messina. Sono Antonino De Luca (M5S), Tommaso Calderone (Forza Italia), Pippo Laccoto (Lega), Pino Galluzzo (FdI), Calogero Leanza (Pd) e i tre deputati che fanno capo a De Luca Matteo Sciotto, Pippo Lombardo e Alessandro De Leo. Resta incerto solo il seggio di Calderone, eletto anche alla Camera, che se scegliesse Montecitorio lascerebbe il posto a Bernadette Grasso.
