Autorizzata fino al 2028 l’esportazione in Grecia di 20mila tonnellate di combustibile solido secondario. In totale sono previste 750 spedizioni.
Tre anni. A ricordare come il percorso verso l’autosufficienza della Sicilia nella gestione del ciclo dei rifiuti sia ben lontano dall’essere completato – e che la realizzazione dei termovalorizzatori, ritenuti soluzione definitiva dal governo Schifani, non è una cosa che accadrà a stretto giro – c’è l’ultima autorizzazione rilasciata dall’assessorato in materia di spedizioni transfrontaliere. Il decreto è stato firmato giovedì scorso dal dirigente generale del dipartimento regionale Arturo Vallone e riguarda una serie di viaggi verso l’estero. In questo caso a lasciare la Sicilia sarà il Css (combustibile solido secondario) ricavato dalla lavorazione dei rifiuti. Il suo potere calorifero andrà ad alimentare impianti che stanno in Grecia.
Sbarco a Patrasso
Le navi con il Css prodotto dai rifiuti siciliani sbarcheranno a Patrasso, il più grande porto del Peloponneso, mentre partiranno da Bari. La città pugliese è indicata nel documento di notifica dei movimenti transfrontalieri come luogo di uscita dall’Italia.
L’autorizzazione rilasciata dalla Regione parla di 20mila tonnellate e sarà valida fino al 19 aprile 2028. In totale sono previste 750 spedizioni.
Il Css è il prodotto in uscita dall’impianto di Termini Imerese di proprietà di Rekogest, società che ha sede legale a Milano. Già nelle settimane scorse un altro provvedimento simile, ma di durata inferiore, era stato rilasciato dalla Regione. Anche in quella circostanza l’impianto di destinazione si trovava in Grecia.
La spedizione avrà come destinazione l’impianto della Titan Cement Company, nella città di Kamari. Si tratta di un sito di produzione di cemento alimentato con combustibili derivanti dalla lavorazione dei rifiuti. “Sia nella normativa comunitaria che in quella nazionale, le operazioni di recupero devono essere privilegiate rispetto a quelle di smaltimento”, viene ricordato nelle premesse del decreto che autorizza le nuove esportazioni.
I nulla osta
Per arrivare al via libera alle spedizioni, come di consueto è stato necessario ottenere lo sta bene da parte dell’autorità competente di destinazione, in questo caso il ministero per l’Ambiente e l’Energia della Grecia. Il consenso è arrivato con una nota incamerata dalla Regione il 10 aprile. All’articolo 3 del decreto viene comunque specificato che “la presente autorizzazione, valida dal 20 aprile 2025 al 19 aprile 2028, è comunque subordinata all’autorizzazione della autorità competente di destinazione”, non chiarendo se nel corso del triennio il ministero greco sarà chiamato a confermare il proprio assenso.
Per quanto riguarda la posizione di Rekogest, nel decreto viene detto che “risulta iscritta, in fase di aggiornamento, nella white list della prefettura di Milano” e che la società – a fronte delle lentezze che caratterizzano gli accertamenti da parte delle prefetture – ha provveduto a presentare una dichiarazione sostitutiva per affermare che “ai sensi della vigente normativa antimafia, che nei propri confronti non sussistono le cause di divieto, di decadenza o di sospensione previste dall’art. 67 del decreto legislativo 159 del 2011”. Si tratta dell’articolo del codice antimafia che parla di misure di prevenzione e di impossibilità di instaurare rapporti con le pubbliche amministrazioni.
Trasporti in sicurezza
Il provvedimento emanato dalla Regione ricorda infine la necessità di rispettare quanto previsto dal Regolamento europeo 1013 del 2006. “Il produttore, il notificatore e le altre imprese interessate dalla spedizione di rifiuti o dal loro recupero o smaltimento – si legge – dovranno adottare i provvedimenti necessari per garantire che tutti i rifiuti spediti siano gestiti senza pericolo per la salute umana e secondo metodi ecologicamente corretti per tutta la durata della spedizione e durante il recupero o lo smaltimento. Si dovrà altresì – viene specificato – durante tutte le fasi del trasporto, far ricorso ad opportuni sistemi di contenimento tali da evitare ogni possibile rischio di sversamenti, spargimenti, contaminazione o contatti con l’ambiente”.
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