Rifiuti, la Sicilia dei record negativi: il Fesr per invertire il trend

Rifiuti, la Sicilia dei record negativi: i fondi del Fesr per invertire il trend

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Rifiuti, la Sicilia dei record negativi: i fondi del Fesr per invertire il trend

Melania Tanteri  |
sabato 11 Marzo 2023

Sei le priorità inserite nel programma, tra queste una Regione verde e sostenibile, in cui venga attivata una reale economia circolare.

Prevenire la produzione di rifiuti, sostenere la loro trasformazione in risorse e favorire la diffusione di prodotti sempre più sostenibili. Ci sono anche le strategie per invertire l’attuale situazione, che vede la Sicilia tra le regioni che producono più spazzatura e tra quelle che ne riciclano meno, nel Programma Regionale FESR Sicilia 2021/2027, approvato definitivamente dalla Giunta Schifani nel mese di febbraio 2023.

Rifiuti in Sicilia: emergenza che non può più attendere

Sei le priorità inserite nel programma, tra queste una Regione verde e sostenibile, in cui venga attivata una reale economia circolare. Quanto stabilito nel documento parte infatti dall’analisi del contesto, i cui numeri lasciano pochi margini all’immaginazione.

I dati dell’osservatorio rifiuti indicano una produzione media pro-capite di 450 kg/anno di rifiuti, di cui circa il 60% smaltito in discarica.

Raccolta differenziata lumaca

Nel 2020, secondo i dati Ispra, la raccolta differenziata è cresciuta del 3,7% rispetto al 2019, che già aveva fatto registrate una crescita del 9% rispetto all’anno precedente, attestando la Regione al 42,3%. Un miglioramento, senza dubbio – secondo quanto riporta il documento, nel quinquennio 2016-20, la percentuale di raccolta differenziata risulta quasi triplicata – ma insufficiente.

“Il dato, seppur confortante in termini di incremento percentuale e di trend di crescita, conferma la Sicilia all’ultimo posto d’Italia, ben al di sotto dei livelli medi del Mezzogiorno (53,6%) e dell’Italia (63%), e lontanissima anche dalle regioni del Nord che superano il 70%”, si legge.

Performance tra le peggiori nel Paese anche per quel che riguarda il conferimento in discarica che vede la Sicilia smaltire il 57% dei rifiuti prodotti.

“Tale risultato, tra i peggiori a livello nazionale, mostra in maniera evidente il deficit impiantistico di cui soffre la regione”.

Gli interventi del Pr sul fronte rifiuti

Secondo le intenzioni del Governo, il Pr contribuirà agli obiettivi del nuovo “Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani”, “sostenendo la prevenzione della produzione di rifiuti, la trasformazione in risorse secondarie di alta qualità e agendo a monte per favorire la diffusione di prodotti sempre più sostenibili”. Vediamo come nel dettaglio.

Rifiuti, ecco come la Regione intende intervenire

La Regione si è dotata di un nuovo “Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani” (PRGRU) per adeguare le azioni alla pianificazione regionale e alle rinnovate norme europee.

“Gli obiettivi principali – riporta il documento – sono sinteticamente riassunti in azioni finalizzate alla raccolta della produzione dei rifiuti, incremento del tasso di raccolta differenziata, miglioramento della formazione e informazione dei cittadini sulle best practice da seguire, incremento di impianti di selezione per la valorizzazione e riciclo dei rifiuti, nonché per l’attivazione di centri che incentivano il right repair. Si prevede di finanziare le operazioni mediante sovvenzioni in quanto relative alla realizzazione di interventi rivolti all’erogazione di servizi essenziali di interesse generale”.

Rifiuti in Sicilia: servono gli impianti

La Regione intende intervenire sulla questione rifiuti a cominciare dall’installazione di impianti per la valorizzazione energetica di biomasse e della frazione-organica da Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) con tecnologie efficienti ed a contenuto impatto ambientale.

Il trattamento delle biomasse

“Nonostante la Sicilia sia caratterizzata da una buona disponibilità di biomasse di risulta e di legname (che potrebbe derivare da una più oculata e programmata manutenzione del patrimonio boschivo) è tuttavia, ancora oggi, tra le ultime regioni d’Italia per potenza installata. In aggiunta a ciò, lo smaltimento delle biomasse residuali, derivanti principalmente dalle lavorazioni agro-industriali, come ad esempio quelle prodotte dall’industria olivicola e vitivinicola, rappresenta oggi un costo non solo economico ma anche ambientale, considerati i potenziali rischi associati ad un loro errato smaltimento”.

Energia dagli scarti: tra le misure previste

Biomasse che, insieme ai rifiuti solidi urbani, rappresentano il 45% dei rifiuti conferiti in discarica. Ridurli o trattarli direttamente potrebbe dunque diminuire la percentuale di spazzatura abbancata e, di conseguenza i costi, economici e per l’ambiente. “Potrebbero, invece, diventare preziose risorse – si legge nel programma regionale – se fossero convertite in energia utilizzando le corrette tecnologie. In tale contesto, la Regione Siciliana, anche per sostenere lo sviluppo di vaste aree interne dell’Isola, intende puntare sulle biomasse che basano la loro origine dalle attività di manutenzione e gestione dei boschi e/o dalla valorizzazione energetica degli scarti di biomasse agricole ed agroindustriali. L’azione sosterrà pertanto interventi per la produzione di biogas, con possibile upgrade a biometano, da FORSU e scarti di biomasse agricole ed agroindustriali (questi ultimi in misura minoritaria) in linea con la direttiva (UE) 2018/2001.

Riduzione della produzione di rifiuti

Per smaltire meno rifiuti, questi non andrebbero prodotti. La Sicilia, al contrario, ne produce più del resto del Paese. Da qui, nel Pr, sono state inserite le “Strategie integrate di riduzione della produzione di rifiuti e incentivazione del riuso e del compostaggio”. Sono, quindi, sostenute le azioni previste nel “Programma per la prevenzione della produzione dei rifiuti in Sicilia” allegato al Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani. Come ridurre la produzione è indicato successivamente.

“Saranno sostenute azioni volte alla prevenzione della produzione dei rifiuti nella grande distribuzione organizzata, al recupero dei prodotti freschi invenduti e in scadenza, alla raccolta e al trattamento dei rifiuti riutilizzabili, alla raccolta di oggetti potenzialmente riutilizzabili (computer, giocattoli, ecc.) a favore di organizzazioni di volontariato sociale, scuole, cittadini, al compostaggio domestico e di comunità, all’incentivazione all’utilizzo dell’acqua del rubinetto, alla vendita di prodotti sfusi, campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema della prevenzione della produzione dei rifiuti e del riuso”.

Impiantistica: ecco come la Sicilia vuole recuperare

Ammodernamento e realizzazione impianti

Interventi di potenziamento e realizzazione delle infrastrutture per gestire la raccolta e il riciclo dei rifiuti, Sono contenuti anche questi nel piano. Ma non si parla di inceneritori. “Sono sostenuti interventi di ammodernamento e riconversione dell’impiantistica esistente nonché la realizzazione di nuovi impianti di selezione e riciclo al fine di gestire e recuperare le ingenti quantità di rifiuti prodotte in Regione, escludendo il trattamento finalizzato all’incenerimento e alla discarica”.

Punti di raccolta

Si tratta, dunque, di prevedere strutture che permettano di ridurre i rifiuti o favorirne il riuso: punti di raccolta centralizzati fissi, centri di raccolta differenziata a consegna, su punti di raccolta centralizzati mobili, stazioni di trasferimento.

Impianti ex novo

Nel Pr “è sostenuta l’attuazione della strategia di realizzazione impiantistica in coerenza e nel rispetto della tempistica degli interventi commissariali e delle pianificazioni d’ambito – si legge. Sono ammissibili a finanziamento nuovi impianti o adeguamento di infrastrutture esistenti che ricevono solo flussi di rifiuti raccolti separatamente. Si prevede la realizzazione degli impianti di selezione della frazione secca e di compostaggio della frazione organica intercettata con la RD, di impianti di trattamento del percolato, nonché il potenziamento del segmento impiantistico relativo al trattamento dei rifiuti per il recupero di materiali ai fini circolari e di biostabilizzazione aerobica della frazione organica del rifiuto residuo solo se proveniente dalla RD, massimizzando il recupero di materia e minimizzando il ricorso alla discarica come sistema di smaltimento finale. Potranno essere realizzati anche impianti per la digestione anaerobica dei rifiuti organici/FORSU con produzione di biogas se l’investimento è funzionale alla chiusura del ciclo dei rifiuti dell’ambito”.

L’informatizzazione dei sistemi

Il Piano regionale intende anche sostenere la digitalizzazione del ciclo dei rifiuti “attraverso l’uso estensivo della robotica, l’Internet delle cose, il cloud computing, l’intelligenza artificiale, software di analisi e gestione, sistemi di tracciamento che forniscano maggiori garanzie in termini di trasparenza, conoscenza e prevenzione dell’illegalità”.

L’intervento sulle Srr

Il piano politico – amministrativo. Le azioni immaginate nel Pr prevedono interventi “indispensabili di rafforzamento della capacità amministrativa a tutti i livelli del processo e in particolare alle Società alla regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (SRR) responsabili della organizzazione territoriale, dell’affidamento e della disciplina del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani nell’ambito di competenza, al fine di assicurare performance adeguate ed in linea con gli obiettivi di sviluppo prefissati”.

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