Riforma carriere, ma decidono i cittadini - QdS

Riforma carriere, ma decidono i cittadini

Riforma carriere, ma decidono i cittadini

mercoledì 05 Febbraio 2025

Referendum confermativo

Tutta la bagarre intorno alla legge di riforma costituzionale prevista dall’articolo 138 della Carta si dovrebbe smorzare perché essa indica che: “Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti”.

Ora, nel caso in esame, non vi è dubbio che tale maggioranza qualificata dei due terzi non sarà raggiunta in nessuna delle due Camere e meno che mai in ambedue, per cui è pacifico che questa legge, una volta così approvata, dovrà essere portata dinanzi al Popolo italiano, il quale si esprimerà: la approverà o la boccerà.

Fatto questo quadro sintetico e riassuntivo, non si capisce perché tutti si affannano pro e contro tale legge, mentre sarebbe civile ed educato che le due parti (conservatori e socialisti o progressisti) cercassero di portare nel mondo mediatico le loro ragioni senza affannarsi più di tanto, col fine di rendere partecipe la popolazione, informandola correttamente.

La questione che poniamo alla vostra attenzione non riguarda il bon ton che dovrebbero avere le persone che occupano degnamente ruoli istituzionali e che dovrebbero svolgere la loro attività con disciplina e onore, come prevede l’articolo 54 della Costituzione. Onore, lo ripetiamo continuamente per evitare pessimi contrasti che possono dare un cattivo esempio ai/alle cittadini/e, in quanto, com’è noto, “l’esempio viene dall’alto”. Come possono comportarsi bene i/le cittadini/e se coloro che hanno responsabilità istituzionali si comportano male, e senza onore?

Ecco, non solo chi governa, chi legifera e chi giudica occupa posti di responsabilità, ma oltre che agire deve anche dimostrare di meritare quei posti di responsabilità, in quanto costituiscono gli esempi su cui si basano tutti e tutte. Se tali esempi sono di rispetto e di comportamenti onesti, anche i/le cittadini/e saranno spinti/e ad avere tali comportamenti, non solo per emulazione, ma soprattutto perché sono comportamenti che ispirano.
Anche il contrario però è vero e cioè che dei comportamenti negativi (corruzione, lassismo, disonestà) possono spingere all’emulazione perché: ‘Se lui/lei non lo fa, perché dovrei farlo io?’.
Il civismo è una virtù che deve permeare tutti/e, ma in primis chi sta in alto.

In questo quadro una funzione importantissima ha la comunicazione, che oggi è diventata capillare con i social, per cui i cosiddetti post vengono letti da milioni o miliardi di persone e a loro volta commentati e diffusi, cosicché il dibattito mediatico è intenso, continuo ed estremamente vasto.
È noto infatti che molte questioni di interesse generale vengono risolte in un modo o nell’altro sotto l’influsso mediatico, a prescindere dal loro valore effettivo.

Ed è proprio qui che casca l’asino, cioè che chi possiede gli strumenti per arrivare alla testa dei singoli ha la possibilità di condizionarli e quindi far fare loro certe cose che spesso non sono per essi stessi convenienti. Insomma, si tratta di manipolare le persone attraverso l’informazione, falsa nella maggior parte dei casi.

Tutti/e esprimono forte perplessità sulla quantità di fake news che circolano, che colpiscono e che influenzano, ma coloro che fanno informazione in modo professionale, fra cui i/le giornalisti/e, dovrebbero preoccuparsi di contrastare le menzogne portando a galla la verità dei fatti, che devono essere sempre disgiunti dalle opinioni.

Tornando alla riforma in esame, che prevede la separazione delle carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, ci permettiamo ulteriormente di consigliare a tutti/e di fare ragionamenti pacati per l’una o l’altra tesi, sapendo che ognuna di esse ha validità.

È indispensabile che si ritorni a un dibattito civile, con toni educati e rispettosi, in modo da trasmettere chiaramente i messaggi, non inveendo contro gli/le avversari/e, ma sottoponendo pacate argomentazioni valide, sapendo che alla fine del percorso, comunque e in ogni caso, a decidere sarà il Popolo nella sua interezza, mediante il Referendum.

Non sappiamo se questa modesta raccomandazione sarà presa in esame, ma volevamo portare in evidenza i fatti che poi ognuno/a valuterà come ritiene meglio.

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