Gaetano Armao e Giovanni La Via sono due dei nomi dei possibili nuovi assessori dell’imminente rimpasto alla Regione Siciliana annunciato dal governatore Renato Schifani dopo le elezioni europee e amministrative.
La Via, ex europarlamentare ed ex deputato regionale, molto vicino al neo eurodeputato Falcone, potrebbe essere la contropartita del presidente a Falcone, per rasserenare gli animi nella fronda catanese di Fi dopo la rinuncia allo scranno europeo del mister preferenze Edy Tamajo che a questo punto, sicuramente, avrebbe concordato col segretario nazionale Tajani chissà quale contropartita di spessore.
E che il nome dell’ex direttore dell’Università catanese sia in pole position nel toto assessori è evidenziato dal fatto che non risponde al telefono con un laconico “Scusa non posso parlare in questo momento”. Il secondo, Armao, è stato assessore all’Economia del governo Lombardo e vicepresidente. E proprio nella poltrona di assessore all’Economia molti lo vedono già insediato.
Intanto nelle scorse ore il governatore, in alcune dichiarazioni alla stampa, ha detto chiaramente che intende incidere nella Giunta col rimpasto per dare una ventata nuova che serve all’azione amministrativa, aggiungendo che gli assessori devono collaborare di più tra loro.
Schifani, allo stesso tempo, ha voluto anche anticipare quelli che sono i retroscena che ruotano dietro il possibile nuovo assetto del governo, puntando soprattutto il dito contro due assessori, Elena Pagana all’Ambiente (in quota Fdl) e Roberto Di Mauro ai rifiuti (Mpa), proprio per la gestione del nodo rifiuti che ha portato al blocco della discarica di Lentini, mettendo in seria difficoltà la raccolta in 200 Comuni.
Almeno questa è la motivazione ufficiale… Dietro potrebbero essercene altre, compresa quella di dire ai partiti che alla fine le decisioni e le scelte finali le farà Schifani. L’attacco a Di Mauro ha, però, provocato la piccata reazione del leader Mpa, Raffaele Lombardo, che in una dichiarazione si è detto “Meravigliato della critica del presidente all’assessore Di Mauro”, di fatto aprendo una partita con Schifani dai contorni ancora poco chiari.
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Chiusa, intanto, la partita per Caterina Chinnici – che andrà al Parlamento europeo al posto di Edy Tamajo, che ha deciso di rinunciare e rimanere assessore regionale -, per il governatore Renato Schifani si sono aperte le vere trattative per un rimpasto di governo già annunciato da tempo per dopo le europee. E appare chiaro che la vera partita si giocherà quasi tutta in seno a Forza Italia, che dalle urne è uscita vincitrice col 23,73% di voti, risultando la lista più votata nell’isola, forte non solo degli oltre 122mila voti di Tamajo, ma anche degli oltre 100mila dell’assessore catanese Marco Falcone, delle 93mila preferenze della Chinnici, appoggiata da Lombardo, e degli oltre 70mila suffragi ottenuti dall’avvocato di Caltanissetta, Massimo Dell’Utri, quest’ultimo appoggiato anche dall’ex governatore Totò Cuffaro, prima estromesso dalla famiglia di Forza Italia, ma successivamente rientrato dalla finestra grazie all’accordo con “Noi moderati ” di Maurizio Lupi.
È logico che con questi numeri il gioco relativo a molte nuove pedine del governatore passerà giocoforza dai berlusconiani doc, Tamajo e Falcone in primis. E questo perché l’ex governatore Raffaele Lombardo, uomo forte del Movimento per l’autonomia, con Chinnici ripescata grazie alle dinamiche interne a Fi, ha ottenuto una vittoria che, però, potrebbe impedirgli di aver grosso peso al tavolo delle trattative per far valere la sua forza, magari nella prossima scelta dell’assessore alla Salute al posto della ormai data per uscente, Giovanna Volo, tra l’altro indagata nell’indagine sullo scandalo sanitario a Messina. Infatti era proprio il nome della Chinnici che sino a pochi giorni fa circolava quale possibile nuovo assessore alla Salute della Sicilia.
Chiusa la partita Chinnici, è verosimile attendersi che proprio su uno degli Assessorati più importanti, quello della Salute, si aprirà una partita che vedrà tutti gli attori del centrodestra fortemente interessati, compreso, ovviamente, Lombardo.
Le pedine nello scacchiere che dovranno essere colmate sono diverse, c’è chi dice tra quattro o addirittura sei. In primis c’è, come detto, quella di assessore all’Economia del partente Marco Falcone, che apre una partita rovente con i colleghi palermitani del partito, in primis lo stesso Tamajo. Non è un mistero che proprio Falcone nei giorni scorsi, riferendosi proprio alla sua poltrona da ricoprire alla Regione quando si insedierà a metà luglio al parlamento europeo, avrebbe detto ai suoi che quel posto spetta a un esponete a lui vicino, che fa riferimento alla corrente catanese-romana di Gasparri.
Un altro episodio relativo al partito azzurro riguarda sempre Tamajo. Appare evidente che la sua rinuncia ad andare al Parlamento europeo denota che l’assessore abbia trovato un accordo favorevole con lo stesso segretario nazionale Tajani, magari, chissà, forse la garanzia di una sua candidatura unica quando il centrodestra sarà richiamato alle urne per il rinnovo del governatorato. Questione, evidentemente, che taglierebbe fuori Falcone, che un pensierino sulla candidatura unica di coalizione per la Regione lo aveva già manifestato. Rischia quindi di aprirsi in seno proprio a Forza Italia un dualismo tra la corrente dei falconiani e quella di Tamajo-Schifani che invece mirerebbero ad ottenere qualche pedina in più. In questo gioco si dovrebbero inserire anche gli scudocrociati che fanno riferimento a Totò Cuffaro, vecchia volpe della politica siciliana, che vuole far valere gli oltre 70mila voti ottenuti dal suo candidato.
C’è poi la terza poltrona in bilico è quella dell’ex vicepresidente ed assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino. Si attendono le decisioni del tribunale del riesame al quale l’ex vicepresidente si è appellato per avere tolta l’interdizione che gli impedirebbe di ritornare ad avere ruoli di governo. Se il riesame dovesse riconfermare quanto disposto dal gip, allora Schifani avrebbe altri due posti da colmare, quello di assessore all’Agricoltura e quello di vicepresidente. Comunque se Sammartino non dovesse essere riconfermato, allora lo stesso leader siciliano della Lega avrebbe nella manica il nominativo di un suo fedelissimo da proporre a Schifani. Si dice che questo potrebbe essere il siracusano Giovanni Cafeo, ex parlamentare siciliano della Lega. Ma non va dimenticato che nella Lega siciliana c’è un altro nominativo di peso ed è quello di Annalisa Tardino, ex europarlamentare e rivale acerrima di Sammartino. Bisognerà capire se dalla segreteria nazionale vorranno “metterci lo zampino”.