Rinnovabili in Sicilia, burocrazia blocca tutto, obiettivi 2030 irraggiungibili

Rinnovabili in Sicilia, burocrazia blocca tutto, obiettivi 2030 irraggiungibili

Svimez, in Sicilia servono investimenti pari a 9 miliardi per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030, ma come rivela il dirigente Santacolomba “la crescita degli impianti eolici è pari a zero”

Un intervento legislativo per dipanare la matassa

Date tutte queste criticità che vengono riscontrate e che ingolfano la macchina burocratica della Commissione, secondo lei, a livello legislativo, ci dovrebbe essere un intervento?
“Secondo me si, servirebbe un intervento legislativo in ordine alla possibilità di presentare un’istanza se si trova in tutto o in parte in un’area sottoposta a vincolo o mappata in aree che non sono idonee. Nel caso del fotovoltaico, avere una declaratoria e una definizione dei siti idonei in relazione agli impianti di energie da fonti rinnovabili dove si possono mettere e dove bisogna fare l’esclusione, aiuterebbe tantissimo. Nel campo delle energie da fonti rinnovabili questo intervento è di competenza regionale perché la legge nazionale stabilisce che siano le regioni a stabilire le aree idonee dove poter realizzare gli impianti.

Rinnovabili in Sicilia, burocrazia blocca tutto, obiettivi 2030 irraggiungibili
Un nuovo impianto eolico sarà costruito a Mazzarino, nel nisseno

Questo già risolverebbe il 50% dei problemi. Attualmente però non sono indicati se non per l’eolico. Ma tutte le regioni italiane sono nelle stesse condizioni. Perché nel momento in cui il potere politico deve assumere una posizione chiara e netta riscontra una serie di criticità in quanto coloro che hanno in mente di realizzare impianti dove non si dovrebbe non vogliono desistere dal loro intento, riuscendo a condizionare i parlamenti o i consigli regionali nella legificazione. Però sarebbe utile che l’Ars legificasse in questi termini: una buona attività legislativa servirebbe a permettere di semplificare le procedure a monte del percorso”.

Chi dovrebbe indicare i luoghi idonei?
“Il decreto ministeriale del 2010 del ministro dello sviluppo economico nella ripartizione della funzione dei compiti in materia energetica ha stabilito che l’identificazione delle aree idonee devono essere stabilite dalle regioni. Ora, ci sono due correnti di pensiero: una dice che deve essere stabilita dalla Regione in linea di legge e l’altra dice che può andare anche sotto il profilo amministrativo. Quelli che dicono che deve andare attraverso legge lo dicono perché questa è una codifica che non è impugnabile se non se non dalla Corte costituzionale. Quella invece delle aree idonee stabilite attraverso una delibera di Giunta sostengono che questa è una strada altamente a rischio perché può essere impugnata attraverso una procedura amministrativa. Come del resto è stato già fatto per il piano energia del governo Lombardo”.

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