Rinvio scadenze fiscali, troppe le zone d’ombra - QdS

Rinvio scadenze fiscali, troppe le zone d’ombra

Salvatore Forastieri

Rinvio scadenze fiscali, troppe le zone d’ombra

venerdì 20 Marzo 2020

Arrivano i primi chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate (risoluzione 12/E del 18 marzo) ma ancora tanta confusione. Pagamento tributi locali, atti fiscali già notificati, scadenze dei controlli formali: contribuenti disorientati

PALERMO – La pandemia del Coronavirus è purtroppo una durissima realtà. Condiziona tutta la nostra vita, sociale ed economica, imponendoci regole ferree che tutti noi dobbiamo rispettare in modo estremamente rigoroso se vogliamo veramente affrettare la fine di quest’incubo.

A causa della convulsa situazione del momento, non pare che le numerose problematiche che coinvolgono i cittadini dal punto di vista economico e fiscale siano state tutte prese in adeguata considerazione.

Sappiamo bene che tutti i cittadini, in base alla Costituzione, sono uguali dinanzi alla Legge. Non lo sono però, oggi, dinanzi al Covid-19: non ci riferiamo evidentemente non dal punto di vista sanitario, ma da quello amministrativo e fiscale. È chiaro, per esempio, che le persone a reddito fisso sono meno esposti agli effetti, quanto meno quelli immediati, del virus. Li subiscono, invece, e questa volta con effetto immediato, tutti i lavoratori autonomi. Alcuni di più, altri di meno.
Il fisco, poi, aumenta le differenze. E non solo quando c’è da pagare l’Iva o altri tributi e contributi, ma anche quando, per un motivo o per un altro, il cittadino ha bisogno di venire in contatto con gli uffici fiscali.

Con enorme ritardo, in una Gazzetta Ufficiale straordinaria datata 17 marzo 2020, è stato pubblicato il cosiddetto “Decreto cura Italia” (Dl n.18), contenente anche molte misure di natura fiscale. Misure che molti giudicano assolutamente insufficienti e che, comunque, avranno sicuramente un seguito con un altro decreto ad aprile.
Il 18 marzo scorso l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la prima risoluzione, la numero 12/E, contenente i primi chiarimenti sulla sospensione dei pagamenti conseguenti al Covid 19.

C’è da dire, per la verità, che già lo scorso 12 marzo, in maniera molto tempestiva, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate aveva emanato apposite direttive agli uffici dell’Agenzia delle Entrate, sospendendo le attività di liquidazione, controllo, accertamento, accessi, ispezioni e verifiche, riscossione e contenzioso tributario a meno che non siano in imminente scadenza.

Anche la Guardia di Finanza, con circolare dell’11 marzo, aveva già disposto la sospensione dei controlli fiscali, anche in materia di lavoro, seppure facendo salvi i casi di indifferibilità ed urgenza, non mancando di dedicare, però, molta attenzione a tutte le irregolarità legate all’epidemia, ossia le attività illegali e le frodi che sfruttano l’attuale situazione di debolezza dei cittadini.

È chiaro, però, che in attesa delle disposizioni legislative (poi emanate) l’Amministrazione finanziaria non poteva prevedere deroghe alle vigenti norme tributarie, comprese quelle riguardanti i termini di decadenza e di prescrizione. Ha previsto solo una sorta di rallentamento dell’attività di controllo, latu sensu, un rallentamento del lavoro istituzionale di controllo, limitato ai casi in cui non sussista una “ imminente scadenza”.

A livello regionale, il Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate della Sicilia si è attivato in modo intelligente, dando disposizioni agli uffici siciliani, in questo periodo di rallentamento dell’attività di controllo, di dedicarsi in misura maggiore rispetto al passato ad attività che possono aiutare l’economia del Paese, in questo caso dei siciliani, invitandoli non solo a continuare a rendere i dovuti servizi all’utenza attraverso lo strumento informatico o con il telefono, ma anche a dedicarsi maggiormente alla trattazione delle pratiche di rimborso, Iva principalmente, un’attività quest’ultima in grado di fare aumentare la liquidità delle aziende che soffrono la crisi sanitaria in atto.

Ma il rallentamento dei controlli fiscali non basta. Non bastano nemmeno le disposizioni già emanate dal Governo. I rinvii già deliberati, infatti, sono di breve durata ed inoltre sono tutti limitati ad ipotesi ben delineate, non estese a tutti i cittadini.
Con le norme esistenti, infatti, a prescindere dal grosso ingorgo fiscale del prossimo mese di giugno, non è ancora molto chiaro quello che accadrà ai contribuenti, anche a quelli già raggiunti da avvisi o notifiche degli uffici fiscali.

In materia di contenzioso tributario, pur con il rinvio delle udienze (ancora non definito in modo chiaro) e con la disposizione del Presidente della Commissione Tributaria Regionale che ha rinviato tutte le udienze a data successiva al 4 maggio, non pare che siano garantiti appieno tutti i diritti dei cittadini.

Si pensi, per esempio, alle difficoltà di ottenere la sospensione cautelare giudiziale, circostanza che, in presenza di una sospensione generalizzata dell’attività delle Commissioni Tributarie, non permetterebbe di assicurare la necessaria tutela ai contribuenti interessati.

Non pare che ci sia, nel decreto appena pubblicato, un rinvio delle scadenze relative agli avvisi per i “controlli automatici” e per i “controlli formali” dell’Agenzia delle Entrate.

Non pare che ci sia una disposizione che riguarda il caso dell’accertamento con adesione già sottoscritto.
Ed ancora, cosa succede per il pagamento dei tributi locali? Che fine faranno gli acconti Tari del mese Aprile ed Imu di Giugno? Confusione pure per le rate in scadenza verso Riscossione Sicilia.

Di contro, sempre nel decreto, c’è la sospensione dei termini di decadenza e prescrizione, a favore dell’Amministrazione Finanziaria, la quale, per l’annualità in scadenza, il 2015, si vede riconosciuto dal Legislatore un ulteriore tempo di due anni per fare i controlli e notificare gli accertamenti. Un rinvio, a favore del fisco, che può avere pure un senso, se si pensa alla necessità di recuperare evasione di qualche anno fa, ma che stona un po’ nel momento in cui il comune cittadino si accorge che tale rinvio è previsto da una norma, il secondo comma dell’articolo 12 della Legge 24/9/2015 n. 159, ossia da un articolo di legge dal quale pare sia stato però estrapolato, per via delle precise previsioni del decreto attuale, il primo comma, proprio quello che prevede sospensioni dei termini di versamento a favore dei soggetti (tutti, non solo gli uffici) interessati da eventi eccezionali, proprio come gli eventi di questi giorni, eliminando quella giusta simmetria che la norma in realtà vorrebbe garantire.

È assolutamente indispensabile, quindi, avere al più presto direttive, molto chiare ed equilibrate, tali da permettere ai contribuenti, oggi (tutti) colpiti da questa grave crisi sanitaria ed economica, di potere adempiere agli obblighi fiscali con la massima serenità, senza urgenze che contrastano con le limitazioni “fisiche” del momento.

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