Riparte la scuola, più spese per le famiglie - QdS

Riparte la scuola, più spese per le famiglie

Michele Giuliano

Riparte la scuola, più spese per le famiglie

mercoledì 16 Settembre 2020

Nell’era del post-Covid, ai costi “standard” si aggiungono quelli riservati alle mascherine. L’indagine di Cittadinanzattiva: molti istituti non riescono a fornirle gratuitamente agli studenti

ROMA – Oltre alla cartoleria, lo zaino, i libri, quest’anno il corredo scolastico si arricchisce anche delle mascherine chirurgiche. Una nuova spesa per le famiglie, nonostante sia stato comunicato ampiamente dal governo che sarebbero state le istituzioni a fornirle. L’indagine telefonica, condotta tra il 9 e il 10 settembre scorsi da Cittadinanzattiva sulle mascherine a scuola non lascia dubbi: le scuole hanno comunicato alle famiglie come per il momento debbano essere loro a provvedere, perché gli istituti ne hanno a sufficienza solo per i docenti e il personale scolastico.

L’indagine ha riguardato 4 regioni del Nord, 4 del Centro e 5 regioni del Sud, per un totale di 23 città e 39 istituti coinvolti. Anche in Sicilia si registra lo stesso andazzo che nel resto d’Italia: alle famiglie viene richiesto di farsi carico di queste spese. Il lavoro d’indagine di Cittadinanzattiva ha messo in evidenza come ci sia una profonda incertezza tra i dirigenti e il personale scolastico, le mascherine non sono arrivate o quando ci sono, spesso acquistate direttamente dalla scuola, la quantità non è sufficiente per coprire le esigenze quotidiane degli studenti e di tutto il personale docente e non docente.

Dubbi sono stati espressi anche in merito alla tipologia di mascherina che si può usare in classe: in molte scuole, infatti, sono state richieste prettamente le chirurgiche, in poche, invece, è possibile utilizzare le lavabili in tessuto. In alcuni casi le mascherine le hanno spedite le Regioni, in altri le ha comprate direttamente la scuola, in altri casi ancora i genitori si sono organizzati ed hanno utilizzato il “fondo cassa” degli anni precedenti. La tendenza generale è comunque quella di chiedere agli studenti di presentarsi in classe con una mascherina personale (e un’altra di riserva) e di tenere quelle in dotazione della scuola come “scorta” per le emergenze.

“Nonostante gran parte degli istituti siano provvisti di mascherine, seppur in quantità diverse, è evidente come si sia lontani dalle dichiarazioni che prevedevano un quantitativo giornaliero per ogni alunno – dichiara Anna Lisa Mandorino, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva -. È comprensibile quindi che i dirigenti scolastici, vista l’attuale situazione, abbiano optato per la scelta di far venire gli studenti già provvisti di mascherina”.

A monte una serie di considerazioni: innanzitutto, dovendo gli studenti firmare ogni volta che ricevono una mascherina dalla scuola, una regolare distribuzione di queste all’ingresso genererebbe una grande confusione e perdita di tempo. Oltretutto molti studenti, soprattutto dai 14 anni in su, arrivano a scuola con i mezzi pubblici e quindi dovrebbero già presentarsi all’ingresso con la mascherina (essendo obbligatoria per accedere sui mezzi pubblici). Il problema fondamentale evidenziato dall’indagine è la mancanza di indicazioni chiare e valide per tutti: dal tipo di mascherina da utilizzare in classe a come organizzare la distribuzione a scuola di quelle che, si spera in tempi rapidi, arriveranno dallo Stato.

L’associazione, quindi, per monitorare la situazione ed aiutare gli utenti ha messo a disposizione l’indirizzo mail ripartenza.scuola@cittadinanzattiva.it, per ricevere segnalazioni dai cittadini su eventuali disagi in vista della riapertura delle scuole. Ancora, all’interno della Guida Covid-19 disponibile sul sito web dell’associazione, si potranno trovare informazioni utili sulle principali novità in ambito scolastico dettate dall’emergenza, dalla riorganizzazione degli spazi, ai compiti del referente Covid, ai consigli utili per famiglie e studenti.

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