Gara per la riqualificazione dell'ex Vittorio Emanuele di Catania

“Nuova vita” per l’ex Vittorio Emanuele di Catania: via alla gara, ecco il progetto

“Nuova vita” per l’ex Vittorio Emanuele di Catania: via alla gara, ecco il progetto

Redazione  |
lunedì 08 Aprile 2024

Una gara che prevede una base d'asta di oltre 19 milioni di euro per l'ex ospedale etneo: ecco cosa si sa sul futuro dell'area.

Più di cinquemila metri quadrati da trasformare in aule e spazi didattici dedicati ai dipartimenti universitari che si trovano nel centro della città. È il progetto, già esecutivo e nei giorni scorsi messo in gara, per riqualificare tre dei padiglioni dell’ex ospedale Vittorio Emanuele di Catania, già in parte al centro del progetto di realizzazione del museo dell’Etna. A cambiare destinazione d’uso, da struttura ospedaliera a edilizia universitaria, saranno i padiglioni 14, 17 e 19.

Il progetto prevede anche interventi nell’ottica dell’adeguamento sismico, il risparmio energetico e il riciclo delle acque con un meccanismo di fitodepurazione. L’obiettivo, più in generale, è quello di restituire a un quartiere storico ma spesso ai margini della città un luogo che da anni subisce atti di vandalismo.

La gara per i padiglioni dell’ex ospedale Vittorio Emanuele

Il bando di gara prevede una base d’asta di 19,1 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 3,8 milioni relativi ai costi della manodopera. Il criterio di aggiudicazione sarà quello del massimo ribasso con i prezzi che sono stati definiti “a misura”, cioè quantificando nel dettaglio le singole voci di costo. Il 41% del valore dell’appalto, poco più di otto milioni, rientrano nella categoria dei lavori “restauro e manutenzione di beni immobili”. I termini per presentare le offerte scadranno a mezzogiorno del 14 maggio, con l’apertura delle buste fissata per la mattina del 16.

“L’obiettivo che ci si è posti in considerazione delle tempistiche strettissime imposte dal bando – si legge nel progetto esecutivo – è quello di appaltare e consegnare i lavori entro giugno 2024. Il tempo per l’esecuzione del progetto è stato stabilito in 1.095 giorni”

Le aule e le residenze universitarie

La gara va a integrarsi con quanto previsto nelle aree limitrofe, anch’esse facenti parte dell’ex Vittorio Emanuele. “Un primo progetto dell’Ateneo è stato già presentato al fine di convertire quattro edifici dell’ex ospedale in strutture residenziali universitarie (padiglioni 8, 11, 12 e 13) – si legge nei documenti allegati alla procedura d’appalto –. Il presente progetto si pone pertanto a completamento di un intervento più vasto di ricucitura del centro urbano che fino a oggi ha visto del complesso ospedaliero un elemento estraneo isolato rispetto il contesto storico limitrofo. Nello specifico, in direzione est-ovest sarà possibile superare la differenza di quota dettata dal piano di giacitura dell’ex monastero dei Benedettini e il banco lavico del 1669 tramite la realizzazione di una scalinata posta adiacente all’auditorium De Carlo”.

“Detto passaggio – continua la relazione sulla riqualificazione dei padiglioni dell’ex ospedale Vittorio Emanuele – è da ritenersi fondamentale per poter garantire l’accesso alla stazione metropolitana posta al centro dell’ex complesso ospedaliero. Sull’asse nord-sud, invece, sarà possibile collegare il tessuto storico della parte meridionale di via Plebiscito (fino alla via Vittorio Emanuele) con la parte settentrionale della stessa via Plebiscito”.

Nel complesso verranno realizzate 29 aule didattiche per un totale di oltre 2400 posti a sedere, dieci uffici, otto aule studio per 230 posti complessivi e poi ancora un’area espositiva di duecento metri quadrati e quasi 700 metri quadrati tra aree ricreative interne ed esterne coperte. Sono 103 i servizi igienici previsti nel progetto.

La tipologia di interventi

“Da una ricerca storica, svolta sulla base della cartografia esistente, tutte le unità edilizie sono da considerarsi d’interesse storico in quanto costruiti presumibilmente tra il 1800 e il 1943 e come tale, con più di 70 anni di preesistenza”. Ciò farà sì che le opere di ristrutturazione dovranno tenere conto delle caratteristiche architettoniche dei plessi: “I principali interventi saranno di liberazione delle facciate da costruzioni e utilizzo di verande vetrate e portici, demolizione di volumi aggiunti o aperture di tamponature incongrue”, si legge nel progetto.

All’interno del progetto per l’ex Vittorio Emanuele viene data attenzione anche al trattamento delle acque meteoriche. “All’utilizzo di serbatoi interrati si è preferito procedere con la realizzazione di un biolago fitodepurante, attraverso cioè l’impiego di elementi naturali, principalmente piante e ghiaia, in grado di rendere le acque balneabili. Tale tipo di depurazione, detta fitodepurazione, evita l’utilizzo di preparati chimici come il cloro e, di conseguenza, evita lo sversamento di tali sostanze inquinanti nei sistemi fognari o nei terreni circostanti”, viene specificato.

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Ex ospedale Vittorio Emanuele, limiti al subappalto

Il bando di gara prevede delle restrizioni in merito alla possibilità dell’aggiudicatario di affidare a terzi l’esecuzione delle opere. Esclusa – così come d’altronde previsto dalle norme nazionali – la cessione integrale del contratto, viene previsto che le lavorazioni che rientrano nella categoria prevalente, cioè quella relativa a restauro e manutenzione di beni immobili, possano essere subappaltate per un importo non superiore al 40%. Al contempo sarà vietato il cosiddetto subappalto a cascata, che con il nuovo codice degli appalti è stato reintrodotto. “Vista l’elevata complessità delle prestazioni oggetto dell’appalto e data l’esigenza di rafforzare il controllo delle attività di cantiere nonché dei luoghi di lavoro”, viene specificato.

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