Rottamazione, ma non per i dipendenti - QdS

Rottamazione, ma non per i dipendenti

Rottamazione, ma non per i dipendenti

sabato 15 Febbraio 2025

Fisco: figli/e e figliastri/e

Tutti i Governi, da trent’anni a questa parte ma anche prima, sono sempre stati tentati di venire incontro agli evasori fiscali e, peggio ancora, ai debitori fiscali per una semplice ragione: anch’essi votano. Vogliamo precisare che gli evasori sono le persone sconosciute al Fisco, mente i debitori sono stati destinatari delle cartelle esattoriali che non hanno pagato.

Da diverse parti si stima che l’ammontare delle imposte evase, quindi sconosciute al Fisco, oscilli fra i novanta e i cento miliardi, mentre la cifra certa dei debitori prima indicati ammonta intorno a milletrecento miliardi.

Per la prima categoria, l’Agenzia delle Entrate e Riscossione (AER) e la Polizia economico-tributaria della Guardia di Finanza fanno l’impossibile per individuare questi/e cittadini/e, che definiamo senza titubanza essere ladri/e e disonesti/e. Non sembri forte la definizione perché non sapremmo come definire coloro che utilizzano i servizi pubblici – fra cui sanità, anagrafi, strade con illuminazione e altri – senza pagare il corrispettivo, a danno degli/delle altri/e cittadini/e.

La seconda categoria, quella dei debitori, è costituita da una maggioranza che è fallita o si è trovata in gravi difficoltà finanziarie o è stata colpita da malattie e altre sciagure, per cui non ha potuto pagare le cartelle esattoriali. Ma certamente si calcola che vi è un’altra buona parte di essa che non ha pagato per cattiva volontà, traducendo tale azione in un personale arricchimento.
Le cartelle esattoriali sono equiparabili a cambiali che quei/quelle cittadini/e devono saldare allo Stato. Quest’ultimo rappresenta la Collettività. Dunque, non pagando il proprio debito, si fa prevalere il proprio interesse rispetto a quello generale.

La descrizione che precede serve per arrivare all’ennesima attivazione del Governo e cioè quella della “rottamazione”, il che significa che chi ha un debito accertato nei confronti del Fisco potrà pagarlo in dieci anni, con centoventi rate, senza un euro di sanzioni o interessi.
Evviva l’equità e “fessi/e” tutti/e gli/le altri/e – per fortuna in maggioranza – che hanno regolarmente pagato le imposte, saldando onorevolmente il proprio debito.
In questo quadro, ancora più “fessa” è quella parte di cittadini/e formata da dipendenti e pensionati/e, i/le quali non hanno mai potuto evadere perché le loro imposte sono trattenute alla fonte dai datori di lavoro pubblici e privati. Ecco un caso patente di come lo Stato tratta la propria popolazione: da figli/e e figliastri/e.

Allora ci si potrebbe domandare: come si fa a incassare questo migliaio di miliardi di crediti che lo Stato vanta nei confronti dei/delle cittadini/e? Intanto bisogna chiedersi come mai l’Agenzia delle Entrate, che si occupa solo da qualche hanno della riscossione, abbia consentito di raggiungere un magazzino di crediti così elevato. Qualcuno può subito obiettare che non sempre la riscossione è stata affidata a essa. In ogni caso non vi è dubbio che vi è stata una forte inefficienza e irresponsabilità degli enti esattori, che non sono stati capaci di riscuotere.
La questione di equità che poniamo non è certo risolvibile immediatamente, tuttavia bisognerebbe fare in modo di evitare che si ripeta.

A questo punto sembra quasi inevitabile la prima citata “rottamazione”, anche in questi termini così disastrosi per lo Stato e considerata l’iniquità nei confronti del resto della popolazione onesta. Tuttavia, ammesso che si renda necessaria un’operazione di questo genere, l’ennesima, il Governo dovrebbe comunicare quali sono gli strumenti per evitare che essa continui, si rinnovi o si perpetui.

Dobbiamo subito dire che gli evasori sono in grandissima parte le partite Iva. Vi sono anche privati/e cittadini/e debitori/trici nei confronti dello Stato che non sono stati dipendenti o pensionati/e. Dunque gli sforzi dell’Agenzia delle Entrate dovrebbero concentrarsi in primis per riscuotere i propri crediti, con mezzi efficaci e adottando personale in condizione di effettuare controlli incrociati mediante le oltre centoquaranta banche dati in cui la stessa Agenzia può entrare.
Va da sé che il compito della riscossione non può essere svolto dalla GdF prima indicata, la quale invece si deve occupare delle evasioni vere e proprie.

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