Sanità: dalle Eolie ai Nebrodi numerose criticità da risolvere - QdS

Sanità: dalle Eolie ai Nebrodi numerose criticità da risolvere

Lina Bruno

Sanità: dalle Eolie ai Nebrodi numerose criticità da risolvere

venerdì 10 Dicembre 2021

I recenti fatti di cronaca hanno riacceso i riflettori su problemi che Amministrazioni locali e Comitati di cittadini denunciano da anni. Chiesta una riorganizzazione per tutelare i residenti

MESSINA – Cittadini che sentono il loro diritto alla salute negato, che si mobilitano e protestano insieme a sindaci, assessori e consiglieri comunali. Sempre più territori si sentono penalizzati da tagli e accorpamenti operati per combattere gli sprechi e fare quadrare i conti, su cui non si è tornati indietro neppure davanti all’emergenza da Covid-19. Eppure non sono certo mancati i finanziamenti.

Dalle isole Eolie, ma anche da molti comuni dei Nebrodi, sono arrivate segnalazioni di disservizi, di ospedali depotenziati e con vuoti d’organico, di sostituti che non arrivano al posto di medici andati in pensione. La vicenda del bambino deceduto durante il parto in macchina, durante il viaggio che portava la madre da Mistretta a Patti, ha contribuito a riaccendere i riflettori sulla questione dei punti nascita chiusi (Sant’Agata Militello, Mistretta, Lipari) e sulla battaglia in corso di amministratori e comitati di cittadini per la riapertura in deroga alla norma.

Dall’arcipelago eoliano arrivano forse le azioni più forti, specie per il potenziamento dell’ospedale di Lipari: due anni fa le proteste e il blocco dei traghetti sembravano potessero smuovere qualcosa, ma alle promesse non sono seguiti atti concreti. I concorsi sono stati fatti ma sono andati deserti e alcuni giorni fa il Comitato “L’ospedale di Lipari non si tocca” ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica con un dossier sulla situazione del nosocomio che è stato inviato anche al ministro della Salute e al presidente della Regione. Nel documento si denuncia l’“erosione dei livelli di assistenza sanitaria sia in termini di quantità che di qualità”. Per i cittadini delle isole Eolie vi sono servizi sanitari divenuti “talmente carenti da non garantire nemmeno più il livello minimo di tutela e sicurezza”.

Ad appoggiare l’azione del Comitato anche l’Amministrazione comunale di Lipari e in particolare l’assessore alla Sanità Tiziana De Luca, che ha deciso di dimettersi. Dopo anni di proteste, adesso viene chiesto alla magistratura di verificare se la riduzione drastica dell’assistenza sanitaria non rientri nell’interruzione o turbativa di servizio pubblico. Mancano medici, infermieri, manca una camera iperbarica, manca la possibilità di fare un parto in totale sicurezza e se le condizioni meteo sono avverse non è possibile neppure ricorrere all’elicottero per il trasporto in altra struttura.

Anche sulla terra ferma, però, i problemi non mancano e le disfunzioni dell’ospedale di Barcellona sono stata recentemente evidenziate da Enzo Correnti, presidente del Comitato civico sorto in difesa del Cutroni Zodda. In questo caso lo stesso prefetto Cosima Di Stani ha fatto proprie le istanze dei cittadini dei dodici comuni dell’hinterland, che non possono usufruire di una struttura capace di rispondere alle loro necessità. Il nosocomio di Barcellona, infatti, si occupa sostanzialmente di malati Covid, anche se i più gravi vengono trasferiti nelle rianimazioni del Policlinico e del Papardo. Qui manca personale specializzato, anestesisti rianimatori e cardiologi. Rappresentanti sindacali e personale sanitario del Cutroni Zodda hanno in più occasioni denunciato come l’ospedale sia divenuto una sorta di serbatoio da cui attingere in favore del Fogliani di Milazzo.

Situazione complicata anche in molti comuni dei Nebrodi: Cesarò e San Teodoro da oltre un anno sono senza pediatra e dal primo dicembre ha chiuso anche l’unica Guardia medica. Il centro più vicino dove fare visitare i bambini è a Francavilla, a 50 chilometri, mentre l’ospedale più vicino è quello di Bronte, a 18 chilometri. Per domani è in programma un Consiglio comunale congiunto dei due centri in cui verrà votato un ordine del giorni con delle richieste chiare e urgenti da inviare all’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza.

Criticità anche a Montalbano Elicona, dal 30 ottobre senza medico di famiglia. A pagarne le conseguenze soprattutto i 524 ultrasettantenni che non possono fare altro che rivolgersi alla Guardia medica. A Tusa c’è lo stesso problema, dopo il pensionamento e trasferimento dei due medici in servizio. Nei giorni scorsi il Consiglio comunale ha votato una mozione, su proposta del vice sindaco Angelo Tudisca, in cui si chiede alla Regione e all’Asp l’immediata nomina di due sostituti.

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