Scomparsa da Palermo nel 1990 e mai ritrovata. L'incubo di una famiglia mai finito: continuano le ricerche per ritrovare Santina Renda.
Dal 23 marzo 1990 una famiglia e una città intera si pongono la stessa domanda: che fine ha fatto la piccola Santina Renda, scomparsa improvvisamente dal quartiere Cep (San Giovanni Apostolo) di Palermo mentre giocava con gli amici e la sorellina vicino casa? Dopo anni di segnalazioni, domande senza risposta e indagini rimaste senza colpevoli, una nuova pista riaccende la speranza e sposta l’attenzione verso il Nord Europa, dove risiede la donna che pensa di poter essere la bambina scomparsa 33 anni fa.
Santina – in Sicilia e in tutto il mondo – l’abbiamo vista ovunque, così come l’Age Progression con l’immagine di come potrebbe essere il suo viso oggi. Magari l’abbiamo osservato distrattamente, dimenticando poi il nome e la storia associata a quel piccolo viso innocente. A non perdere la speranza, però, rimane soprattutto la famiglia Renda, affiancata dall’associazione Manisco World e dal team dell’avvocato Luigi Ferrandino.
Ecco le ultime novità sul test del Dna effettuato negli scorsi giorni, nell’anno del 40esimo compleanno di Santina, e le parole del legale che assiste la famiglia della scomparsa durante l’ultimo incontro online della rubrica giuridica dell’avvocato Giorgia Bagnasco di Manisco World. Una live per fare in modo che le storie di Santina e di tanti altri non diventino mai “invisibili“.
Santina Renda: la nuova pista, il Dna e le indagini
Il compleanno di Santina in questo 2023 non è stato come tutti gli altri per la famiglia Renda. Proprio in corrispondenza del 40esimo compleanno della donna, il 23 giugno, qualcuno si è fatto avanti e ha riacceso la speranza. Una donna residente nel Nord Europa, con un passato di adozione tra la Sicilia e l’estero, avrebbe contattato la Manisco World dicendo di riconoscersi nella storia di Santina Renda.
“Nulla accade per caso“, è stato scritto in un post dell’associazione. Sarà il test del Dna a fornire (nelle prossime settimane) le risposte necessarie e a chiarire se si tratti – come si spera – di Santina. Nel frattempo, continua la lotta di Manisco World per far riaprire il caso.
“L’attività d’indagine è coperta dal segreto ed è molto complessa sia per il tanto tempo trascorso sia perché lo stato dei luoghi e le persone coinvolte sono cambiate notevolmente. L’indagine deve cercare di individuare degli elementi utili a rintracciare il percorso che potrebbe aver fatto Santina con le persone che l’hanno sequestrata. Stiamo cercando di spingere la Procura a svolgere delle indagini con gli strumenti che lo Stato mette a disposizione del pubblico ministero”, spiega l’avvocato Luigi Ferrandino.
“Le indagini difensive presentano grandi difficoltà perché il difensore non ha gli stessi strumenti concreti del pubblico ministero. Si tratta anche di una questione di carattere economico: la Procura può usufruire di organi di Polizia, mentre l’avvocato può avvalersi solo delle disponibilità proprie e del cliente. La Procura può inoltre chiedere intercettazioni e dispone di apparecchiature particolari e sofisticate”.
Cosa è stato fatto? Appelli doppiati in 12 lingue, Age Progression, indagini difensive, esami del DNA, campagne di sensibilizzazione, attività no stop online e offline. Sul caso – dopo 33 anni – continua a lavorare instancabilmente la famiglia di Santina Renda, ma anche quella “seconda famiglia” della piccola e di tutti gli scomparsi del mondo che è l’associazione Manisco World.
La storia della scomparsa di Santina Renda
Correva l’anno 1990, era il pomeriggio del 23 marzo. Santina Renda stava facendo quello che tutti i bambini della sua età dovrebbero e amano fare: giocava in strada con gli amici e la sorellina. Probabilmente pensava già a cosa avrebbe mangiato a cena. Ma quella sera Santina a casa non è tornata. Vari manifesti diffusi in seguito alla sua scomparsa recitano: “Sono Santina Renda, rapita“. Sul rapimento c’è una testimonianza importante: quella della sorella di Santina, Francesca. Bambina anche lei al tempo, ancora oggi, da adulta, ricorda tutto e non si dà pace perché, nelle parole dell’avvocato Bagnasco, “ci sono dolori che non vanno in prescrizione”.
Secondo Francesca Renda, quel pomeriggio di 33 anni fa un’auto bianca – con all’interno un uomo, con barba folta e occhiali, e una donna – si sarebbe fermata vicino al gruppo di bambini. L’uomo avrebbe prima cercato di attirare Santina, poi l’avrebbe portata via con la forza. Sono passati 33 anni e le segnalazioni sono state tante. La storia di Santina si è “incrociata” perfino a quella del cuginetto Maurizio Nunzio, vittima di un atroce omicidio nel 1992. Chiamate, pseudo-confessioni, segnalazioni e condivisioni, però, non hanno mai risposto alla domanda: dov’è Santina Renda? La famiglia continua a cercare risposte, oggi come ieri e domani.
Scomparsi e mai trovati, gli strumenti oggi
Santina Renda è, purtroppo, una di tante. Il suo caso riguarda la Sicilia da vicino ma che non differisce – soprattutto nel dolore e nell’angoscia che suscita – da qualsiasi altro in Uganda, in Messico o in Spagna. Di bambini scomparsi e mai ritrovati, apparentemente destinati a finire nel dimenticatoio, negli archivi di vecchi giornali o al massimo in un angolo nascosto di memoria, ce ne sono milioni. Oggi, però, gli strumenti per agevolare le ricerche esistono. Ed è importanti conoscerli e contribuire a diffonderli per dare risposte alle famiglie disperate.
“Prima non c’era il Dna, non c’era l’informatica, non c’erano i social, non c’era il web. Oggi questi strumenti ci sono. Ci sono anche le Age Progression, che sono utili in questa tipologia di indagine”, spiega l’avvocato Ferrandino sottolineando le nuove tecnologie possano contribuire a dare una svolta alle ricerche in casi come quelli di Santina.
Nessuna famiglia dovrebbe perdere la speranza. Lo conferma anche la presidente di Manisco World, Virginia Melissa Adamo, che condivide un appello ai familiari e agli amici di persone scomparse. “Fate riferimento a noi perché possiamo attivare un piano ben definito per le ricerche. Ogni caso è a sé, ma ci avvaliamo di strumenti sofisticati e siamo perennemente attivi su tutti i social e i canali web”.
Manisco World si occupa di bambini e – più in generale – persone scomparse (tra i casi seguiti quelli di Santina Renda, Stefania Puglisi e Angela Celentano), rapite e/o vittime di sette a livello internazionale. Lo fa attraverso indagini difensive a favore delle famiglie in cerca di risposte, contatti con Procure e istituzione, ma anche attraverso lo strumento di comunicazione più potente del mondo contemporaneo: i social. TikTok, Instagram, Facebook… Non sono soltanto puro intrattenimento, ma possono portare a vere e proprie svolte in casi mai risolti, facendo arrivare storie e volti in ogni angolo del mondo. Perfino in quelli dove, si spera, sono nascoste vittime che si possono ancora salvare.
Foto di copertina da Instagram