Lo Sbarco alleato nel Sud raccontato in modo inedito - QdS

Lo Sbarco alleato nel Sud raccontato in modo inedito

redazione

Lo Sbarco alleato nel Sud raccontato in modo inedito

Vittorio Sangiorgi  |
giovedì 23 Giugno 2022

Questo il tema di “Paisà, sciuscià e segnorine”, di Avagliano e Palmieri

CATANIA – Si è tenuto, nel fine settimana a Catania, un prestigioso ed interessante evento culturale. Nella suggestiva cornice del Palazzo della Cultura è stato presentato nei giorni scorsi il libro “Paisà, sciuscià e segnorine”, scritto a quattro mani da Mario Avagliano e Marco Palmieri ed edito da Il Mulino. L’iniziativa, dal rilevante valore culturale, è stata organizzata dalla fondazione Etica & Valori Marilù Tregua e patrocinata dal Comune di Catania con la collaborazione dei Club Lions. Presente il direttore e fondatore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua, che ha introdotto e moderato il dibattito.

Tema del libro è la storia in Sicilia e nell’Italia meridionale, dallo sbarco angloamericano del luglio 1943 fino al 25 aprile 1945. Una storia complessa e articolata, scandita da luci e ombre, che i due autori raccontano attraverso una pluralità di fonti, anche quelle che spesso sono tagliate fuori dalla storiografia ufficiale. Fonti riconducibili alla popolazione civile, a quei racconti fatti di esperienze e sentimenti personali a lungo tramandati solo oralmente. Un percorso che racconta, tra le altre cose, di conflitti, violenze, miseria, tensioni sociali e recrudescenze criminali.

Un lasso di tempo relativamente breve, nel grande racconto della storia, in cui dall’euforia per la libertà ritrovata si passa all’insofferenza e allo scontro con le truppe alleate, che si fanno portatrici di degrado economico e morale e che, in fondo, incarnano logiche e atteggiamenti proprie del loro ruolo di conquistatori e occupanti. Simbolo di questi contrasti è certamente il terribile fenomeno delle cosiddette “marocchinate”, ovvero gli stupri perpetrati da reparti formati da truppe maghrebine appartenenti all’esercito francese che – in quegli anni – erano inquadrati nelle forze alleate che risalivano la Penisola.

Altro tema significativo dell’opera è quello relativo al ruolo avuto dalla mafia, tanto nelle fasi preparatorie quanto in quelle immediatamente successive all’operazione Husky. Senza dimenticare la nascita dei sentimenti separatisti o di un nuovo banditismo, incarnato dalla controversa figura di Salvatore Giuliano.

Insomma, l’opera di Avagliano e Palmieri affronta quell’importante fase della nostra storia attraverso tutte le sfaccettature possibili, ponendosi come un importante resoconto del clima, della società, dei mutamenti propri di quel breve ma intenso periodo.

Ad arricchire la presentazione gli interventi di Cinzia Torrisi (assessore alla Cultura del Comune di Catania), Pina Palella (presidente Anpi Catania) e Lendra D’Antone (docente di Storia contemporanea dell’Università Sapienza). Contribuiti, i loro, tramite cui sono state proposte prospettive diverse e articolati spunti di riflessione sui temi di “Paisà, sciuscià e segnorine”, che hanno suscitato l’interesse e la partecipazione del numeroso pubblico presente. A inframezzare questi interventi la lettura di alcuni dei 13 capitoli di cui si compone l’opera, affidata alla coinvolgente interpretazione dell’attore catanese Santo Santonocito.

L’autore Mario Avagliano, intervenuto a conclusione dell’evento, ha compendiato tutte le riflessioni, entrando nel vivo della sua opera. “Obiettivo principe del testo – ha spiegato – è quello di ribaltare e smentire, attraverso fonti e documenti storici, l’idea di un Mezzogiorno passivo nelle dinamiche del dopoguerra italiano. Il Sud, al contrario, si è messo in gioco e ha detto la sua, attraverso momenti come Le Quattro giornate di Napoli, le manifestazioni di piazza, tra cui quella di Catania del dicembre 1944, la nascita di Radio Palermo”.

“Un Sud – ha concluso l’autore del volume – che si è fatto precursore di temi e realtà che hanno poi caratterizzato la storia dell’intera nazione”.

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