Secchioni e neofiti, l'autunno caldo del Governo Draghi - QdS

Secchioni e neofiti, l’autunno caldo del Governo Draghi

Valeria Arena

Secchioni e neofiti, l’autunno caldo del Governo Draghi

giovedì 16 Settembre 2021

Qualità e improvvisazione, alti e bassi di una squadra di governo variegata: per il presidente del Consiglio nessun dubbio sulla tenuta della maggioranza ma incombono le incertezze del secondo autunno in piena emergenza pandemica

Mario Draghi è stato perentorio, il governo andrà avanti senza il pericolo di disastri o scene madri all’orizzonte. O è dotato di palla di vetro, viene da pensare, o conosce molto bene la sua squadra e quelli che le svolazzano intorno. Il governo va avanti, quindi, e lo fa nel mezzo di una precarietà che è anche internazionale: le incertezze del secondo autunno in piena pandemia, l’obbligo vaccinale, la ripresa economica e occupazionale, la riforma giudiziaria, l’emergenza climatica, la questione afgana, le elezioni federali tedesche e l’addio di Angela Markel dopo 16 da cancelliera in Germania e da figura politica fondamentale per l’Ue.

Certo, Draghi forse sperava di arrivarci con una squadra di governo meno variegata, più compatta e preparata, ma il suo pragmatismo, accompagnato dalla sua schiettezza linguistica e da quell’atteggiamento di chi va in giro con il righello tra le mani per bacchettare chi sgarra, sembra averne messi alcuni in riga ed è lui fare la differenza in mezzo a questo marasma.

M5S

Quando vent’anni fa è cambiato il mondo, era inverosimile prevedere che il ministro degli Esteri italiano del ventennale dell’attacco alle Torri gemelle, coinciso poi con il ritiro delle truppe americane e dalla Nato dall’Afghanistan e con il ritorno al potere dei talebani, sarebbe stato un trentaseienne senza storia politica alle spalle e senza particolari doti diplomatiche che all’epoca dei fatti aveva solo 14 anni. Sul curriculum di Luigi Di Maio si è detto tanto, pure troppo, e si scherzato altrettanto: il lavoro di bibitaro al San Paolo, la laurea in legge mai presa, il ruolo da presidente del consiglio degli studenti all’Università di Napoli, l’iscrizione all’Ordine nazionale dei giornalisti nell’elenco pubblicisti. Federico D’Inca, prima di diventare deputato e poi ministro dei Rapporti con il Parlamento e le Riforme dei governi Conte II e Draghi, si occupava di controllo della qualità, di gestione del personale e di manutenzione dei punti vendita di azienda come Lidl, Sintetico spA e Scp srl, mentre Fabiana Dadone, oggi ministra della Politiche giovanili, svolgeva la professione di praticante avvocato, senza tuttavia riuscire poi a passare l’esame di abilitazione. Nel gruppo dei ministri anche Stefano Patuanelli, a capo della Politiche agricole, alimentari e forestali, ingegnere edile consigliere e tesoriere dell’Ordine degli Ingegneri con cinque anni di esperienza nei consigli comunali.

Per quanto riguarda i sottosegretari, ancora una volta nessun politico di professione, mestiere ormai disprezzato, ma solo politici improvvisati per vocazione e giustizia sociale. Hanno scoperto il grande Palazzo del potere, Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari esteri, consulente e insegnante di informatica, Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno, laureato in Biotecnologie, grande teorico del complotto e posizioni pseudoscientifiche, Anna Macina, avvocatessa e sottosegretaria alla Giustizia, un tassello inserito nel posto giusto, Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alle infrastrutture, candidato due volte alla presidenza della Regione Sicilia, già magazziniere e geometra nel settore metalmeccanico prima di essere folgorato sulla via del Vaffa, Rossella Acoto, sottosegretaria al Lavoro con laurea triennale in Scienze economiche e un impiego nella pubblica amministrazione in qualità di contabile, Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione e insegnante di liceo, Dalila Nesci, sottosgretaria per il Sud, giornalista, ufficio stampa e Pr, Laura Castelli, viceministra all’Economia, già conosciuta per i suoi strafalcioni in ambito economico, con una laurea triennale in Economia, varie consulenze fiscali, lo studio di famiglia e tre anni da addetta alla sicurezza allo Stadio San Paolo, un luogo evidentemente formativo per i deputati grillini, e Ilaria Fontana, sottosegretaria del ministero della Transizione ecologica, a quanto pare uno dei profili più esperti del tema ambientale all’interno del Movimento. Nel suo sito, si descrive come resiliente, prima parola ad apparire nella sezione Chi sono, e figlia della Ciociaria.

CENTROSINISTRA

A dimostrazione del fatto che forse la legge karmica esiste ed è pure perfida, chi voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno si è trovato a governare insieme a quelle stesse figure che quel Parlamento lo popolano da anni. Il Pd, per esempio, ha un arsenale di politici professionisti finiti al governo: Lorenzo Guerini, attuale ministro della Difesa, è stato consigliere comunale, assessore ai Servizi sociali e il più giovane presidente di provincia, tutto a Lodi. Dirigente nazionale del Ppi, è passato prima alla Margherita poi al Pd fino a diventare il fedele consigliere di Matteo Renzi. Stesso iter anche per Andrea Orlando, attuale ministro del Lavoro ma già ministro dell’Ambiente e della Difesa per Letta, Renzi e Gentiloni (segretario provinciale della Federazione giovanile comunista italiana, consigliere comunale e assessore alle attività produttive a La Spezia, vice di Letta e Zingaretti nel Partito democratico fino al ritorno del primo la scorsa primavera) e Dario Franceschini, praticamente ministro alla Cultura sine die, già ministro per i Rapporti con il Parlamento del governo Letta, sottosegretario alla Presidenza del consiglio di D’Alema e Amato, vicesegretario del Pd di Letta, vicesegretario del Ppi di Letta e segretario del Pd dopo Bersani. Politica nelle vene anche per Roberto Speranza, ministro della Salute in piena pandemia. Prima piddino poi segretario di Articolo uno, l’ennesimo partito di sinistra nato post scissione. Speranza ha iniziato come consigliere comunale e assessore a Potenza, prima di diventare segretario regionale del Pd lucano. Più breve invece la carriera politica di Elena Bonetti, ministra delle Pari opportunità e della Famiglia, ma già professore associato di analisi matematica presso l’Università di Milano. Iscritta al Pd dal 2017, è stata chiamata da Renzi, che poi ha seguito in Italia viva, a far parte della segreteria del Pd come responsabile nazionale giovani e formazione per via della sua attività con gli scout cattolici dell’Agesci.

Diversificata la formazione dei sottosegretari dell’area di sinistra. Ivan Scalfarotto, sottosegretario all’Interno, ha lavorato per anni nel settore bancario prima che la lettera inviata a Repubblica in cui esprimeva delusione per il primo governo Prodi lo avvicinasse all’Ulivo e ai Ds. Attivista e già sottosegretario per Renzi, Gentiloni e Conte, è stato anche vicepresidente del Pd dell’ex sindaco di Firenze, che poi ha seguito a Italia viva. A Italia viva è approdata anche Teresa Bellanova, sottosegretaria alle Infrastrutture e tra i ministri ritirati da Renzi prima della caduta del Conte II. Sindacalista dei bracciati sin da giovanissima, ha abbandonato gli studi dopo la terza media e ha iniziato a lavorare nei campi impegnandosi in prima linea nella lotta al capolarato, attività che l’ha portata in Parlamento prima in qualità di deputata e poi di viceministra allo Sviluppo economico e ministra alle Attività agricole. Ricercatore, giornalista ed eurodeputato, Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, è il segretario di +Europa. Da 30 anni iscritto al Partito radicale, si è occupato di temi economici per Radio radicale e numerose testate nazionali. Esclusivamente politiche, invece, le carriere professionali di Anna Ascani, sottosegretaria allo Sviluppo economico, Caterina Bini, sottosegretaria per i rapporti con il Parlamento, e Assunta Messina, sottosegretaria all’Innovazione tecnologica. Nate tra i consigli comunali, le prime due, figlia dell’ex sindaco democristiano di Barletta, la Messina è stata tra i fondatori del Partito democratico nel 2007.

CENTRODESTRA

Volti noti anche quelli dell’area di destra filoberlusconiana. Renato Brunetta, che vanta già una carriera da professore universitario in Economia, da editorialista per Il Sole24ore e Il Giornale e da consigliere economico per i governi Craxi, Amato e Ciampi, è tornato sulla poltrona del ministero della Pubblica Amministrazione, così come Maria Stella Gerlmini e Mara Carfagna, da febbraio rispettivamente agli Affari regionali e le autonomie e al Sud e coesione territoriale. La prima, avvocatessa con una riforma a suo nome quando era ministra dell’Istruzione, ha iniziato tra i consigli comunali e regionali, divenendo pure assessore della provincia di Brescia; la seconda, ex modella, sesta classificata a Miss Italia e Miss Cinema 1997 e conduttrice televisiva, è la secchiona di casa Forza Italia, tanto da essere considerata tra i possibili eredi di Silvio Berlusconi alla guida del partito. Tra i sottosegretari troviamo invece Francesco Paolo Sisto, alla Giustizia, procuratore, avvocato e consulente della commissione parlamentare Antimafia nel 2004, Giorgio Mulè, alla Difesa, ex giornalista del Il Giornale e di Mediaset, Gilberto Fratin, viceministro allo Sviluppo economico, ex vicepresidente della Regione Piemonte, Francesco Battistoni, alle Politiche agricole, alimentari e forestali, ex consigliere provinciale, assessore all’Ambiente di Viterbo e sindaco di Proceno, Andrea Costa, dal 2020 con Noi con l’Italia e sottosegretario alla Salute, ex sindaco di Beverino e consigliere regionale della Liguria e consigliere comunale di La Spezia, e Deborah Bergamini, ai Rapporti con il Parlamento, ex direttore Marketing alla Rai e condirettore del Riformista fino a dicembre 2020.

LEGA

Se c’è un politico che più di tutti subisce le tirate d’orecchie di Mario Draghi, quello è Matteo Salvini, al governo con il suo vice alla Lega, Giancarlo Giorgetti, ministro degli Sviluppo economico, a capo del partito dal 2002 al 2012 e fervido sostenitore del federalismo, ed Erika Stefani, ministra della Disabilità, avvocatessa e già consigliere comunale, assessore e vicesindaco di Trissino. Al loro di uniscono, Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, avvocato e deputato della Lega dal 2008, Stefania Pucciarelli, sottosegretaria alla Difesa, consigliere comunale e parlamentare dal 2018, Gian Marco Centinaio, alle Politiche agricole, ex agente commerciale e responsabile vendite del Club Med Italia, ma già attivo in politica dall’inizio degli anni 90 in qualità di consigliere comunale, assessore e vicesindaco a Pavia, Vannia Gava, alla Transizione ecologica, anche lei ex venditrice poi diventata assessore all’Ambiente di Salice, Alessandro Morelli, viceministro alle Infrastrutture, anche lui consigliere e assessore a Milano, Tiziana Nasini, sottosegretaria al Lavoro, già assessore ad Arezzo, Rossano Sasso, all’Istruzione, docente, ex segretaria regionale della Lega Puglia, espressione che fa sempre sorridere, e dirigente del sindacato Ugl nel comparto scuola, e Lucia Bergonzoni, alla cultura, interior design vicina alla Lega già dalle scuole superiori, candidata a sindaco di Bologna e alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, uscendone però sempre sconfitta.

I TECNICI

Curricula ammalianti per molti dei tecnici che Draghi ha scelto per i ministeri più importanti. Marta Cartabia, ministra della Giustizia, è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente della Corte costituzionale in Italia, oltre che la terza donna a diventare giudice della Corte. Tra le docenti di diritto più stimate all’estero, è stata ricercatrice, fondatrice dell’Italian Journal of Public Law, membro della Commissione europea per la Democrazia e autrice di oltre 230 pubblicazioni in diverse lingue. Brillante carriera accademica in Italia e all’estero anche per Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica e chief Technology & innovation officer di Leonardo S.p.a.. Professore universitario di Fisica, ha fondato l’Istituto Italiano di tecnologia di Genova, centro di ricerca di rilevanza internazionale, conta oltre 100 brevetti e 1100 pubblicazioni. Vittorio Colao, ministro dell’Innovazione tecnologica ed ex capo della task force Fase due della ricostruzione economica del paese a seguito del pandemia durante il Conte II, sfoggia invece nel curriculum sia la parola Bocconi, dove si è laureato, che quella Harvard, dove ha preso un master. Ha iniziato a Londra presso la banca di affari Morgan Stanley e lavorato per dieci a Milano alla McKinsey&Company. È stato amministratore delegato della Vodafone, di Rcs e Unilever e dal 2019 fa parte del comitato direttivo di Verizon. Altro accademico tout court, Enrico Giovannini, attuale ministro delle Infrastrutture, è professore di Statistica all’Università Tor Vergata di Roma e presidente della Conferenza degli Statitici europei, organismo della Commissione economica per l’Europa della Nazioni unite. Metà politico, metà accademico, Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, è stato professore di politica economica, rettore dell’Università di Ferrara fino al 2010, anno in cui è diventato commendatore al merito della Repubblica italiana, assessore alle politiche europee per lo sviluppo, scuola, formazione, ricerca università e lavoro della Regione Emilia Romagna e direttore scientifico della Fondazione internazionale Big data e intelligenza artificiale per lo sviluppo umano. Cristina Messa, ministra dell’Università e della ricerca, è invece laureata in Medicina con specializzazione in Medicina nucleare. Vicepresidente del Cnr dal 2011 al 2015 e membro dell’Osservatorio nazionale della formazione medico specialistica Miur, vanta numerose esperienze professionali all’estero. Daniele Franco, ministro dell’Economia, ha una lunga carriera alla Banca d’Italia in qualità di capo della direzione finanza pubblica del servizio studi, capo del servizio studi di struttura economica finanziaria, direttore centrale dell’area ricerca economica e relazioni internazionali, vice direttore e direttore generale. Infine, Luciana Lamorgese, ministro degli Interni, prefetto di Varese e consigliere di Stato, ha fatto parte della direzione generale dell’Amministrazione generale per gli Affari del personale, dell’ufficio studi per l’Amministrazione generale e per gli Affari legislativi e ricoperto il ruolo di direttore dell’ufficio Orientamento della Pubblica amministrazione nella sede centrale per gli Affari legislativi e le relazioni internazionali.
Ricercatori, docenti, fiumi di pubblicazioni e collaborazioni in Italia e all’estero anche per due dei quattro sottosegretari senza colore politico: Pierpaolo Sileri, alla Salute, già medico e professore universitario, e Maria Cecilia Guerra, all’Economia, lavora da anni per le Istituzioni pubbliche, tra cui Consob, Cnel e Formez, in ambito economico-finanziario. Chiudono la lista Alessandra Todde, allo Sviluppo economico, laureata in Ingegneria informatica, fondatrice di Energeya, società che si occupa di trading energetico e del software di gestione del rischio, ed ex amministratore delegato di Olidata e partner di Kaufmann&Partners, società di investitori e consulenza aziendale, e Alessandra Sartore, all’economia, da anni al Mes in qualità di dirigente.

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