Servizi sociali, al Nord la spesa per abitante è il triplo del Sud - QdS

Servizi sociali, al Nord la spesa per abitante è il triplo del Sud

redazione

Servizi sociali, al Nord la spesa per abitante è il triplo del Sud

mercoledì 24 Febbraio 2021

L’Istat ha preso in esame i fondi stanziati dai Comuni italiani nel 2018. Gli estremi: si passa dai 569 euro pro capite di Bolzano ai 27 della Calabria

ROMA – Nel 2018 la spesa dei Comuni per i servizi sociali è aumentata per il quinto anno consecutivo e ha raggiunto 7 miliardi e 742 milioni di euro, recuperando pienamente il calo del triennio 2011-2013: lo rende noto un report dell’Istat sulla spesa dei comuni per i servizi sociali.

La spesa per abitante è stata pari a 124 euro (120 nel 2017) con differenze territoriali molto ampie: al Sud è di 58 euro, meno della metà del resto del Paese e circa un terzo di quella del Nord est (177 euro). Le risorse sono destinate prevalentemente ai minori e alle famiglie con figli (38%), alle persone con disabilità (27%) e agli anziani (17%). La maggior parte delle risorse impiegate a livello locale per i servizi sociali provengono dai Comuni (57,1%) e dalle associazioni di Comuni (2,5%), le quali gestiscono il 31% della spesa impiegata sul territorio per i servizi e gli interventi sociali. Fra le altre fonti di finanziamento la più rilevante è data dai fondi regionali vincolati per le politiche sociali (fondi provinciali nel caso di province autonome), che coprono il 18,1% della spesa.

Quasi l’80% della spesa per gli interventi e i servizi socio-assistenziali, dunque, viene finanziata a livello regionale o sub-regionale. Al Centro e al Nord Italia, dove la spesa sociale è più rilevante, è anche più alta la quota finanziata con le risorse proprie dei Comuni e delle Associazioni di Comuni (60% nel Nord-est, 70% nel Nord-ovest); nel Mezzogiorno questa quota si riduce (51% al Sud e 31% nelle Isole) e aumenta il peso dei fondi regionali, statali o dell’Ue.

Entrando nei dettagli del rapporto Istat, nel 2018 la maggior parte della spesa sociale è stata destinata a minori e famiglie con figli. Il tutto pari a circa 2,8 miliardi (38,1% della spesa totale), in crescita rispetto al precedente anno (+2,7%). A livello territoriale è il Centro Italia la ripartizione che destina più fondi a quest’area (41,3%), con in testa la regione Umbria (47,1%); seguono il Sud (40,4%), con la Puglia che ha la quota più alta (il 44%), il Nord-ovest (39,2%), trainato dalla Liguria (44,6%), il Nord-est (36%) e le Isole (30,3%).

In termini pro-capite (in rapporto al numero di residenti nelle famiglie con minori di 18 anni) le risorse sono passate da 176 euro nel 2017 a 184 nel 2018, ma rimane tuttavia – informa ancora l’Istituto di statistica – “l’ampio divario Nord-Sud”: si passa infatti dai 569 euro spesi per abitante della Provincia Autonoma di Bolzano ai 27 della Calabria.

Nel confronto con l’Europa, riferito al più generale comparto della protezione sociale, la spesa pro-capite (in questo caso rapportata al totale dei residenti) risulta decisamente più bassa nel nostro Paese (311 euro nel 2018 contro 616 della media Ue) e il divario è ancora più ampio rispetto a paesi limitrofi come Francia (789 euro) e Germania (1.189). La quota più ampia della spesa per le famiglie con figli è riferita ai trasferimenti in denaro, mentre la spesa per i servizi, riconducibile principalmente ai servizi sociali dei Comuni, risulta una quota ridotta ed è molto inferiore rispetto alla media europea.

Anche per i servizi di supporto ai disabili le risorse sono più scarse nel Mezzogiorno

ROMA – Nel 2018 è proseguito l’andamento positivo della spesa sociale dei Comuni per l’area disabili: lo certifica l’Istat, segnalando per quell’anno un aumento del 6,9% rispetto al 2017.

Rispetto al 2003, primo anno in cui l’Istat ha raccolto i dati sulla spesa dei Comuni per interventi e servizi sociali, le risorse destinate alle persone disabili sono quasi raddoppiate: da un miliardo e 22 milioni di euro nel 2003 a 2 miliardi e 5 milioni nel 2018. Nello stesso periodo la spesa annua pro-capite per persona disabile residente è passata da 1.478 a 3.212 euro ed è aumentato il peso di questa tipologia di beneficiari sulla spesa sociale totale dei Comuni: dal 19,7% al 26,8%.

Tale crescita è riconducibile principalmente all’introduzione del Fondo nazionale per la non autosufficienza, istituito con l’intento di fornire sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti (legge 27 dicembre 2006 n. 296). Dal punto di vista territoriale le risorse impiegate per i servizi di supporto ai disabili continuano a essere disomogenee e con differenziali di crescita. Il Nord-est in particolare è l’area d’Italia con l’aumento più sostenuto nel 2018 (+10,7%), seguono il Centro (+7,9%), il Nord-ovest (+7,6%) e le Isole (+3,5%). La spesa è invece rimasta stabile al Sud, in linea con l’anno precedente, con valori in termini pro-capite che oscillano tra i 5.509 euro del Nord-est e i 1.017 del Sud.

La spesa per la protezione sociale riferita alla disabilità rapportata al totale dei residenti, è inferiore in Italia rispetto alla media Ue (426 per abitante contro 566 euro Ue).

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