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Siccità in Sicilia, più acqua nelle dighe dopo l’estate. Ma rimane alta l’attenzione: i dati

Siccità in Sicilia, più acqua nelle dighe dopo l’estate. Ma rimane alta l’attenzione: i dati
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A fine settembre, nelle venti dighe presenti nell’Isola c’erano complessivamente 265,21 milioni di metri cubi d’acqua. Un anno fa, nello stesso periodo 202,38 milioni

L’estate 2025 si è chiusa in Sicilia con quasi un terzo di acqua in più nelle dighe rispetto a quella che era presente nel 2024, l’anno in cui l’isola ha conosciuto nella forma più violenta – almeno finora – la siccità. I dati sono ricavati dal report curato dall’Autorità di bacino della Regione.

L’attenzione, tuttavia, rimane alta. Importante saranno i prossimi mesi autunnali, con l’auspicio che arrivino le piogge che l’anno scorso sono mancate, in modo da ricaricare gli invasi.

I numeri

A fine settembre, nelle venti dighe presenti in Sicilia c’erano complessivamente 265,21 milioni di metri cubi d’acqua. Un anno fa, nello stesso periodo la quantità registrata dalla Regione era stata di 202,38 milioni di metri cubi. Dal confronto viene fuori un incremento delle riserve del 31 per cento.

In alcuni casi la crescita è evidente, come nella diga Ancipa alimentata dal Troina: a settembre ’24 c’erano poco più di due milioni di metri cubi, la scorsa settimana invece ne sono stati registrati 17 e mezzo.

Un discorso simile può essere fatto per la diga Don Sturzo-Ogliastro, alimentata dal Gornalunga: la crescita registrata va dai circa 21 milioni di metri cubi dell’anno scorso agli oltre 35 di quest’anno. Nell’invaso Lentini, nel Siracusano, si è passati invece da poco più di 64 milioni ai quasi 86. Cresciuta anche la quantità di acqua nella diga Rosamarina.

Non mancano i casi in cui, nonostante la crescita generale, a distanza di un anno si registrano leggeri decrementi. È la situazione che caratterizza le dighe Arancio, Castello Garcia e Poma.

Riduzione estiva

Se il confronto a distanza di un anno si chiude con un segno positivo e un aumento di oltre sessanta milioni di metri cubi, il discorso cambia se come punto di riferimento si prende il mese di agosto.
Nel giro di quattro settimane, infatti, nelle dighe siciliane l’acqua è diminuita di oltre 46 milioni di metri cubi.

Il decremento interessa tutti gli invasi e segue, come è naturale, la sostanziale assenza di precipitazioni nel mese simbolo dell’estate.

A spiccare, tuttavia, è il dato della diga Pozzillo dove nel giro di un mese l’acqua è passata da 16,88 a 5,18 milioni di metri cubi. Importanti riduzioni anche nelle dighe Ancipa (- 4,92 milioni di metri cubi), Lentini (- 4,22 milioni di metri cubi) e Garcia (- 3,89 milioni di metri cubi).

Il punto del Sias

A commentare i dati relativi alle precipitazioni registratesi nell’isola nel mese passato è stato il Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias), ufficio che lavora all’interno della Regione.
“Dopo un’estate come di consueto piuttosto asciutta, la speranza di piogge autunnali significative è andata delusa per buona parte del mese, riservando però all’ultima decade un parziale recupero, che però solo su parte del settore occidentale ha fatto registrare accumuli finali in linea con le attese”, si legge in una nota divulgata nei giorni scorsi.

“L’accumulo medio regionale mensile in base ai dati della rete Sias – prosegue la nota – è risultato pari a 44 millimetri, inferiore di 19 millimetri alla norma del periodo 2003-2022. Anche il numero di giorni piovosi, pari a 3,8, è stato significativamente inferiore al valore normale per settembre pari a 6 giorni piovosi”.

Nel complesso la situazione è stata tale da far sì che “gli apporti pluviometrici non hanno determinato variazioni per ora significative nella dotazione di riserve idriche, andando per adesso a ricostituire il contenuto idrico dei suoli”. Al contempo, però, “pur insoddisfacenti per buona parte della regione, gli accumuli di luglio-agosto – fa sapere il Sias – sono risultati comunque superiori a quelli dello stesso periodo del 2023, permettendo per adesso di scongiurare, unitamente agli accumuli di inizio ottobre, uno scenario autunnale analogo a quello di due anni fa”.