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In Sicilia 5 milioni per la povertà e per aiutare chi non ha cibo, la mossa del governo Schifani

In Sicilia 5 milioni per la povertà e per aiutare chi non ha cibo, la mossa del governo Schifani

Cinque milioni di euro per rifinanziare la legge sulla povertà e sostenere gli enti del terzo settore nel contrasto all’emergenza alimentare

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, insieme ad Emiliano Abramo, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia, Emiliano Abramo, al deputato Nicola D’Agostino e una trentina di rappresentanti di associazioni ed enti operanti in Sicilia, hanno presentato ieri a Palazzo d’Orleans la misura da cinque milioni di euro dedicata alle “Disposizioni per il coordinamento degli interventi contro la povertà e l’esclusione sociale”. La norma era contenuta nella cosiddetta manovrina da circa cinquanta milioni di euro da poco approvata all’Ars e nello specifico, l’articolo della variazione di bilancio urgente che la conteneva è stata approvata all’unanimità dal Parlamento siciliano. Una promessa che Schifani aveva fatto alla comunità di Sant’Egidio a dicembre, mantenuta alla prima occasione utile – sul piano normativo e finanziario – per sostenere quegli enti Non profit che operano a sostegno dei soggetti più vulnerabili ed in generale nei meandri della povertà siciliana.

Schifani: “Ringrazio Emiliano Abramo”

“L’abbiamo fatto con convinzione, con determinazione, abbiamo trovato condivisione da parte di tutti i partiti, sia di maggioranza che di opposizione, anche se devo dire che onestamente – ha detto il presidente della Regione – sarebbe stato difficile secondo me contrastare una iniziativa come questa”. Renato Schifani, con non celato rammarico che a tratti sembrava dover sfogare in ira, ha ricordato che il suo governo aveva già tentato in passato di approntare un analogo sostegno per gli ultimi: “Ci abbiamo provato a inizio legislatura; avevamo stanziato una misura di qualche milione proprio destinata a questo fine. Però il centro di spesa dell’Assessorato non è stato poi in grado di effettuare il bando. Mi direte ‘come mai?’. Non mi va di commentare. Quelle somme poi sono andate in Economia e si è persa una grande occasione. Adesso siamo partiti col piede giusto, anche perché ci siamo agganciati ad un veicolo che già esisteva, grazie ad un suggerimento dell’amico Emiliano Abramo”.

Il finanziamento

La procedura pubblica prevede l’ammissione al finanziamento degli enti del terzo settore attivi in Sicilia da almeno 10 anni e già operanti nella distribuzione alimentare realizzata nell’ambito del Programma operativo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead). Il contributo regionale sosterrà le attività di erogazione diretta di pasti e generi alimentari o l’organizzazione e la gestione di reti di raccolta e redistribuzione di derrate. “In Sicilia il rischio povertà interessa il 38% della popolazione, siamo la seconda regione più povera d’Europa e occorre aiutare con risorse e strumenti adatti chi già opera nell’Isola”, ha detto Emiliano Abramo ringraziando il presidente Schifani e sostenendo che quella presentata ieri è “una pagina di buona politica, che dà fiducia e speranza a tanti siciliani”. Con il precedente finanziamento, ha spiegato il responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia, “è stato possibile erogare circa un milione di pasti caldi in tutta l’Isola e raggiungere un totale di 30 mila persone”.

Le attuali misure poste in essere dalla Regione Siciliana per fronteggiare la povertà e sostenere i siciliani in grave disagio economico sono una tantum. Il presidente Schifani ha risposto al nostro giornale come intende sostenere chi versa in stato di povertà anche dopo questa misura e come navigare fuori dalla povertà questa fascia sociale: “Difficile rispondere. Che siano strutturali è complicato, perché si tratta di una legge che interviene in maniera temporale, non è strutturale. Non fa parte della spesa corrente, non è estesa per il mantenimento del pubblico impiego, quindi sono interventi che hanno necessariamente una durata. Questo non vieta che se c’é la volontà politica possano essere rifinanziati, così come ho anticipato che sul punto B e C della legge a luglio interverremo”.

I termovalorizzatori

Il presidente Schifani ha quindi spiegato che “stabilizzare questo tipo di intervento obbedirebbe ad una posizione politica che in futuro potrebbe essere smentita da altre, e sarebbe complicato poi smentirla poi dinnanzi ad una spesa corrente che interviene sul sociale; quindi ognuno fa la sua parte ed ognuno si assume le sue responsabilità, fin quando sarò io a governare la Sicilia sono certo che questo capitolo rimarrà rimpinguato”. Sarebbero le conseguenze che la Sicilia, come il resto del paese, ha affrontato quando è stato tagliato il “reddito di cittadinanza” della precedente legislatura, quindi una destabilizzazione sociale che il presidente Schifani intende evitare per non dovere precipitare i siciliani in un drammatico dejavu. A margine della conferenza stampa il governatore ha anche annunciato che nei prossimi giorni verrà designata la commissione esaminatrice per i bandi sui termovalorizzatori che si sono chiusi il 9 giugno e per i quali c’é stata una ampia manifestazione di interesse.