Sicilia, 70mila assunzioni previste tra marzo e maggio - QdS

Sicilia, 70mila assunzioni previste tra marzo e maggio

Michele Giuliano

Sicilia, 70mila assunzioni previste tra marzo e maggio

Michele Giuliano  |
sabato 18 Marzo 2023

Unioncamere-Anpal: le opportunità ci sono ma nel 42,5% dei casi non si trovano profili professionali adeguati.

PALERMO – Le opportunità di lavoro in Sicilia ci sono il problema vero è la difficoltà a trovare i profili necessari e preparati per affrontare le esigenze del mercato. La conferma arriva dall’ultimo trimestre marzo-maggio 2023 del bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che raccoglie dati riguardo alle intenzioni delle aziende rispetto alle possibili assunzioni, sia a breve termine, con prospettiva mensile, che a medio termine, con prospettiva trimestrale.

Per la Sicilia, a marzo 2023 sono previste 21.930 entrate, con una difficoltà di reperimento purtroppo molto alta, pari al 42,5%. C’è da dire però che tale percentuale si mantiene comunque più bassa rispetto alla media nazionale, che sale al 47,4%. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la richiesta è aumentata di 1.790 unità. Se si guarda, invece, al trimestre marzo-maggio, si sale a 68.670 entrate previste, con uno scarto in positivo, rispetto all’anno precedente, di +6.790 possibili entrate. La Sicilia si trova quindi, secondo Unioncamere, all’ottavo posto tra le regioni in termini di entrate previste, e la stessa cosa vale per i dati relativi al trimestre marzo-maggio.

Risale di un posto la classifica, invece, in termini di crescita rispetto allo stesso periodo nel 2022, nonostante la ripartizione Sud e Isole, con 31.380 entrate, registri i valori più bassi rispetto a quasi tutte le altre ripartizioni. Il maggior numero di entrate è previsto nel Centro, con 49.840 assunzioni prospettate, seguito dal Nord Ovest a 33.640 ingressi. Ultimo, il Nord Est, a 28.150 possibili assunzioni. A livello nazionale, sono oltre 417mila i contratti programmati dalle imprese nel mese di marzo e sono circa 1,3 milioni quelli previsti per il trimestre marzo-maggio, con un incremento della domanda di lavoro pari a quasi 59mila unità rispetto a marzo 2022 (+16,3%) e 143mila unità sul corrispondente trimestre 2022 (+12,6%).

Ritornando alla Sicilia tutto questo suona davvero come una incredibile beffa. Anzitutto perché è una terra affamata di lavoro, dove addirittura si contano un milione e mezzo di Neet, vale a dire gente in età lavorativa che non fa nulla, non studia, non fa formazione e non cerca neanche lavoro. Parliamo di uno dei dati tra i più alti in Europa. E poi fa rabbia sicuramente sapere delle tantissime risorse spese nelle varie misure relative ai corsi di formazione finanziati dalla Regione che evidentemente sono risultati inefficaci. E questa non è certo una novità se si considera che da sempre la formazione siciliana è stata inondata di corsi in realtà fuori mercato o ripetitivi, come quelli di estetisti e parrucchieri.

Il risultato è quello che si sta vivendo oggi: un esercito di giovani e meno giovani che non riescono a stare al passo col mercato. Non solo. Anche i corsi Oif, quelli della cosiddetta continuità per assolvere l’obbligo di istruzione e arrivare ai 16 anni di età con una qualifica, hanno mille difficoltà. Non partono mai allineati con l’inizio dell’anno scolastico, da due anni addirittura i quarti anni non vengono varati come ha recentemente denunciato uno dei più grandi centri di formazioni siciliani, l’Infaop. Questo significa che i ragazzi non possono avere un diploma tecnico professionale. A proposito di giovani, analizzando il dato nazionale del bollettino di Unioncamere, in aumento soprattutto la domanda di giovani, che passa da 101mila entrate programmate di marzo 2022 alle 132mila entrate previste per il mese in corso. Aumenta anche la richiesta di lavoratori immigrati, attestandosi a quasi 79mila entrate mentre erano poco più di 60mila a marzo 2022. Si attesta complessivamente al 47,4% la quota di assunzioni di difficile reperimento, con un aumento del 6,3% rispetto ad un anno fa, soprattutto a causa della mancanza di candidati per ricoprire le posizioni lavorative aperte.

A incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono i settori legno-arredo (59,2%), costruzioni (58,5%), metallurgia (58,3%), tessile-abbigliamento-moda (58%). Sotto il profilo territoriale. Sono soprattutto le imprese del Nord est ad avere difficoltà di reperimento su circa il 54% dei profili ricercati, con la punta del 59,1% per il Trentino-Alto Adige. Per settore, l’industria è alla ricerca di 135mila lavoratori per il mese di marzo, che salgono a 385mila nel trimestre marzo-maggio. Per il manifatturiero, la ricerca riguarda 87mila lavoratori nel mese e di 249mila nel trimestre.

Le maggiori opportunità di lavoro riguardano le industrie della meccatronica che ricercano 23mila lavoratori nel mese e 64mila nel trimestre. Si mantiene elevata anche la richiesta nel comparto delle costruzioni: 48mila i contratti di assunzione programmati per marzo e 136mila fino a maggio. Il terziario prevede 283mila contratti per marzo e oltre 891mila nel trimestre marzo-maggio.

Il turismo sta offrendo le maggiori opportunità di impiego nei servizi, con oltre 70mila lavoratori ricercati nel mese e 261mila nel trimestre, seguito dal commercio e dai servizi alle persone.

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