Sicilia, commercio in ginocchio: in un decennio -7 mila negozi

Sicilia, commercio in ginocchio: in un decennio -7 mila negozi, regge settore turismo

Sicilia, commercio in ginocchio: in un decennio -7 mila negozi, regge settore turismo

Redazione  |
sabato 10 Febbraio 2024

Numeri allarmanti: a Palermo la situazione più critica

Se ne discute ormai da anni, a dirla tutta ancora prima dello scoppio della pandemia che gli dette il colpo di grazia. Parliamo della crisi del commercio in Sicilia. Ecco i freddi numeri: tra il 2012 e il 2023, poco più di un decennio, in tutti i comuni isolani sono spariti più di 6.000 negozi al dettaglio e 1.250 attività di commercio ambulante. Una strage di negozi, con quelli al dettaglio e le piccole botteghe a pagarla più cara. A delineare l’allarmante quadro è Confcommercio, che dal Nazionale declina il problema al regionale, ovvero quello di un Isola che vede tra i centri più penalizzati, manco a dirlo, il capoluogo, dove a evaporare sono state la bellezza di 1.770 attività.

A seguire Palermo è Catania, che nonostante la sua tradizionale maggiore dinamicità in ambito imprenditoriale chiude con un altrettanto preoccupante – 808. E poi Messina (-477), Agrigento (- 327), Trapani (-215), Ragusa (-175), Siracusa (-125), Caltanissetta (-123) ed Enna (-57). Giù anche grossi centri quali Marsale e Gela, rispettivamente con – 174 e – 126 unità.

Un nuovo nemico

A pagare maggiormente sono i centri storici, che se da un lato vedono spesso e volentieri l’incremento di strutture ricettive, dall’altro assistono a uno svuotamento di negozi di vario genere. In questo caso, ad una saracinesca che si abbassa non ce n’è un’altra che si alza. Una crisi che si tocca con mano insomma, senza che, stando ad oggi, si veda all’orizzonte nessun indicatore di un possibile cambiamento di rotta. Crisi acuita da una concorrenza sempre più spietata: il problema degli acquisti online. Per il negozio fisico una vera e propria piaga e non solo in Sicilia.

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La vocazione di un’Isola

La scia di chiusure potrebbe addirittura incrementare qualora non verranno presi provvedimenti a favore del settore, con il volto delle nostre città sempre più mutato. A Palermo ad esempio, una delle arterie un tempo fulcro dell’imprenditoria cittadina, ovvero via Roma, è irriconoscibile, essendo ormai molte più le saracinesche chiuse che quelle alzate. Una moria di attività che ha portato la densità commerciale dell’Isola da 11,8 a 9,6 negozi per mille abitanti. Unico sorriso, per la Sicilia, viene dal turismo. L’Isola infatti, assieme a Sardegna e Puglia veleggia spedita nel settore. Anche quì sono i numeri a parlare chiaro: negli 11 comuni ssuccitati, aumentano alberghi, bar e ristoranti pari a 948 unità, di cui oltre un terzo a Palermo.

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