Il neo-assessore, con il decreto, ha deciso di modificare anche l'iter di presentazione e valutazione delle proposte progettuali
Modifiche alla modalità di presentazione delle proposte da finanziare nell’ambito della promozione e della valorizzazione delle specificità del territorio siciliano. È questo il contenuto del primo decreto firmato dal neo-assessore regionale all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, di recente entrato a far parte della giunta Schifani in sostituzione di Luca Sammartino, costretto a fare un passo indietro dopo la misura interdittiva disposta dal tribunale di Catania in seguito al coinvolgimento nell’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando.
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Barbagallo, la cui nomina rientra in quota Lega, ha firmato il provvedimento giovedì scorso. Il decreto apporta dei correttivi a un omologo atto firmato in primavera proprio da Sammartino, ma introduce anche una novità in merito alle iniziative che potranno ambire a ricevere i contributi della Regione.
Proroghe per siccità e altre calamità
Il provvedimento dell’assessorato punta a disciplinare l’iter che porterà allo stanziamento di fondi – si va da 10mila a 50mila euro – per la promozione di prodotti made in Sicily sia all’interno del territorio regionale che fuori, compresi i paesi esteri, con l’obiettivo di favorire la commercializzazione degli stessi e migliorarne l’attività di informazione su ciò che l’Isola è capace di produrre dal punto di vista enogastronomico e della filiera agroalimentare, tenendo conto che nel 2025 la Sicilia sarà la regione europea della gastronomia.
La pianificazione dei progetti, tuttavia, rischia di essere compromessa dalle criticità ambientali che sempre più spesso condizionano la Sicilia. Su tutte la siccità che sta colpendo un po’ tutta la regione, ma anche altri fenomeni più localizzati, come la caduta di cenere dell’Etna nel Catanese. “Sarà considerato ammissibile il rinvio delle iniziative, previa comunicazione all’assessorato, in casi di forza maggiore ed eventi calamitosi, inclusi i casi di siccità e avversità atmosferiche eccezionali”, si legge nel decreto a firma Barbagallo.
L’assessore, nei giorni scorsi, è finito insieme al presidente della Regione Renato Schifani nel mirino delle critiche dei partiti di opposizione all’Ars per l’assenza nella seduta – l’ultima prima delle vacanze estive – in cui si sarebbe dovuto dibattere proprio della difficoltà nell’approvvigionamento idrico.
Apertura alla silvicoltura
Leggendo con attenzione il decreto firmato dal neo-assessore si scopre che le richieste che potranno essere presentate alla Regione potranno riguardare non soltanto, come il decreto Sammartino prevedeva, il settore agricolo e quello agroalimentare ma anche l’ambito silvicolturale.
La scelta di Barbagallo, che è professore ordinario di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali all’Università di Catania, riguarda il campo delle scienze forestali che si occupa dell’impianto e della conservazione delle aree boschive. Al pari di quelli agricoli e agroalimentari, i progetti nel settore silvicolturale, per sperare di essere finanziate, dovranno essere “legati al territorio valorizzando identità, storia e cultura siciliana”.
La valutazione dei progetti
A distanza di oltre un decennio dall’incarico di dirigente generale del dipartimento Interventi infrastrutturali per l’agricoltura, all’epoca del governo guidato da Raffaele Lombardo, per Barbagallo si tratta della primo incarico strettamente politico. Un campo che in famiglia era stato finora appannaggio del fratello Roberto, attualmente sindaco di Acireale.
Il neo-assessore, con il decreto, ha deciso di modificare anche l’iter di presentazione e valutazione delle proposte progettuali. Adesso dovranno essere inviate all’indirizzo di posta elettronica certificata dell’assessorato e non più a quello del dipartimento Agricoltura. Al contempo la commissione di valutazione non sarà più composta esclusivamente da figure in servizio presso il dipartimento, ma per due terzi da membri del proprio gabinetto, tra cui il capo o un suo delegato che rivestirà il ruolo di presidente.