CATANIA – Oltre 250mila euro in sei mesi e la proiezione sull’intero 2025 che potrebbe vedere aumentare, rispetto al passato, le spese sostenute per le consulenze. È la situazione in cui si trova Sidra, la partecipata del Comune di Catania che si occupa del servizio idrico. La società vive un momento di transizione: dopo l’era targata Fabio Fatuzzo, che ha lasciato il timone a fine dello scorso anno e che in precedenza era stato chiamato dal governo Meloni a guidare la struttura commissariale per gli investimenti nella depurazione, a insediarsi come presidente è stato Mario Di Mulo.
Per quest’ultimo, l’obiettivo più importante da qui in avanti è quello di lavorare affinché l’ingresso di Sie come gestore unico del servizio idrico in tutta la provincia, capoluogo compreso, avvenga alle condizioni migliori per Sidra. La partecipata del Comune detiene una quota del 3,93 per cento delle quote di Hydro Catania, il socio privato di Sie, e, soprattutto, è tra i soggetti che a metà anni Duemila parteciparono alla gara d’appalto per l’affidamento trentennale del servizio. Una posizione che Sidra vuole far valere anche per ciò che riguarda l’esecuzione delle opere che Sie, nei prossimi tre decenni, avrà diritto di realizzare direttamente. La cifra che balla supera il miliardo di euro.
Il passaggio di consegne a Sie dovrebbe avvenire entro la fine di marzo del prossimo anno, ed è anche in funzione di ciò che a giugno il Consiglio comunale di Catania ha dato il via libera al versamento, da parte di Sidra, di circa 117mila euro per l’aumento di capitale deciso da Sie. Se questi sono i progetti di massima a cui si lavora, la quotidianità negli uffici di Sidra passa anche dalle attività che si sono sempre svolte. Con i cronici problemi alle reti e la siccità che anche quest’anno preoccupa l’intera isola: garantire l’acqua nelle abitazioni è diventato un impegno sempre più stressante per chi gestisce il servizio idrico.
Poi c’è anche il lavoro d’ufficio, fatto di pratiche di natura legale e amministrativa che, a fronte di un organico sottodimensionato, da anni vengono spesso affidati all’esterno. Da gennaio a giugno, i primi sei mesi della gestione Di Mulo, la Sidra ha concesso consulenze per circa 253mila euro. Poco meno di ventimila riguardano il settore del recupero crediti, mentre oltre 35mila la materia fiscale. Il resto è assorbito da pareri e patrocini legali e dall’affidamento degli incarichi di difesa davanti ai tribunali in cui Sidra è stata chiamata a comparire.
Nella nota integrativa al bilancio 2023, l’ultimo approvato, peraltro poche settimane fa, si legge: “I costi per consulenze legali, amministrative e tecniche, sommano a 749.097. Le suddette sono state sostenute a supporto degli uffıci al fıne di colmare la cronica carenza di personale dipendente”. Guardando alle sole consulenze legali e amministrative, invece, nel 2023 i costi sono stati di 442.158 euro, in aumento rispetto al 2022 quando si erano fermati a 410.067 euro. I due incarichi più onerosi dati fin qui da Di Mulo sono di 48.500 e 35mila euro, andati rispettivamente a ai professori e avvocati Antonio Barone e Agatino Cariola.
Nel primo caso si è trattato di difendere Sidra davanti al Tar, per il ricorso presentato da Asec Trade contro l’esclusione della società – anch’essa di proprietà del Comune di Catania – dalla gara indetta da Sidra per il servizio di erogazione di energia elettrica. “È stata una causa particolarmente delicata, anche per l’importo del bando e il tribunale amministrativo ci ha dato ragione”, commenta Di Mulo contattato dal Quotidiano di Sicilia.
Il presidente di Sidra si pronuncia anche sulla scelta di affidare l’incarico ad Antonio Barone, attualmente tra gli imputati del processo Università Bandita, dove è accusato insieme ad altri, tra cui il padre professore ordinario a Unict, di avere beneficiato di un concorso allestito ad hoc per consentirgli di tornare a insegnare in Sicilia. Il reato di turbata libertà degli incanti, contestato dalla procura di Catania, tuttavia, alla luce di pronunciamenti della Cassazione potrebbe non essere applicabile ai concorsi pubblici. Barone da Sidra ha ottenuto anche un’altra consulenza da 10.800 euro.
“Io credo nel principio di presunzione di innocenza e ci troviamo davanti a un processo che non è ancora arrivato a sentenza – commenta Di Mulo –. Per quel che mi riguarda faccio valutazione sul merito e il curriculum di Barone parla chiaro”.
Nel caso di Cariola, l’incarico ha riguardato un parere pro-veritate in merito “alla fondatezza o meno delle eccezioni mosse dal Comune di Catania (socio unico di Sidra, ndr)” nell’ambito di una querelle legale che si trascina da anni e che vede contrapposta la società al suo socio unico nei rapporti di dare-avere.
“Molti degli incarichi che abbiamo dovuto affidare sono figli di contenziosi già esistenti al momento del mio insediamento. Da parte mia ho già tagliato alcune consulenze in essere e sono convinto che da qui alla fine dell’anno riusciremo a contenere le spese, nonostante i pesanti problemi di organico che abbiamo”, conclude Di Mulo.

