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Siracusa, chiosco di Ognina, tribunale dispone dissequestro

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Siracusa, chiosco di Ognina, tribunale dispone dissequestro

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mercoledì 21 Luglio 2021

Il Comune di Siracusa, dopo numerose denunce sui social, aveva deciso di porre sotto sequestro un chiosco ad Ognina. Oggi arriva la decisione del tribunale aretuseo del dissequestro

Un chiosco, anzi un manufatto destinato a diventarlo, ad Ognina nella zona balneare di Siracusa, ritorna al suo proprietario dopo che il Comune di Siracusa, dopo numerose denunce sui social, aveva deciso di sequestrarlo. I fatti risalgono a circa un mese fa. Oggi, si apprende che il chiosco di Ognica è stato dissequestrato.

La “paradossale vicenda” come la definisce il deputato Giovanni Cafeo – “ha visto protagonista un imprenditore che, approfittando della stagione estiva, voleva avviare un’attività commerciale in un chioschetto di Ognina. L’imprenditore prima si è visto sequestrare i manufatti e poi è dovuto ricorrere alle vie legali per riottenere il maltolto.

Il Tribunale di Siracusa – spiega il parlamentare regionale di Italia Vica – ha infatti accolto l’istanza di riesame presentata dall’imprenditore, disponendo l’immediata restituzione del container, peraltro ancora in fase di costruzione e di tutte le strutture accessorie, inclusa la base in calcestruzzo già esistente da tempo in quella zona, ingiustamente sottoposte a sequestro dietro istanza dell’ufficio Urbanistica del comune di Siracusa.

La vera e propria cantonata presa dagli uffici comunali è – prosegue Cafeo – conseguenza diretta di un mirato e ben organizzato intervento sui social network da parte di una frangia dei soliti ambientalisti da tastiera, più avvezzi a denunciare scandali con il telefonino che guardando le carte, ai quali il comune si è accodato in maniera pedissequa, costringendo l’imprenditore ad adire le vie legali per ristabilire la giustizia.

L’ennesima presa di posizione contro l’iniziativa d’impresa ad opera del comune di Siracusa però porta con sé conseguenze ben più nefaste del caso specifico perché il messaggio che passa, e cioè che basta un post sui social dei soliti noti per bloccare qualunque iniziativa economica in città, rischia di disincentivare anche chi proprio a Siracusa vorrebbe investire per creare impresa e quindi lavoro”

Auspico quindi che -conclude Cafeo-, dopo questa vicenda cambi l’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Siracusa, magari slegandosi dai social network nel prendere le proprie decisioni e instaurando finalmente un dialogo proficuo e costruttivo con chi in questa città ha deciso di investire risorse”.

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