Le città siciliane non risultano inclusive, sostenibili né progredite in direzione di una trasformazione digitale. A tracciare un bilancio è il rapporto Smart City Index, che traccia il percorso di tutte le 109 province italiane.
A distinguersi a livello nazionale sono soprattutto Palermo e Messina, con quest’ultima che recupera oltre 50 posizioni: tra le migliori performance assolute. Migliora – ma resta molto indietro – Catania. Tracollo per Ragusa. Più staccate le altre città siciliane. Ma analizziamo il rapporto nel dettaglio in questo approfondimento del QdS.
Il rapporto Smart City Index
Transizione digitale, transizione ecologica e inclusione sociale. Sono questi i tre fattori di valutazione dello “smartness”, l’indice di calcolo che ha permesso di stilare una classifica generale rispetto all’andamento delle province italiane e la loro disponibilità al progresso sociale e tecnologico. Lo Smart City Index è composto da un totale di 323 indicatori, che coprono tutti gli aspetti relativi alle Smart Cities. Dopo la pandemia, le città hanno compreso l’importanza di essere a misura di persona, per cui gli aspetti «human» hanno assunto maggiore importanza.
Conseguentemente sono stati aggiunti nuovi indicatori, da un lato rafforzando la misurazione dei comportamenti ecologici e delle competenze digitali dei cittadini; dall’altro aggiungendo diversi indicatori nell’area dell’inclusione sociale, proprio per cogliere queste nuove esigenze.
Gli indicatori dello Smart City Index sono stati suddivisi in due macro-categorie: Readiness (le iniziative e gli investimenti pubblici e privati degli stakeholder, al fine di rendere disponibili infrastrutture e servizi) e Comportamenti dei cittadini. Queste due componenti vengono analizzate lungo tre ambiti: Transizione Ecologica, Transizione Digitale e Inclusione Sociale, considerati gli assi fondamentali della trasformazione urbana. Tale articolazione rappresenta anche una lettura delle dinamiche urbane legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La rigenerazione urbana del New Bahuaus
Il New Bauhaus rappresenta un approccio innovativo e sostenibile alla trasformazione delle città europee. L’iniziativa, promossa dalla Commissione Europea, mira a coniugare estetica, sostenibilità e inclusività, ispirandosi ai principi del movimento Bauhaus del XX secolo. Si propone di creare spazi urbani che siano non solo funzionali, ma anche belli e accessibili a tutti i cittadini, promuovendo un nuovo modello di sviluppo urbano che risponda alle sfide contemporanee.
La rigenerazione urbana secondo il New Bauhaus si basa su tre pilastri fondamentali: sostenibilità ambientale, inclusione sociale e qualità estetica. Questo approccio integrato prevede l’adozione di soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale delle città, come l’uso di materiali ecologici, l’efficienza energetica degli edifici e la creazione di spazi verdi. Tutti aspetti presenti nelle rilevazioni proposte dal rapporto Smart City Index. Allo stesso tempo, si pone l’accento sull’inclusione sociale, garantendo che i progetti di rigenerazione siano accessibili e benefici per tutte le comunità, comprese quelle più vulnerabili. Un altro aspetto centrale del New Bauhaus è l’attenzione alla qualità estetica degli spazi urbani. L’iniziativa promuove la collaborazione tra architetti, designer, artisti e cittadini per creare ambienti che siano non solo funzionali, ma anche piacevoli e stimolanti dal punto di vista visivo.
“Questo approccio mira a migliorare la qualità della vita nelle città – spiega il Rapporto Smart City Index – creando spazi che favoriscano il benessere e la coesione sociale. Attraverso la collaborazione tra diversi attori e l’adozione di soluzioni innovative, l’iniziativa mira a creare spazi urbani che rispondano alle esigenze del presente e del futuro, contribuendo a costruire un’Europa più verde, equa e prospera. Ma come se la passa l’Italia?
La classifica nazionale: bene il Nord, al Sud si distingue Messina
Bologna e Milano si scambiano rispettivamente la prima e seconda posizione rispetto all’ultimo ranking disponibile del 2022. Un balzo in avanti del capoluogo emiliano che ottiene poco meno di 90 punti sui 100 disponibili, dieci in più proprio di Milano. Seguono Torino, Venezia, Roma, Trento, Cagliari, Modena, Reggio Emilia e Firenze, nelle prime dieci posizioni.
Per trovare la prima città del Sud bisogna scorrere fino al 19esimo posto, dove si posiziona Bari (36esima nel precedente rilevamento). Per la prima siciliana è necessario spingersi fino alla 27esima posizione, dove è presente Palermo, 46esima nel 2022. Tra i balzi più significativi di tutta la classifica spicca Messina, che da 87esima città italiana passa al 34esimo posto. Quasi tutto il Sud Italia si colloca tra gli ultimi posti in classifica.
Smart City Index, come va la transizione digitale in Sicilia
Se Palermo si piazza comunque molto bene (27esimo posto), migliorando di 19 posizioni rispetto al 2022, Catania cresce ma resta attardata. La città etnea passa dal 72esimo al 61esimo posto grazie all’ammodernamento delle reti tecnologiche e a politiche mirate alla rigenerazione urbana. Caltanissetta guadagna ben 28 posizioni e si attesta al 73esimo posto: un risultato che segnala il tentativo di agganciare la transizione smart, pur tra le mille difficoltà delle zone più interne dell’Isola. Anche Trapani migliora leggermente, passando dal 100° al 94° posto, ma resta nei bassifondi.
Ragusa rappresenta la nota dolente del rapporto. Nel 2022 si era distinta come una delle città piccole più dinamiche del Sud Italia. Ma nell’edizione 2025 crolla di 40 posizioni, scendendo dal 59esimo al 99esimo posto. Un segnale che potrebbe indicare una battuta d’arresto nella capacità progettuale o nell’attuazione dei fondi disponibili.
Più o meno stabili i risultati di Siracusa e Agrigento, che migliorano entrambe di due posizioni, passando rispettivamente dal 91esimo all’89esimo posto e dal 103esimo al 101esimo posto. Chiude la classifica siciliana – e quella nazionale – Enna, che scende al 109esimo posto perdendo due posizioni. Il piccolo capoluogo non riesce a intercettare i processi di innovazione urbana e conferma le criticità già evidenziate nella scorsa edizione.
Il caso Messina
Come detto, Messina è la città siciliana che cresce di più in termini di “intelligenza urbana”. Un balzo di 53 posizioni in classifica nazionale – da un modesto 87esimo posto nel 2022 al 34esimo nel 2025 – che ridisegna la geografia digitale e sostenibile dell’Isola. Una scalata che racconta un cambio di passo nelle politiche pubbliche e nella progettazione urbana.
Il Comune ha investito in infrastrutture intelligenti, progetti di mobilità sostenibile e servizi digitali rivolti al cittadino. A confermarlo sono il sindaco Federico Basile e l’assessore al ramo, Roberto Cicala. “Questo risultato non è frutto del caso, ma di una visione chiara e condivisa che ha guidato le nostre scelte”, ha dichiarato il sindaco Basile. “Messina si sta trasformando in una smart city a tutti gli effetti, capace di affrontare le sfide del futuro puntando su innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e coesione sociale”.
Messina si distingue per l’ottima performance nella “readiness” ecologica, superando la media delle città metropolitane del Sud. Un risultato che riflette interventi strutturali mirati, come l’elettrificazione del trasporto pubblico, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, la diffusione di impianti fotovoltaici e la promozione della mobilità dolce. La città ha inoltre registrato un tasso di incremento quadruplo rispetto alla media nazionale nei comportamenti legati alla sostenibilità ambientale.
“In questi anni abbiamo lavorato con determinazione per trasformare la macchina amministrativa in chiave digitale, semplificando i processi interni e migliorando concretamente l’accesso ai servizi da parte dei cittadini. Oggi i cittadini possono interagire con l’Amministrazione in modo semplice, veloce e sicuro”, ha aggiunto l’assessore con delega alla Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e del Gruppo Locale, Roberto Cicala.
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