Sodalizio Sicilia-Cina, crescere è possibile - QdS

Sodalizio Sicilia-Cina, crescere è possibile

Sodalizio Sicilia-Cina, crescere è possibile

martedì 05 Novembre 2019

Lo scorso anno l’interscambio tra l’Isola e il Paese asiatico si è attestato a quota 258 mln d’importazioni e 214 di esportazioni. Nel 2018 le esportazioni siciliane verso la Cina sono cresciute del 46,1% grazie all'incremento notevole della farmaceutica (quasi raddoppiata rispetto al 2017) e della chimica (+34,6%) seguita da alimentari e bevande (+29,5%). Un trend che, secondo una elaborazione di Sace su dati Istat, continua ad essere positivo anche nel 2019

PALERMO – Il 2019 registra un trend positivo sul rapporto Sicilia-Cina, infatti le esportazioni, tra gennaio e marzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sono cresciute del 10,3 per cento secondo una elaborazione di Sace su dati Istat.

In generale nel 2018 le esportazioni siciliane verso la Cina sono cresciute del 46,1%.

Una fetta importante è rappresentata dal turismo, su cui Confartigianato sta puntando la propria attenzione. Incremento notevole, anche, per il settore farmaceutico, chimico e alimentare. Nel 2018 l’interscambio si è attestato a quota 258 milioni di euro di importazioni e 214 milioni di esportazioni.

Confartigianato Sicilia, proprio attraverso la categoria Turismo e Spettacolo, sta portando avanti un lavoro continuo ed efficace anche in termini di formazione. “Stiamo avviando la quarta edizione del corso per Gestori B&B e strutture extralberghiere – dichiara Davide Morici, coordinatore regionale della categoria Turismo e Spettacolo Confartigianato. Un percorso formativo avviato prima dell’estate a Palermo e che presto sbarcherà in tutti i territori siciliani, dove stiamo lavorando per migliorare accoglienza e servizi attraverso le nostre associazioni provinciali”. “Incrementare la sinergia ed il turismo cinese in Sicilia è possibile. Crediamo – aggiunge Morici – nell’importanza di offrire servizi di alto livello quando parliamo di ricettività ed accoglienza”. Non solum sed etiam, la televisione cinese ha scelto la Sicilia per girare il nuovo format sulle tradizioni locali. “In questi giorni abbiamo seguito con interesse l’attore Hu Jun. Questo ci dà la misura – conclude – di quanto è alto il potenziale dell’Isola in termini di turismo e sviluppo economico. Iniziative come queste aiutano a promuovere l’immagine della nostra terra attraverso cultura, arte, tradizione, cinema”.

Il sodalizio riguarda anche Conflavoro Pmi Sicilia che sta rafforzando il rapporto con il governo cinese della provincia di Jinan, tra i distretti economici più rilevanti dell’Oriente. “Le imprese del nostro territorio – commenta Giuseppe Pullara, vicepresidente nazionale di Conflavoro Piccole e Medie Imprese e coordinatore siciliano – si sono già dimostrate molto interessate a stabilire una collaborazione proficua con i nostri partner istituzionali e imprenditoriali cinesi. Il nostro obiettivo è attirare nuovi investimenti pubblico-privati per allargare ancor di più i confini dei mercati, piano di lavoro già iniziato con il Polo tecnologico-industriale di Jinan, grande come cento campi di calcio e che prevede un impegno economico di 1,3 miliardi di euro”.

La contaminazione positiva tra i due saperi potrebbe essere un nuovo e virtuoso trampolino di lancio per tutta l’economica siciliana. L’accordo si fonda sulla promozione in Cina dell’artigianato Made in Italy, delle tradizioni tricolore e del Know-how italiano. Adesso l’intenzione è quella di replicare in Sicilia con un progetto analogo.

“In questa ottica siamo convinti – continua Giuseppe Pullara – che le tradizioni, la cultura e la visione degli imprenditori siciliani sia un biglietto da visita unico e che il nostro Know-how possa essere motore di spinta nello sviluppo della collaborazione. Ci auguriamo che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e tutto il governo – conclude – intuiscano l’importanza fondamentale di tale progetto. In ogni caso, Conflavoro Pmi porterà avanti la ricerca di investimenti con il massimo impegno”.

Secondo alcune ricerche di mercato, l’espressione Made in Italy è nota nel mondo quasi allo stesso livello di due marchi commerciali famosi come Coca-Cola e Visa. Siamo proprietari di un patrimonio unico, salvaguardare e promuovere rappresentano le scelte vincenti.

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