La spesa ancora in calo e i dati “sono destinati a peggiorare” - QdS

La spesa ancora in calo e i dati “sono destinati a peggiorare”

redazione

La spesa ancora in calo e i dati “sono destinati a peggiorare”

martedì 08 Marzo 2022

Le stime Codacons sui dati Istat del IV trimestre 2021. “Tra rincari e conflitto russo-ucraino, i consumi rischiano una debacle totale”

ROMA – La spesa delle famiglie inizia a mostrare i primi cenni di cedimento e nel IV trimestre del 2021 risulta in calo dello 0,5%. ‘‘Numeri purtroppo destinati ad aggravarsi nel corso del 2022 a causa dell’emergenza bollette e della guerra scoppiata in Ucraina’’. Lo afferma il Codacons, commentando i dati sul Pil diffusi dall’Istat.

“Tutti gli indici del Pil dello scorso anno sono destinati a cambiare radicalmente come conseguenza della grave situazione attuale’’, spiega il presidente Carlo Rienzi. ‘‘I pesanti aumenti delle bollette di luce e gas di gennaio, unitamente alla fiammata dell’inflazione, al caro-benzina e al conflitto russo-ucraino, avranno effetti diretti sia sui consumi delle famiglie, che nel corso del 2022 rischiano una debacle totale, sia sull’economia nazionale, arrestando la ripresa del nostro paese”.

“Di fronte a tale situazione il Governo tentenna, e ancora non si vedono provvedimenti in grado di frenare l’escalation dei prezzi al dettaglio e sostenere potere d’acquisto e spesa delle famiglie, oggi più che mai in serio pericolo”, conclude Rienzi.

Avviare una verifica dei prezzi delle materie prime

“È necessario avviare una verifica dei prezzi delle materie prime all’ingrosso – ha aggiunto in una nota il presidente nazionale della Fapi, Gino Sciotto -. Registriamo, negli ultimi giorni, un vertiginoso aumento all’ingrosso delle materie prime che determina, per l’effetto, un aumento dei prezzi al consumo. Tale difficoltà sta mettendo in ginocchio i piccoli esercenti, i quali sono vittime di un vistoso crollo dei consumi. La crisi che vive l’economia italiana è legata anche alla crescita del costo dell’energia, essendo lo stivale privo di proprie fonti energetiche ed avendo rifiutato di cogliere negli anni le opportunità del nucleare”.

“Si profila, dunque, una stagnazione sociale anche nelle grandi città, nelle quali la contrattazione delle vendite determina la riduzione del personale e l’apertura della cassa integrazione. Chiediamo al Governo di non sottovalutare il rischio economico che corre la Nazione e le enormi difficoltà che si stanno abbattendo sui consumatori”, ha concluso.

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