Motivi economici dietro la strage che ha sconvolto la provincia di Palermo a febbraio scorso? La nuova indiscrezione dopo gli accertamenti patrimoniali.
La villetta di Altavilla Milicia dove è avvenuta la strage familiare dello scorso febbraio era un “oggetto del desiderio” per i coniugi Sabrina Fina e Massimo Carandente, indagati per il triplice omicidio di Antonella Salamone e dei figli Kevin ed Emanuel.
È l’ultima indiscrezione nell’ambito della ricostruzione della strage, costata la vita a tre persone e avvenuta al culmine di un presunto “esorcismo” per liberare l’abitazione dalla presenza del demonio.
I coniugi Fina – Caradente volevano la villetta della strage di Altavilla?
“La coppia era sotto sfratto esecutivo e a fine gennaio si era di fatto trasferita nella villetta”: questo è il commento – riportato da “Repubblica” – dell’avvocato Giancarlo Barracato, legale difensore del principale indagato della strage di Altavilla, il muratore Giovanni Barreca, rispettivamente marito e padre delle vittime. Anche la figlia maggiore di Barreca, 17enne, è indagata.
Il fatto che la mansarda abitata dai coniugi Fina-Carandente fosse sotto sfratto è emerso dagli accertamenti patrimoniali eseguiti dai carabinieri e dalla Procura di Termini Imerese eseguiti durante le indagini sulla strage di Altavilla Milicia.
I due, che si professano innocenti e che avrebbero negato perfino di essere stati nella villetta degli orrori al momento della strage, vivevano in una situazione economica difficile. Carandente era disoccupato, la famiglia viveva con il reddito di cittadinanza (prima della sospensione) e di fatto – anche con la scusa della presunta “presenza del demonio” in casa Barreca – si sarebbero trasferiti nella villetta oggi tristemente famosa a fine gennaio.
Il movente economico
Le circostanze economiche e le presunte mire dei coniugi Fina – Carandente sulla villetta dei Barreca potrebbero essere il movente della strage di Altavilla Milicia. L’ipotesi era stata avanzata dagli inquirenti già poco dopo il triplice omicidio e di fatto non è mai stata accantonata.
I nuovi accertamenti economici hanno permesso però di rafforzare questa possibilità. La coppia di coniugi avrebbe fatto ingresso nella vita e nella casa di Giovanni Barreca con la scusa della presenza del diavolo in casa. Poi avrebbero fatto di tutto per manipolare la famiglia e ottenere la villetta, che però apparteneva solo in parte ad Antonella Salamone. Un’altra parte era condivisa con i fratelli, che avrebbero anche avvertito la donna della pericolosità di Fina e Carandente. Questa consapevolezza e questi sospetti potrebbero aver fatto – almeno in parte – scattare il piano culminato nel triplice omicidio.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI