Strage Palermo, il movente della coppia: la villa dei Barreca

Strage di Palermo, la villa dei Barreca il movente della coppia complice

marikacontarino

Strage di Palermo, la villa dei Barreca il movente della coppia complice

Redazione  |
mercoledì 21 Febbraio 2024

Sembrano esserci motivi economici dietro il massacro di Altavilla Milicia per Sabrina Fina e Massimo Carandente. I dettagli.

La strage di Palermo continua ad essere al centro della risonanza mediatica, un continuo punto interrogativo. Tra le motivazioni, le più gettonate sono il fanatismo religioso, gli esorcismi e riti satanici.

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Giovanni Barreca ha ucciso la moglie, Antonella Salamone di 40 anni, e i due figli Kevin di 16 anni ed Emanuel di 5. Sembra che insieme a lui abbiano agito due complici, Massimo Carandente e Sabrina Fina, una coppia di palermitani di cui non è ancora chiaro il ruolo.

Il movente della coppia di palermitani per la strage di Palermo

Nelle ultime ore, sarebbe emerso un importante elemento riguardante la coppia complice: sembra che i due avessero messo gli occhi sulla villetta dei Barreca. Nelle loro intenzioni c’era probabilmente anche l’idea di entrarne in possesso.

Massimo Carandente e Sabrina Fina erano, infatti, due percettori del reddito di cittadinanza e, quando il sussidio è stato sospeso, la loro situazione economica si sarebbe aggravata.

I moventi dietro la strage di Palermo, almeno per quanto riguarda la coppia, potrebbero essere anche di natura economica. L’ipotesi gettonata è che volessero appropriarsi della villetta dei Barreca: forse stavano provando a convincerli a lasciare la casa, insinuando che fosse infestata dal demonio, e quando hanno capito che non sarebbero andati via avrebbero agito per vendicarsi. Gli investigatori, infatti, stanno ricostruendo tutti i passaggi del rapporto tra la coppia e Giovanni Barreca, alla base della strage di Palermo.

L’incontro con il nuovo legale: Marco Rocca

L’avvocato Marco Rocca ha incontrato oggi per la prima volta la coppia di coniugi arrestata con l’accusa di avere partecipato alla strage familiare di Palermo. I legali di Sabrina Fina e Massimo Carandente, chiamati in un primo momento, gli avvocati Sergio e Vincenzo Sparti, hanno rinunciato sabato al loro mandato.

“Ho avuto solo modo di leggere l’ordinanza – ha detto oggi l’avvocato Rocca prima di entrare un carcere – in modo da capire di cosa stiamo parlando. All’esito della lettura io non ho idea di come siano andati i fatti. Voglio parlare con i due indagati. È certamente un delitto raccapricciante e voglio capire come sono andate le cose”. E sulla rinuncia del mandato dice “c’è anche una pressione mediatica enorme. Io vengo per capire le vicissitudini, vedremo”.

“Non hanno parlato di esorcismo”

Sabrina Fina e Massimo Carandente nell’incontro con il nuovo legale, l’avvocato Marco Rocca, “non hanno mai parlato di esorcismo“. Lo ha detto lo stesso Rocca uscendo dal carcere Pagliarelli di Palermo.

“Sono riuscito a vedere entrambi i miei assistiti, sia Sabrina Fina che Massimo Carandente. Hanno fornito la loro versione dei fatti e mi hanno fornito degli spunti da approfondire, ma non posso dire altro. Certamente sono sconvolti da quello che è successo. Si deve cercare di capire a fondo la vicenda“. Afferma l’avvocato. “Respingono le accuse a loro carico – dice- dobbiamo aspettare anche perché ci sono indagini in corso”.

“Hanno fornito una versione alternativa, diciamo così – aggiunge – ma non posso dire altro. Hanno dichiarato che sono stati in quella casa, in determinati frangenti”. “Da quello che ho capito il loro era un rapporto di amicizia, nato per caso, forse dai social“, dice.

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