Strage di Altavilla, Fina e Carandente chiedono nuovo interrogatorio

Strage di Altavilla, tra accuse e misteri: Fina e Carandente chiedono un nuovo interrogatorio

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Strage di Altavilla, tra accuse e misteri: Fina e Carandente chiedono un nuovo interrogatorio

Redazione  |
sabato 06 Aprile 2024

I due continuano a dirsi innocenti. Si attendono nuove analisi sui corpi delle vittime della strage familiare.

Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia accusata di essere stati complici di Giovanni Barreca e sua figlia nella strage di Altavilla Milicia (PA), chiedono un nuovo interrogatorio. Lunedì inoltreranno la richiesta per essere interrogati dai pm di Termini Imerese e fornire nuovamente la propria versione dei fatti.

I due continuano a dichiararsi innocenti.

Fina e Carandente chiedono nuovo interrogatorio

Massimo Carandente e Sabrina Fina sono accusati di omicidio plurimo e occultamento di cadavere, così come il muratore 54enne Giovanni Barreca, padre e marito delle tre vittime (Antonella Salamone e i figli Emanuel e Kevin di 5 e 16 anni). Secondo una prima ricostruzione, i due avrebbero fomentato il fanatismo religioso di Barreca e della figlia – accusata di concorso in omicidio – e avrebbero partecipato, nell’ambito di un presunto “esorcismo”, alle torture che hanno portato alla morte di Antonella Salamone e di due dei tre figli dei coniugi Barreca.

Nonostante Fina e Carandente si dichiarino innocenti, per gli inquirenti avrebbero avuto un ruolo importante nella seduta di “purificazione” dalle forze demoniache rivelatasi atroce e mortale. Dal canto loro, i coniugi ammettono di essere stati nella villetta dei Barreca solo per “incontri di preghiera”. Il prossimo lunedì i legali della coppia presenteranno la richiesta per un nuovo interrogatorio.

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Le indagini sul triplice omicidio

Per comprendere se i coniugi Fina – Carandente fossero effettivamente nella casa dei Barreca al momento della strage di Altavilla Milicia servirà l’analisi dei tabulati telefonici. Anche gli accertamenti sui dispositivi telefonici e sui pc sequestrati potrebbero fornire informazioni utili, così come la relazione successiva alle autopsie sulle tre vittime.

Nel frattempo, Giovanni Barreca – per il quale è stata richiesta una perizia – è stato trasferito al carcere di Enna e continua a sostenere di non ricordare le violenze. L’avvocato avrebbe specificato che sul triplice omicidio non è mai sceso nei particolari. Dalla prigione avrebbe continuato a ringraziare i “Fratelli di Dio”, il suo gruppo di preghiera.

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