Proseguono gli approfondimenti investigativi per chiarire alcuni aspetti del massacro di Altavilla e il coinvolgimento degli indagati.
I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche sono arrivati nella tarda mattinata di ieri, 5 marzo 2024, nell’appartamento sito in via Dell’Arancio, nel quartiere palermitano di Sferracavallo, in cui vivevano i “fratelli di Dio” Sabrina Fina e Massimo Carandente, in carcere con l’accusa di essere stati complici nella strage di Palermo.
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Strage di Palermo: la dinamica e le accuse
I due coniugi, infatti, sono accusati di omicidio plurimo e occultamento di cadavere. La strage di Palermo, in cui sono stati torturati e uccisi due ragazzini, Kevin e Emanuel, di 16 e 5 anni e la loro madre, Antonella Salomone, di 40 anni, ha i contorni di un vero e proprio rito di purificazione: il corpo della donna, infatti, è stato bruciato e sepolto nella campagna vicino la villetta in cui viveva la famiglia. Un rito per la liberazione dal demonio a cui avrebbe partecipato in prima battuta anche Giovanni Barreca, padre dei due ragazzi e marito della donna, insieme all’unica superstite, la figlia diciassettenne. Anche loro, come Fina e Carendente, si trovano in carcere.
Giovanni Barreca nei suoi incontri con il legale Barracato non ha mostrato segni di pentimento e, anzi, si sente “sollevato” dall’aver liberato la propria famiglia dal demonio, ma ha manifestato rabbia nei confronti della coppia. Fina e Carandente si sono fin da subito dichiarati innocenti e hanno fatto scena muta durante gli interrogatori, ma adesso la donna ha chiesto di essere sentita dal pm. La giovane diciassettenne, infine, ha raccontato per filo e per segno gli orrori verificatisi nella villetta di Altavilla e per questo si trova in carcere con l’accusa di concorso in omicidio.
Le indagini nell’appartamento dei coniugi
La procura di Termini Imerese, guidata da Ambrogio Cartosio, prosegue negli approfondimenti investigativi per cercare di chiarire alcuni aspetti della strage di Palermo e il coinvolgimento degli indagati. A Sferracavallo, infatti, sono presenti il sostituto procuratore Manfredi Lanza e l’avvocato Giancarlo Barracato, legale di Giovanni Barreca.