"I diritti fondamentali dei migranti": l'incontro al Tribunale di Catania

“Gli stranieri non sono lavoratori di Serie B”: dal Tribunale di Catania un segnale a difesa dei diritti fondamentali dei migranti

Daniele D'Alessandro

“Gli stranieri non sono lavoratori di Serie B”: dal Tribunale di Catania un segnale a difesa dei diritti fondamentali dei migranti

Daniele D'Alessandro  |
sabato 29 Giugno 2024

All'interno dell'Aula delle Adunanze del Tribunale etneo il convegno organizzato da AGI sui diritti fondamentali dei lavoratori migranti

I diritti fondamentali dei migranti: lavoro, accoglienza e integrazione”, questo il focus del convegno organizzato da AGI (Avvocati Giuslavoristi Italiani) al Tribunale di Catania, svoltosi all’interno dell’Aula delle Adunanze. Diritti troppo spesso calpestati e non tutelati, con la mancata applicazione delle normative esistenti in ambito occupazionale ma non solo, con conseguente approdo ad un “non giusto” processo. Una tematica purtroppo sempre all’ordine del giorno non solo in Sicilia ma in ogni angolo d’Italia, tornata alla ribalta con la tragedia del bracciante agricolo morto a Latina, abbandonato in strada dopo aver subito l’amputazione del braccio in seguito ad un terribile incidente sul lavoro.

Dott. Francesco Mannino (Presidente Tribunale di Catania): “Migranti non sono lavoratori di Serie B”

A fare gli onori di casa è stato il presidente del Tribunale di Catania, dott. Francesco Mannino, che ha accolto al tavolo di confronto professionisti del calibro di Adriana Di Stefano (docente di Diritto Internazionale e dell’Unione Europea presso l’Università degli Studi di Catania), Marisa Acagnino (Giudice della I Sezione Civile del Tribunale di Catania), avv. Riccardo Campochiaro (Presidente Centro Astalli di Catania), avv. Tatiana Biagioni (Presidente Nazionale AGI), avv. Marina Gennaro e della prof.ssa Veronica Papa (Docente di Diritto del Lavoro all’Università di Catania).

“E un evento piuttosto importante che consente di fare il punto su diritti dei lavoratori migranti – le parole del presidente Mannino – Diritti che spesso vengono accantonati e non coltivati proprio perchè gli occupati sono stranieri. I migranti non sono lavoratori di Serie B e devono essere equiparati ai dipendenti italiani delle nostre imprese e delle nostre aziende: il fatto che vengano da terre lontane e abbiano necessità di lavorare non dovrebbe renderli più indifesi e meno tutelati”. Su quali interventi adottare, Mannino ha le idee chiare: “Serve un maggior controllo per poter verificare dove e quando questi diritti non sono adeguatamente rispettati perchè di fronte vi è un soggetto straniero costretto ad emigrare dalla propria terra”. Presente all’incontro anche la dottoressa Domenica Motta, delegata dal presidente della Corte d’Appello, dott. Filippo Pennisi – assente per impegni istituzionali – la quale ha sottolineato il ruolo fondamentale della protezione internazionale a tutela del diritto d’asilo in favore dei soggetti rifugiati.

Dott.ssa Palma Balsamo: “La tragedia di Latina? Assenza di canali regolari alimenta il lavoro nero”

Tra i protagonisti della conferenza la dottoressa Palma Balsamo, presidente AGI, che ha sottolineato l’importanza di un’adeguata integrazione degli stranieri all’interno del mondo occupazionale italiano per contrastare il fenomeno del lavoro nero. “Riteniamo che l’accesso e l’approccio al mondo del lavoro sia fondamentale per una vera inclusione e integrazione dei lavoratori migranti – dichiara – Non solo perchè il lavoratore migrante arriva nei Paesi occidentali attratto dalla domanda di lavoro, ma perchè la stessa figura, portatrice di diversità irriducibili per etnia, religione o lo stesso status di migrante, impone una riconsiderazione dell’apparato normativo a sua tutela. Il problema principale risiede in quello che considero un paradosso. In Italia abbiamo un calo demografico e al contempo un aumento della necessità di manodopera: chi arriva da fuori, così, si ritrova catapultato nel mondo del lavoro sommerso, privo di adeguata protezione e garanzie, con infiltrazioni della criminalità organizzata. Quest’ultima, oltre a gestire l’arrivo nel nostro Paese di queste persone, promette poi l’inserimento nel contesto occupazionale in forma illegale. La tragedia di Latina? E’ proprio l’inesistenza di canali regolari che alimenta il lavoro nero: se non si possiede il permesso di soggiorno, si riesce ad accedere soltanto a forme di impiego non garantite che espongono a rischi per la salute e ad una ultradipendenza dai datori di lavoro”.

Dott. Sergio Cosentino (CER AGI Sicilia): “Lanciato segnale concreto da Catania”

Moderatore dell’incontro il dott. Sergio Cosentino, CER AGI Sicilia, il quale ha rimarcato l’importanza dell’appuntamento a Catania per lanciare un segnale concreto riguardo la delicatezza della questione a livello nazionale ed internazionale. “L’obiettivo e l’intenzione del convegno è proprio quello di smuovere le coscienze non solo degli avvocati ma di tutti i cittadini – afferma Cosentino – facendo capire che il problema dell’immigrazione è una questione che riguarda tutti così come il diritto al lavoro dei soggetti stranieri o rifugiati. Abbiamo voluto dare un segnale concreto da Catania perchè il Tribunale e i magistrati etnei sono da sempre nell’occhio del ciclone per le numerosissime istanze che pervengono qui. Crediamo che fosse fondamentale dare una dimostrazione concreta nell’ottica della costruzione di un progetto a livello nazionale di “AGI per Rifugiati”, volto a costituire una rete solida con enti e professionisti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei rifugiati e dei migranti”.

  • Tribunale di Catania

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