La sconvolgente ammissione di uno degli indagati di fronte al gip di Palermo.
“È stato Angelo Flores a organizzare tutto”: sarebbe questa la versione di Christian Maronia, uno dei sette indagati per lo stupro ai danni di una 19enne al Foro Italico di Palermo.
Proseguono, nel frattempo, gli interrogatori sullo sconvolgente casi di violenza sessuale di gruppo che ha attirato l’attenzione di tutta la Sicilia e del resto d’Italia negli ultimi giorni.
Stupro di Palermo: “Flores ha organizzato tutto”
Di fronte al gip Marco Gaeta, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il 19enne Christian Maronia, uno dei ragazzi arrestati per lo stupro, avrebbe accusato Angelo Flores di essere la “mente” dietro la vicenda. Pare, infatti, che Flores – per il quale il tribunale del Riesame di Palermo ha confermato il carcere dopo l’interrogatorio di ieri – fosse l’unico a conoscere effettivamente la vittima. E sarebbe stato lui, sempre secondo quanto emerso dalle prime indagini, a riprendere tutto in un video poi finito sul web.
Pare che Maronia – da due giorni protagonista di “misteriosi” video su TikTok, in cui risponderebbe agli insulti discolpandosi dell’accaduto (potrebbe trattarsi, però, di un profilo fake o gestito da parenti/amici) – abbia smentito di avere forzato la giovane ad andare al Foro Italico. “Abbiamo deciso tutti insieme di andare verso la Cala e il Foro Italico”, dice, anche se la sua versione sarebbe diversa da quella confermata dai video in mano agli inquirenti.
“Mi sono rovinato la vita”, avrebbe detto Maronia tra le lacrime, dicendo di non essere stato a conoscenza del fatto che la ragazza non fosse consenziente.
Gli altri interrogatori
Saranno interrogati davanti al gip Marco Gaeta di Palermo anche altri due indagati per lo stupro. Il tribunale, inoltre, dovrà pronunciarsi sull’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Cristian Barone, un altro dei giovani arrestati.
Samuele La Grassa, altro indagato per lo stupro di Palermo, si sarebbe detto pentito per quanto accaduto. “Dovevo andare via”, avrebbe detto. Elio Arnao, come gli altri due interrogati, avrebbe ammesso la propria colpa dicendo di aver fatto una “ca**ata”.
Tra gli indagati solo uno – minorenne all’epoca dei fatti, ora neomaggiorenne – sarebbe stato scarcerato e trasferito in una comunità. “La galera è di passaggio, si ritorna più forti di prima”, avrebbe scritto su TikTok, anche se c’è chi all’autenticità di questi messaggi non crede, così come alla presenza di numerosi gruppi Telegram in cui si “promette” la possibilità di scaricare i video della brutale violenza sessuale.
Immagine di repertorio