Bezos, Musk, Arnault, Gates
Secondo la rivista Forbes, i super ricchi nel mondo aumentano di numero. Lo scorso anno, dieci in più. Il primo della classifica è Jeff Bezos (58 anni), fondatore di Amazon, con 177 miliardi di dollari. Segue il geniale Elon Musk (49 anni), fondatore di Tesla ed il primo ad aver inviato un aereo turistico nello spazio, con 151 miliardi di dollari. Il terzo è Bernard Arnault (72 anni), con 150 miliardi di dollari. Ed il quarto è Bill Gates (66 anni) con 124 miliardi di dollari.
In Italia il più ricco è Giovanni Ferrero, con 35 miliardi di dollari, seguito da Leonardo Del Vecchio, 25,8 miliardi di dollari. Berlusconi è (poveretto) al sesto posto, con 7,6 miliardi di dollari.
Brunello Cucinelli, leader del cashmere, è un imprenditore geniale perché ha insediato la sua impresa in Umbria, a Solomeo, coniugando ambiente e produzione, il che dimostra che si può tranquillamente lavorare e progredire senza creare danni intorno. Pian piano il suo fatturato è cresciuto ed entro sei anni prevede di superare il miliardo di euro.
Non solo i miliardari nel mondo sono cresciuti di numero, ma anche hanno aumentato fortemente il loro patrimonio, proprio nel periodo di Covid.
La questione dei ricchi in rapporto alla popolazione fa impallidire il nostro Paese, che – come è noto – è fatto di sessanta milioni di abitanti, se si considera che nella sola Cina (dove gli abitanti sono 1,4 miliardi) i ricchi sono oltre cinquanta milioni. In Russia, i milionari sono stimati in oltre dieci milioni.
Non abbiamo notizie dei super ricchi arabi. Ma fra Arabia Saudita, Emirati e Qatar, il censimento, sia di numero che di valore, è assai elevato.
A proposito degli arabi, dobbiamo sottolineare che l’ultima generazione dei regnanti ha studiato in giro per il mondo nelle migliori università e ha trasformato la rendita di posizione basata sul petrolio in una sorta di fucina di inziative nel settore finanziario, in quello turistico ed imprenditoriale.
Il Qatar ospiterà nel prossimo autunno i campionati mondiali di calcio (21 novembre-18 dicembre), per i quali sta approntando stadi e ricettività. Sarà dunque al centro dell’attenzione mondiale per quasi un mese.
Di fronte all’esplosione della ricchezza, cui segue l’esplosione degli alberghi a sette stelle con suites da duemila euro per notte, si diffonde la povertà.
Vogliamo evidenziare come il nuovo gruppo mondiale alberghiero Four Seasons, di proprietà di Bill Gates e del principe Al-Waleed bin Talal, abbia appena comprato il famoso hotel Danieli di Venezia e aveva già comprato l’altrettanto famoso hotel San Domenico di Taormina.
Per i ricchi non c’è crisi. Tutt’altro. Si muovono al di fuori dei comportamenti dei cittadini normali. Quello che scriviamo non è una critica, bensì la sottolineatura che la ricchezza non è un peccato, a condizione essenziale che essa si sia formata avendo pagato tutte, ma proprio tutte, le imposte ai rispettivi Stati.
Il che, fino ad oggi, non si è verificato in quanto fatturati enormi non sono stati soggetti alla tassazione. è solo recente l’accordo fra Google ed i Paesi europei per tassare la ricchezza prodotta nella misura del quindici percento. Il che è un passo avanti, ma non è tutto.
Si scriveva che a fronte di questa ricchezza nel mondo, si è diffusa anche la povertà perché, evidentemente, la prima non è equamente distribuita, in quanto i governi non sono capaci di agire in questa direzione.
Nel nostro Paese, soprattutto nel Mezzogiorno, la povertà è aumentata anche per effetto della Pandemia, senza dimenticare però che la povertà è precedente alla Pandemia stessa.
L’insufficienza della classe politica e dei governi ha creato una sempre maggiore differenza fra Pil, redditi e tenore di vita, raffrontando Nord e Sud.
Vi è anche un altro fattore che pesa sulla redistribuzione della ricchezza e cioè la sempre maggiore corruzione negli uffici pubblici, che sono la fonte della stessa. Infatti non ci potrebbe essere corruttore senza il corrotto. è vero che loschi faccendieri, falsi imprenditori ed altri porgono mazzette, ma a chi? Ovviamente a dirigenti e dipendenti pubblici, nonché ai politici che li governano.
Se tutti costoro, supposti servitori dello Stato, lo fossero davvero e non accettassero le mazzette, la corruzione non esisterebbe. E i poveri neanche!