Teatro Massimo Palermo, scontro su Giambrone - QdS

Teatro Massimo Palermo, scontro su Giambrone

redazione

Teatro Massimo Palermo, scontro su Giambrone

mercoledì 14 Agosto 2019

Tra il ministro grillino Bonisoli, che critica il fatto che sia "fratello del vicesindaco di Palermo" e il sindaco Leoluca Orlando che risponde, "Argomento incongruo". Per Faraone "epurazione politica". Oggi il Consiglio d'Indirizzo

Sugli aspetti “prettamente giuridici” il ministro Alberto Bonisoli non si pronuncia, si sofferma, invece, su una questione che, scrive il titolare del Mibac, gli ha provocato “una certa inquietudine”, cioè il fatto che il sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, Francesco Giambrone (designato due settimane fa all’unanimità dal Consiglio d’indirizzo a succedere a se stesso), sia fratello dell’ex senatore Fabio Giambrone, da alcuni mesi vicesindaco nell’esecutivo guidato da Leoluca Orlando, che della fondazione lirica è il presidente.

Da Bonisoli si attendeva la ratifica della nomina, invece è arrivata una lettera, spedita al primo cittadino, nella quale il ministro solleva ragioni di opportunità sulla riconferma per altri cinque anni del sovrintendente.

Nella missiva si chiede a Orlando e al Consiglio d’indirizzo se “con questa nomina non si rischia di dare un segnale sbagliato alla città. Il CdI ha tenuto conto dell’effetto che la stretta parentela tra vicesindaco e sovrintendente potrebbe avere su tutti coloro che partecipano alla vita e allo sviluppo del teatro: dipendenti, artisti, fornitori, pubblico?”.

Qualche ora dopo il sindaco, che per oggi ha convocato il CdI, risponde a Bonisoli, spiegando che “appare quantomeno inusuale che il ministro della Cultura, non avendo argomenti formali e giuridici di alcun tipo e aspettando la vigilia di Ferragosto, nonché la scadenza del periodo di proroga del sovrintendente Francesco Giambrone, adduca argomenti del tutto incongrui e pretestuosi per ulteriormente rinviarne la conferma. Non vorrei che si trattasse di un goffo, ma comunque gravissimo, tentativo di interrompere un percorso virtuoso unanimemente riconosciuto”.

E prosegue sottolineando che “non è mai successo nella storia del nostro Paese che il ministero non confermi le scelte del Consiglio d’indirizzo; certamente ciò non può accadere in assenza di qualsivoglia motivazione formale e sostanziale”.

Secondo fonti del ministero, se la nomina non sarà ratificata entro la prevista data del 15 agosto, questo non comporterà il commissariamento del teatro, come qualcuno aveva ventilato.

Intanto, Dal Pd arriva sostegno all’operato di Giambrone e del CdI da parte del senatore Davide Faraone, che parla di “un tentativo vergognoso di epurazione politica”.

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