Terremoto Belice, Mattarella “Solidarietà Paese rimane indelebile”

Terremoto nel Belice, 55 anni dopo, Mattarella: “Una prova durissima per il Paese”

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Terremoto nel Belice, 55 anni dopo, Mattarella: “Una prova durissima per il Paese”

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sabato 14 Gennaio 2023

Per il Capo dello Stato "rimane indelebile la solidarietà sviluppata dalla comunità nazionale che ha accompagnato i momenti più difficili"

Nel gennaio del 1968 un forte terremoto colpì la Valle del Belice, distruggendo anche la città di Gibellina, paesino dell’entroterra trapanese. Si trattava del più forte terremoto distruttivo del dopoguerra e nessuno sapeva come gestire l’emergenza.

Mattarella: “Una prova durissima per il Paese”

“Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio di cinquantacinque anni or sono, un terremoto devastante sconvolse la Valle del Belice, recando morte ai suoi abitanti, distruggendo abitazioni e paesi, infliggendo il dolore più straziante. Alle vite spezzate, alle famiglie che vinsero la paura e la disperazione, ai loro discendenti che hanno aperto nuove strade, va il primo pensiero”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 55esimo anniversario del terremoto della Valle del Belice.

“Fu una prova durissima. Il Paese intero partecipò con commozione alle sofferenze di quelle comunità. L’Italia avrebbe conosciuto, in pochi anni, altre tragedie innescate dalla natura altamente sismica del nostro territorio, con costi elevatissimi, anzitutto in termini di vite umane. Dopo quei drammatici eventi la Repubblica si è dotata di un’organizzazione per la prevenzione, per il soccorso, per la protezione delle persone, per la ripresa delle attività dopo l’emergenza che oggi è presa a modello”, ricorda ancora Mattarella.

Per il Capo dello Stato “rimane indelebile la solidarietà sviluppata dalla comunità nazionale che ha accompagnato i momenti più difficili. Lo spirito di condivisione degli italiani ha spinto le istituzioni a progredire. Vi hanno contribuito in modo significativo le persone della Valle del Belice, difendendo la propria dignità e i propri diritti, e trasformando le tante sofferenze e privazioni in energia civile”.

Terremoto nel Belice, 55 anni dopo: il programma delle celebrazioni in Sicilia

Cominceranno oggi pomeriggio alle 16,30, a Montevago le celebrazioni per ricordare il terremoto che cinquantacinque anni fa sconvolse la vita della Valle del Belìce, nella Sicilia Occidentale.

Il programma del 14 e 15 gennaio fra le province di Agrigento, Trapani e Palermo

Una ventina i centri che vennero coinvolti fra le province di Agrigento, Trapani e Palermo. I Comuni di Gibellina, Menfi, Montevago, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Menfi Santa Ninfa e Santa Margherita Belice furono stravolti e si registrarono pure trecento morti, cinquecento feriti e decine di migliaia gli sfollati. L’evento verrà ricordato oggi nei locali della biblioteca comunale di Montevago, dove verrà presentato il libro “Xirotta una memoria scomparsa e nascita di un Paese” di Giacomo Giuffrida Samonà.

A seguire si terrà una fiaccolata dalla nuova chiesa Madre sino alla chiesa madre del vecchio centro abitato, dove verrà deposta una corona d’alloro per ricordare le vittime del sisma. Domenica, alle 18, nella chiesa Madre Santissimi Pietro e Paolo, sarà celebrata una messa e seguirà un concerto della Croce Rossa. A Santa Margherita di Belìce, domenica 15 gennaio, alle 9,15, al cimitero comunale verrà deposta una corona per le vittime. Alle 10,15, al Museo della memoria, verrà deposta una seconda corona e, a seguire, celebrazione della messa nella Chiesa madre.

Alle 18, in consiglio comunale, lettura di due missive d’invito, al presidente del Consiglio dei ministri, ai ministri e ai deputati del territorio, perché “le istituzioni assumano consapevolezza storica del peculiare debito dello Stato nei confronti di Santa Margherita di Belìce e dei ritardi che sono ancora da colmare”. A Salaparuta domani, alle 10,30, celebrazione della messa nella chiesa Santissima Trinità.

Alle 11,30 deposizione di una corona al monumento in ricordo delle vittime, sulla strada provinciale 19. A Contessa Entellina, nel Palermitano, domani, alle 10, deposizione di una corona al cimitero comunale. A Partanna, domani, alle 10,30, nella Chiesa madre, messa celebrata dal vescovo di Mazara del Vallo monsignor Angelo Giurdanella. Al termine verrà presentato il restauro della tela di San Nicolò da Tolentino. Alle 12 incontro con le autorità in Comune

Quando c’è stato il terremoto del Belice?

Il 14 gennaio 1968 era una domenica d’inverno come tante nel paese. C’era molta attesa per la partita del campionato di calcio: il Palermo giocava contro il Potenza. Dalle 13:28 iniziò una sequenza sismica che culminò con la scossa delle 3:01 del 15 gennaio, di magnitudo 6.3.

Quanti morti ci sono stati nel terremoto del Belice?

Molti paesi furono rasi al suolo, tra questi Gibellina, uno dei più danneggiati. Nonostante numerose persone avessero deciso di passare la notte fuori dalle proprie abitazioni, il bilancio nella Valle fu terribile: 352 perdite umane, più di 600 feriti e decine di migliaia di senzatetto, oltre agli ingenti danni subiti dal patrimonio edilizio e rurale.

La nascita del “gretto” di Burri

Nonostante le perdite umane e le pesanti ripercussioni sul territorio, la voglia di rinascita e di riscatto sociale incontrarono la natura salvifica dell’arte che, attraverso la mano di Alberto Burri, fermò la memoria storica di quei luoghi restituendone la più grande opera di Land Art al mondo.

Stiamo parlando del Cretto di Burri, una sorta di sudario di cemento bianco che ripercorre e racconta le vie e le storie della città vecchia, ricostruendone la pianta originaria.

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