Torna la pioggia di cenere (e forse non è finita qui). Neri (Ingv): “Usare le mascherine per rimuoverla” - QdS

Torna la pioggia di cenere (e forse non è finita qui). Neri (Ingv): “Usare le mascherine per rimuoverla”

Torna la pioggia di cenere (e forse non è finita qui). Neri (Ingv): “Usare le mascherine per rimuoverla”

Melania Tanteri  |
mercoledì 24 Luglio 2024

Intervista al vulcanologo Marco Neri: “La cenere è un particolato che respiriamo, fa male soprattutto a chi soffre di asma”

CATANIA – L’Etna fa il suo lavoro di vulcano attivo. Nessuna preoccupazione in particolare per l’attività degli ultimi tempi che però, secondo gli esperti, ha comunque una particolarità. È infatti il cratere Voragine, e non il cratere Sud-Est, a dare il meglio di sé in questi giorni di fontane di lava e nubi di cenere che si elevano dal vulcano attivo più alto d’Europa. A spiegarcelo è Marco Neri, vulcanologo dell’Ingv. “Quella a cui stiamo assistendo nelle ultime settimane è la classica attività che, negli anni scorsi, interessava soprattutto il cratere Sud Est – afferma. Stavolta – prosegue, dall’inizio di luglio, interessa la Voragine, una novità in questo caso perché è il cratere che viene interessato dall’attività eruttiva. Un cratere che di solito sonnecchia. Ma è anche vero che la Voragine è il vero cratere centrale del vulcano, quello antico e attivo quantomeno dal secolo scorso; è un cratere che ha un condotto eruttivo probabilmente più stabile e largo rispetto agli altri, difatti le sue eruzioni sono più violente e lunghe. La novità è questa essenzialmente”.

Voragine è il vero cratere centrale dell’Etna

Tutto rientra in una sorta di normalità, dunque, anche l’emissione di cenere che ha ripreso a cadere su Catania e sui paesi pedemontani, causando l’interruzione delle attività aeroportuali per molte ore. “Per quanto possa sembrare scontato dirlo – continua Neri – questi fenomeni rimangono confinati all’area sommitale, quindi non sono preoccupanti e non sono neanche rari. Negli anni scorsi abbiamo avuto decine, anzi centinaia di questi episodi. A provocare maggiori disagi è la cenere vulcanica che si nebulizza nell’atmosfera”. Cenere che si accumula a terra, nelle caditoie e nei pluviali e che, in caso di pioggia, potrebbe causare allagamenti. E poi le strade diventano pericolose e scivolose e le attività economiche, quelle turistiche in primis, vengono compromesse.

La cenere è pericolosa anche perché è un particolato che respiriamo – prosegue l’esperto – e questo non fa bene alla salute. Non ci ammazza, ma a lungo andare qualche problema può provocarlo, soprattutto nelle persone che soffrono di asma o che hanno comunque delle patologie pregresse che possono venire aggravate da queste situazioni, soprattutto se si ripetono come purtroppo sta succedendo, con cadenza di qualche giorno”.

Il vulcanologo Marco Neri: “Più che altro una grandissima camurria la cenere”

Problematiche ridotte al minimo in caso di episodi isolati, “ma siamo già alla quarta fontana nel giro di un paio di settimane – aggiunge Neri – oltre un quinto episodio che non è evoluto in fontana di lava, ma che ha fatto registrare comunque attività stromboliana. Non bisogna preoccuparsi – ribadisce – è più che altro una grandissima camurria, ma potrebbe diventare un problema, anche economico, per cui qualcuno potrebbe cominciare a pensarci”.

Per pulire balconi e terrazze utilizzare le mascherine

Intanto, per pulire terrazze e balconi, il suggerimento è quello di utilizzare le mascherine: “Sono veramente utili – evidenzia Neri -. Se si pulisce il balcone è bene usare il presidio, anche perché, con la scopa non si fa altro che sollevare la parte più fine della cenere e quella non si vede ma si inala”. Da qui l’invito a evitare i soffiatori. “Sì dovrebbe evitare di usare i soffiatori perché è vero che danno una grande mano per convogliare la cenere, ma è anche vero che la sollevano in aria”, dice ancora Marco Neri che conferma come sia praticamente impossibile prevedere l’attività dell’Etna.

“Non si può prevedere perché l’attività dura fino a quando esiste un equilibrio tra il magma che risale nel mantello, quello che si accumula nella camera magmatica che alimenta questo tipo di eruzioni e il magna che poi viene espulso – spiega -. Se il magna che risale dal mantello diminuisse la sua quantità, a questo punto le eruzioni finirebbero. Il fatto che abbiamo avuto quattro fontane e mezzo nell’arco di un paio di settimane, ci fa capire che in questo momento esiste questo equilibrio e che, fino a quando sarà così, se non subentra alcuna variante o qualcosa che modifica questo assetto, la cosa continuerà probabilmente”. Un’attrazione per i turisti che affollano la città e le zone etnee, attirati dallo spettacolo della natura di un vulcano attivo che erutta. Per chi vuole vedere da vicino non ci sono particolari controindicazioni: l’importante è essere prudenti e rispettare le regole.

“Dal punto di vista turistico, questa attività è spettacolare”

“Dal punto di vista turistico, questa attività è spettacolare e non è pericolosa – conferma Neri -. Bisogna però affidarsi alle guide perché se no si rischia davvero. Il sistema è molto ben rodato – continua: c’è una protezione civile che emana dei bollettini e che può precludere eventualmente le aree più pericolose in anticipo rispetto all’eruzioni stesse, perché questi sono fenomeni che fortunatamente riusciamo a prevedere con parecchie ore di anticipo, per cui nessuno viene esposto a rischi gravi e inutili. Si può vedere l’attività dell’Etna da altri punti di osservazione, a pochi chilometri dal teatro eruttivo e in massima sicurezza accompagnati o, se soli o non si vuole spendere, in luoghi leggermente più bassi, come il Rifugio Sapienza o Piano Provenzana. In questo momento, l’Etna davvero è una calamita, un amico degli operatori turistici”, conclude. Meno, per chi deve pulire terrazze e balconi.

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