Travaglio vs i giornali, ma ignora il cinema - QdS

Travaglio vs i giornali, ma ignora il cinema

Travaglio vs i giornali, ma ignora il cinema

sabato 22 Marzo 2025

Il Fatto quotidiano: informazione incompleta

Leggiamo spesso Il Fatto Quotidiano e anche, perché no, gli editoriali del suo fondatore-direttore, Marco Travaglio. Gli stessi sono puntuali, il pensiero del direttore è sempre chiaro e basato su dati molto precisi, quindi sulla professionalità di Travaglio nulla da dire, anzi apprezzamento.

Riguardo agli articoli, la nostra posizione è di rispetto o di dissenso. Non è che il nostro rispetto o dissenso possano interessare una star come il “Marco nazionale”, presente costantemente in tutte le televisioni per consentire ai/alle vari/e telespettatori/trici di ascoltare religiosamente la sua verità. Ma dobbiamo dire che dissentiamo a volte sulle diverse argomentazioni riportate in quelle pagine.
Abbiamo invece trovato concorde la nostra linea editoriale, partita il 24 febbraio 2022, con quella di Travaglio, apparendo entrambi filo-Putin: menzogna abissale detta da chi non ha capacità di comprendonio.

Uno dei tanti dissensi dobbiamo manifestarlo riguardo un articolo che se la prende con i contributi che lo Stato eroga all’editoria, sdegnosamente non richiesti dal FQ, il che è un suo modo di intendere. Perché non concordiamo? Perché la questione della forte diminuzione di vendita di copie cartacee dei quotidiani è un dato inoppugnabile, conseguente allo spostamento della lettura sul digitale.
Avrebbe fatto bene FQ a tentare un’analisi delle motivazioni di questo forte calo delle vendite di copie cartacee dei quotidiani, che noi abbiamo individuato nell’ignoranza abissale che si è diffusa fra la popolazione.

Non sembri un paradosso il contrasto fra la diffusione dell’informazione sui siti e media sociali e l’aumento dell’ignoranza. L’abbiamo scritto più volte: il nocciolo della questione è che la gente apprende nozioni sporadiche, frammenti di frasi, piccole informazioni, ma non ha la capacità di collegarle e di elaborarle perché mancano gli studi di metodo, quello che Descartes (1596-1650) raccolse in un libretto, “Du discours de la méthode”. Mancando il metodo, manca la capacità di connessione e quindi le informazioni acquisite non hanno valore di conoscenza.

L’articolo di FQ in esame elenca puntualmente i contributi distribuiti dal Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria ai diversi quotidiani, sia quelli occasionali che quelli annuali, per qualche centinaio di milioni. L’articolista avrebbe dovuto aggiungere, per dovere di completezza e obiettività dell’informazione, che questi contributi non sono dati per ingrassare gli editori, bensì per consentire loro la sopravvivenza, in quanto l’informazione è tutelata dall’articolo 21 della Costituzione ed è un bene di primaria importanza per tutti/e i/le cittadini/e. Consente loro di sapere e di capire gli eventi, in modo che possano ragionare con la propria testa e non con la testa degli altri.

Dispiace che chi scrive questi articoli non ottemperi all’obbligo di completezza dell’informazione, il che può generare nei/nelle lettori/trici confusione o addirittura apprendimento della stessa non sul solco della verità, bensì su quello della falsità.

Sulla completezza dell’informazione dobbiamo ancora precisare un punto che non è stato per nulla evidenziato e cioè che a fronte di quel centinaio di milioni che il Governo dà agli editori di quotidiani per sostenere l’Informazione, vi è un altro settore della cultura che beneficia del sostegno del Governo: il Cinema.

Ebbene, nella Legge di bilancio di quest’anno sono stati stanziati, ci sembra, 726 milioni destinati al Cinema. Ai/alle cortesi lettori/trici sottoponiamo il seguente calcolo: nello scorso anno sono stati staccati circa 70 milioni di biglietti nelle sale cinematografiche, mentre secondo i dati Audipress i quotidiani sono stati letti da 4 miliardi di cittadini/e. Orbene, non c’è paragone fra il contributo dato al Cinema per 70 milioni di spettatori/trici e quello dato agli editori di quotidiani per 4 miliardi di lettori/trici.

Lasciamo le valutazioni alla vostra attenzione e ci auguriamo che FQ, per completare quanto scritto, si occupi anche del finanziamento dato al Cinema.

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